
La dimora è l’espressione del legame dei Cattaneo Della Volta con il territorio spezzino

Quest’anno la giornata dell’Associazione Dimore Storiche Italiane della Spezia è stata dedicata alla famiglia Cattaneo Della Volta, assai rilevante nella storia di Genova, legata alla piazza omonima ed alla chiesa gentilizia di San Torpete, situata in una delle zone più antiche del centro storico, tra la collina di Castello ed il porto. La loro storia è stata raccontata in tre consistenti volumi usciti nel 2017(1), curati da Elena Chiavari Cattaneo Della Volta e Andrea Lercari, il primo dei relatori nella seduta di sabato 2 ottobre a villa Pratola accanto alle note studiose Barbara Bernabò, Pia Spaggiari, Marzia Ratti, ed al sottoscritto, coordinati dal prof. Giuseppe Benelli.
Il tema di questo articolo, senza nulla togliere alle interessanti relazioni ascoltate, intorno alla figura della celebre Simonetta nata, secondo i versi del Poliziano nell’aspra Liguria… in grembo a Venere, è la villa di Fezzano espressione del legame dei Cattaneo Della Volta con il territorio spezzino. Molti ritengono, compresa la scrittrice Rachele Farina deceduta a Fezzano nel 1919, autrice di una monografia dedicata, che la bellissima fanciulla ispiratrice delle figure del Botticelli sia nata proprio a Fezzano, anche se, nessun documento ci tramanda questa presenza. Tuttavia, ci parla di Fezzano il testamento del 1656 di Filippo Cattaneo, dipinto infante da Antoon van Dyck che aveva eseguito, intorno al 1623, anche il celebre ritratto della madre, Elena Grimaldi Cattaneo, con l’ombrellino rosso e lo schiavo nero.

Filippo lasciava al fratello Gio. Giacomo (1628-1712), rimasto unico erede della cosiddetta “linea dogale” dei Cattaneo della Volta, tra gli altri numerosi suoi beni anche le proprietà che possedeva nella giurisdizione di Portovenere, una “…villa al Fezano et un giardino e casa d’abitazione in loco detto il Netto, con sue dipendenze compresa la capella con i suoi mobili…”. Certo è, quindi, che nel secolo XVI, circa due secoli dopo la nascita di Simonetta a Portovenere, nel 1453 i Cattaneo Della Volta avevano ancora possedimenti in questo lembo del Levante Ligure; non erano dello stesso ramo, è vero, ma non sappiamo come quei beni e da quando fossero nelle disponibilità di Filippo Cattaneo.
Un angolo non così esposto come Portovenere al fremere irato di Nettuno tra le rocce, usando ancora un’immagine del Poliziano, ma più appartato e quieto, un promontorio immerso negli ulivi della sponda occidentale del “più bel Golfo dell’universo” affacciato verso le Apuane e l’Appennino. Oggi lo circonda l’invadente edilizia nei nostri giorni e la trafficata strada per Portovenere, realizzata dai francesi, che ha diviso in due parti la magnifica tenuta agricola dei Cattaneo situata proprio sull’estremità orientale della punta del Fezzano o del Cattaneo, come citano certe carte topografiche della fine del Settecento, preceduta da un ampio portale, a tutto sesto, ornato di pinnacoli ai lati della copertura.

L’unità della tenuta collinare o villa agricola con frantoio e della casa padronale con il giardino, circondato da ampie muraglie, è stata analiticamente rappresentata dalla brigata francese del comandante Clerc intorno al 1812, quando venne a rilevare il golfo per insediarvi, secondo il volere dell’imperatore, un nuovo e potente arsenale. La riviera da Portovenere a Cadimare è disegnata con dettaglio minuziosissimo, casa per casa, terrazza per terrazza, sentiero per sentiero: di villa Cattaneo si vedono le muraglie del giardino e l’edificio sulla sponda sinistra del canale del Netto scavalcato da un ponte-ingresso collegato direttamente al primo piano nobile della pregiata dimora. Era sostenuto, immagino, da una struttura muraria voltata con fondi e cantine direttamente collegati al giardino circondato da mura che, immaginiamo, ornato di pergole vitate, frutti, agrumi, fiori ed erbe profumate.
La casa aveva un secondo piano nobile e le tipiche finestrelle del sottotetto a padiglione dal quale sporgeva un’altana affacciata sul seno di Cadimare, forse resto di una torre antica come suggerisce Rachele Farina nel suo saggio dedicato a Simonetta. Si potevano vedere, a settentrione, il piccolo approdo ed il promontorio sormontato dalla torre di San Girolamo e, forse, anche il ribollire della polla d’acqua dolce che allontanava le onde salmastre, principale attrazione per i visitatori del Golfo. Verso sud-est si estendeva, la villa agricola adagiata sulla punta del promontorio. La circondava un percorso litoraneo fiancheggiato da “un continuo pergolato di viti, sorretto da pilastrelli di pietra” annotava il Bertolotti nel suo Viaggio nella Liguria Marittima parlando di Marola, ma lo stesso accadeva per la tenuta dei Cattaneo. Li riproduceva meravigliosamente Agostino Fossati, mentre Antonio Fontanesi ci lascia un’immagine romantica dell’ameno piano di Cadimare, allora completamente coltivato, della villa e di Fezzano con l’inconfondibile campanile a bulbo (2).
Roberto Ghelfi
1 I Cattaneo Della Volta. Vicende e protagonisti di una millenaria famiglia genovese, Sagep, Genova 2017, 3 voll.
(2) Antonio Fontanesi, Veduta di Lerici, Musei Civici di Reggio Emilia