Continua a diminuire la popolazione residente in Lunigiana

Viaggio tra i dati degli ultimi venti anni. Forte il calo a Zeri, Fivizzano, Mulazzo e Pontremoli

Tabella con le variazione dei dai demografici nei vari comuni della Lunigiana
Tabella con le variazione dei dai demografici nei vari comuni della Lunigiana
Vista panoramica di Pontremoli
Vista panoramica di Pontremoli

Niente da fare: in Lunigiana l’andamento demografico non mostra segni di inversione di tendenza. Anzi, la popolazione continua a diminuire: un anno fa erano 51.678 i residenti. I dati con i quali abbiamo tentato di comprendere la realtà, Comune per Comune, negli ultimi venti anni, sono quelli relativi al primo gennaio 2022. Il denominatore che accomuna tutto il territorio è l’importante calo dei residenti visto che il numero dei decessi è molto più alto di quello delle nascite: un dato negativo che non è compensato dal rapporto tra emigrazione ed immigrazione. Un calo che vede situazioni diverse, sia per territorio che per periodo preso in considerazione. Se infatti il primo decennio (2002-2012) aveva evidenziato una sostanziale tenuta di quanti risiedevano in Lunigiana (all’epoca quasi 56mila), il secondo decennio ha invece registrato un non certo tranquillizzante -7,4%, pari a oltre 4.000 residenti in meno. Un dato che trova conferma in quelli del giugno 2022, gli ultimi resi noti da Istat, secondo i quali il nostro comprensorio in soli sei mesi ha perso altri 400 residenti! Alcuni esempi dei tanti che emergono dalle tabelle e dai grafici che pubblichiamo in questa pagina. Se venti anni fa, in Lunigiana, solo Comano aveva meno di mille abitanti, oggi si sono aggiunti anche Casola e Zeri. Sopra i diecimila resta il solo territorio comunale di Aulla, mentre sia Fivizzano che Pontremoli viaggiano ad alta velocità verso il basso; per la città della valle del Rosaro sono circa duemila in meno le persone residenti dal 2002, mentre per quella all’ombra del Campanone il calo più contenuto non può consolare più di tanto visto che la popolazione residente è ormai ampiamente sotto “quota 7.000”.

Tabella con le variazioni della demografia nei comuni della Lunigiana
Tabella con le variazioni della demografia nei comuni della Lunigiana

E la tendenza conferma il dato negativo: se nel 2012, al termine del primo dei due decenni che abbiamo preso in considerazione, erano sei i Comuni ancora in crescita (Aulla, Licciana, Villafranca, Fosdinovo, Tresana e Podenzana), nel secondo decennio tutti i quattordici Comuni lunigianesi sono in calo, anche se con percentuali diverse. Qualche esempio: tra il 2012 e il 2022 Fivizzano ha perso il 12,8% della propria popolazione residente; a Pontremoli il calo è stato dell’8,8%, a Fosdinovo del 7,6%. Tra i Comuni medio piccoli Mulazzo ha visto un calo del 10,3% dei residenti, mentre Zeri è quello che sta peggio con un -18,7% negli ultimi dieci anni. Il calo dei residenti svela, inoltre, altre situazioni che pesano sul territorio: da un lato l’invecchiamento della popolazione (in Lunigiana ci sono alcuni dei Comuni che guidano la classifica per le maggiori percentuali di anziani di tutta la Toscana), dall’altro lo spopolamento delle aree collinari e montane. I segnali di parziale abbandono coinvolgono ormai anche i centri del fondovalle, ma è nei paesi di mezza costa e, soprattutto, della fascia più alta che si avverte di più il trasferimento della popolazione. Nuove iniziative imprenditoriali legate all’agricoltura non sono riuscite a compensare l’abbandono iniziato negli anni Sessanta ed andato progressivamente aumentando. L’offerta di abitazioni nei centri maggiori dove si concentra ormai la quasi totalità dei servizi ha contribuito ad aggravare un fenomeno del quale non si vede ancora una inversione di tendenza. Nei tre anni di sopralluoghi in ogni angolo del comprensorio per la fortunata rubrica “Paesi di Lunigiana” ho potuto toccare con mano una situazione che vede il progressivo inselvatichimento di quelli che fino a pochi anni fa erano ancora terreni coltivati; ci sono tante realtà dove sono ormai poche le finestre con le persiane aperte e sono in crescita le situazioni dove il bosco che avanza insidia centri un tempo densamente abitati.

Paolo Bissoli