L’asilo vecchio di Filattiera: ora la “storia di molti” è per tutti

Il libro scritto da Pietro Leoncini e Federico Lucchetti ricostruisce le vicende di un luogo nel quale in tanti “hanno trascorso una parte importante della propria infanzia”

“Una storia di molti”, difficilmente ci poteva essere un’indicazione più precisa di quella data dal sottotitolo del libro di Pietro Leoncini e Federico Lucchetti dedicato alla storia de L’asilo vecchio di Filattiera, volume recentemente dato alle stampe. 
Perchè, come scrivono gli stessi autori nel prologo, “abbiamo colto un rinnovato interesse per un luogo in cui molti, che sono vissuti a Filattiera nel Novecento, hanno trascorso una parte importante della propria infanzia e non solo. A distanza di oltre mezzo secolo, quel periodo, nella memoria di chi lo ha vissuto assume i tratti di un indimenticato ricordo: le prime giornate fuori casa, lontano dai genitori occupati nei propri lavori quotidiani; per alcuni periodi anche più lunghi , quando i genitori, emigrati in Svizzera, per lavoro e per necessità dovevano lasciare i figli a Filattiera”.
Il primo documento in cui si parla dell’asilo di Filattiera è del 30 giugno 1933, quando l’allora parroco, don Pietro Oppi, e la madre superiora, Suor Serafina Formai, scrivono una lettera all’Ente Interprovinciale Infantile di Massa in cui in pratica “battono cassa” cercando di racimolare qualche soldo per la struttura. Infatti l’attività dell’asilo stava per partire, grazie all’iniziativa di don Oppi che aveva preso in affitto l’ex caserma dei Regi Carabinieri (in via Santa Maria, dove poi, storicamente, per i filattieresi ci sarà la sede dell’asilo) e aveva deciso di affidare la direzione alle suore dell’asilo infantile di Soliera, che era stato chiuso poco tempo prima. La decisione di aprire l’asilo a Filattiera era legato, spiegano don Oppi e suor Serafina nella missiva, al “deplorevole stato d’abbandono” dei bambini da parte dei genitori, quasi tutti impegnati nei lavori dei campi. Detto questo il parroco e la suora provavano a chiedere “un congruo assegno annuo che valga ad assicurare la vita e il funzionamento” della struttura. Una richiesta che, purtroppo, si rivelò un buco nell’acqua. 
Ma nel frattempo l’asilo incominciò la sua attività, precisamente il primo luglio del 1933, come annota nel 1943 nel liber chronicus della parrocchia di Filattiera lo stesso don Oppi. Un asilo il cui finanziamento fu affidato “alla carità cittadina e allo spirito di sacrificio delle suore” che operavano senza pretese di compensi in denaro. E che riuscì ad andare avanti, come annota con soddisfazione il parroco dopo un decennio di vita. 
Nel giugno 1949, la Parrocchia (allora retta da don Achille Carli) decise di acquistare i locali di proprietà della famiglia Giuliani. Una vendita sicuramente fatta a prezzo di favore (150 mila lire, più o meno l’equivalente oggi di tremila euro) ma che prevedeva l’obbligo di far celebrare due Sante Messe all’anno: una per la defunta moglie del venditore Castellano e l’altra per i defunti di casa Giuliani. L’asilo si ingrandì poi nel 1951, grazie alla donazione della signora Itala Bernardini, dei locali destinati al refertorio e al ricreatorio. Con l’asilo che raggiungeva così la dimensione odierna. Nel 1973 l’amministrazione di Filattiera, con sindaco Vittorio Caldi, decise di municipalizzare l’asilo parrocchiale per uniformare il servizio scolastico. Con il primo ottobre 1973 vennero incaricate le due suore in servizio, assunte dal Comune, suor Immacolata e suor Rosalia. Nel 1976 l’amministrazione guidata da Paolo Zammori, si attivò per ottenere la trasformazione dell’asilo in scuola materna statale, per garantirne maggiori risorse economiche. Questo permise tra le altre cose, di fa diventare le due Suore, dal primo ottobre di quell’anno, dipendenti di ruolo a tutti gli effetti. Suore che continuarono la loro attività sino alla relativa pensione, nel 1991 e nel 1994. 
Ma oltre alla storia dell’asilo, il libro è anche un concentrato di memorie e di eventi che si intrecciano con la vita della comunità filattierese. Quindi fotografie, il racconto dei parroci e delle suore che si sono succeduti nel corso dei decenni, senza dimenticare gli aneddoti di chi, passato dall’asilo, ricorda ora con un velo di nostalgia e di affetto quegli anni.  
 

Il recupero dell’asilo

Un asilo che, recentemente ha ripreso vita. Tutto grazie al “Comitato per l’asilo vecchio” che nel 2017 decise di recuperare i locali che si trovavano in stato di degrado. Un lavoro di restauro reso possibile grazie ai tanti volontari e alle tante iniziative messe in campo per la raccolta dei fondi necessari.
Tanti sono stati gli interventi realizzati: dai nuovi impianti elettrici e di riscaldamento, alla sistemazione delle porte e degli infissi, dal recupero di alcune parti in sasso al ripristino degli intonaci. E così, oggi, l’asilo vecchio è la sede di alcune associazioni locali, con l’edificio che continua a mantenere un ruolo centrale nella vita della comunità filattierese.
(Riccardo Sordi)

Share This Post