Lo scorso anno 1171 da quattro continenti. Nel recente passato anche l’arcivescovo del Galles
“Da qui passa il mondo: ecco che cosa significa la Via Francigena per la Lunigiana, una microeconomia importante per tutto il territorio”: la frase è di Riccardo Boggi, direttore del Museo di San Caprasio di Aulla che ha riassunto così l’attività di accoglienza dei pellegrini all’interno delle strutture dell’antica abbazia fondata nel IX secolo. Quella aullese è da tempo una tappa fondamentale lungo l’itinerario fissato nel diario di Sigerico, l’arcivescovo di Canterbury che lo percorso nel 990: “i pellegrini che qui vengono ospitati ogni giorno, dalla primavera all’autunno, ci dicono che questo è uno dei luoghi più accoglienti dell’intero cammino” ha spiegato Boggi ai soci presenti all’assemblea dell’Associazione “Amici di San Caprasio”, ai quali è stato anche rivolto dal parroco, don Lucio Filippi, l’invito a farsi avanti per prestare un po’ del loro tempo alle attività di accoglienza dei pellegrini e di visita del Museo. Perché quello di mantenere aperto e in ordine l’ostello e di permettere la visita al percorso espositivo all’interno dell’abbazia è un impegno gravoso: nel corso del 2022 sono stati 1.172 i pellegrini che hanno potuto contare sull’accoglienza ad Aulla per un totale di 3.094 persone tra viandanti e visitatori del museo.
Un risultato straordinario se si considera che il tutto è gestito grazie alla buona volontà di volontari, dei quali tuttavia non c’è mai abbondanza; l’accoglienza dei pellegrini, ad esempio, è coordinata con grande capacità da Gianfranco Angeloni, ma servirebbe un numero più ampio delle decine di persone attuali disposte ad affiancarlo, magari con una buona conoscenza delle lingue straniere visto che, per utilizzare ancora le parole di Boggi, dall’abbazia “passa il mondo”. E non è un modo di dire, ma la semplice verità: Francia, Gran Bretagna, Austria, Canada, Germania, Spagna, Svezia, Olanda, Repubblica Ceca, Belgio, Polonia, Israele fino alle lontane Corea del Sud, Uruguay, Stati Uniti, Australia, Brasile, Nuova Zelanda, queste le nazioni di provenienza di quanti sostano ad Aulla lungo l’itinerario francigeno. Presenze tra le quali si scoprono a volte personaggi importanti come nel caso dell’allora arcivescovo anglicano e Primate della Chiesa del Galles Barry Morgan (vescovo di Llandaff, sobborgo di Cardiff) che nel 2012 aveva sostato ad Aulla in occasione del pellegrinaggio lungo la via Francigena.
Paolo Bissoli