La seconda settimana marzolina, senza esagerare, ha cercato di tenere viva la fama di vivacità propria del mese che apre la primavera. Chiusa la fase di tramontana di fine febbraio e dei primi di marzo, la tregua è durata poco e, non appena il vento furibondo si è quietato, ben presto il cielo è andato ‘apparecchiandosi’ di nubi pronte a dispensare piovaschi sotto lo spirare del libeccio. Il vento di provenienza marina si è tenuto desto per cinque giorni consecutivi, più freddo inizialmente, poi più mite da mercoledì e infine tiepido sia giovedì che venerdì.
Non si sono registrate precipitazioni di una certa entità, bensì pioviggine, pioggerella e piovaschi, deboli e intermittenti, mentre la copertura nuvolosa, sempre compatta la notte e il mattino, ha concesso qualche estemporanea apparizione del sole nel pomeriggio ad eccezione di mercoledì 8. Cielo coperto e ventilazione da sud hanno determinato, dall’8 al 10, un netto rialzo delle temperature minime, che per questo hanno oscillato su valori non distanti dalla norma soltanto nelle restanti quattro notti del 7 e dall’11 al 13.
Le temperature massime, un tantino superiori alla media del periodo persino nei giorni perturbati, hanno proposto punte elevate allorquando il föhn è venuto a dare man forte al sole redivivo. Il tempo è migliorato già sabato, con qualche bruma mattutina e residue velature in allontanamento; era atteso il destarsi della secca ventilazione discendente, che poi ha deciso, lasciando agire indisturbato il regime di brezza, di tenere in serbo per l’indomani ulteriori novità del campo termico-igrometrico.
Il nitido orizzonte di domenica 12, quando si è potuto godere di sole e cielo azzurro a volontà, ha favorito l’escursione termica diurna più ampia, resa possibile anche dal favonio giunto nel mezzodì e rimasto in azione parte del pomeriggio. Le temperature massime si sono portate oltre i 20°C e fino a sfiorare localmente 22-23°C, quota di tutto rispetto per metà marzo, ma non da primato.
Si sono venute a creare, quindi, le condizioni per un forte contrasto tra l’interno, interessato da debole ventilazione discendente con aria calda e secca, e l’area costiera e il mare aperto, dove ha continuato a dominare aria molto umida con foschie e banchi di nebbia, anche molto estesi e che, a metà pomeriggio, hanno oscurato tratti della Riviera Ligure. Così, mentre in Lunigiana ai 20°C e più di temperatura si coniugavano tassi di umidità relativa di appena il 15-20%, la torbida atmosfera dei litorali vedeva il connubio di valori termici sui 15°C, ma con igrometri all’85-90%! Sono manifestazioni non frequenti della fase di avvio della primavera, per nulla preoccupanti, e che al loro manifestarsi, però, possono sempre apparire sorprendenti.
Naturalmente, il mattino successivo, venuti meno i refoli favonici, le vallate interne hanno accusato un sensibile calo termico; è seguito un graduale aumento della nuvolosità in vista del sistema frontale in arrivo. Il tutto è avvenuto con passaggi quasi da manuale: pioviggine nella serata, vento prefrontale da sud, pioggia nella notte e transito di linea più instabile di primo mattino, con un temporale abbastanza forte a due riprese intorno alle 6:30 e alle 7:30-8:00. Gli accumuli, di cui si dirà in dettaglio la prossima settimana, hanno visto primeggiare l’alta Lunigiana, mentre aree centrali e orientali del bacino sono state meno interessate.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni