“Giornata della cultura” ad Assisi per gli insegnanti di religione

Un folto gruppo della nostra diocesi accompagnato dal vescovo fra’ Mario

A fine agosto un gruppo di insegnanti di religione della nostra diocesi, accompagnati dal vescovo fra’ Mario e dai direttori dell’Ufficio scuola, don Mario Tucci e Walter Fiani, si sono recati ad Assisi per la tradizionale “giornata della cultura”. L’annuale appuntamento è stata l’occasione per intensificare le relazioni umane e accrescere la “fraternità”, tra insegnanti e per potenziare le proprie competenze didattiche. Al centro della “giornata”, la figura di san Francesco e il suo carisma. Alcuni partecipanti, al mattino, si sono recati a pregare sulla tomba del beato A fine agosto un gruppo di insegnanti di religione della nostra diocesi, accompagnati dal vescovo fra’ Mario e dai direttori dell’Ufficio scuola, don Mario Tucci e Walter Fiani, si sono recati ad Assisi per la tradizionale “giornata della cultura”.
L’annuale appuntamento è stata l’occasione per intensificare le relazioni umane e accrescere la “fraternità”, tra insegnanti e per potenziare le proprie competenze didattiche. Al centro della “giornata”, la figura di san Francesco e il suo carisma. Alcuni partecipanti, al mattino, si sono recati a pregare sulla tomba del beato Carlo Acutis, custodita nella chiesa di Santa Maria Nuova, in piazza Vescovado. Un momento di intensa commozione, davanti al corpo del giovane adolescente che definiva l’eucarestia “la mia autostrada verso il cielo”.
Dopo una breve introduzione sulla storia dei due grandi complessi architettonici, padre Marco Moroni, il custode del “Sacro Convento” ha accompagnato il gruppo nella basilica inferiore, alla tomba che custodisce le spoglie del Santo e dei primi quattro seguaci: frate Rufino, frate Leone, frate Masseo e frate Angelo Tancredi. Con fine competenza artistico-teologica, il religioso ha raccontato il carisma francescano nelle sue molteplici sfaccettature, attraverso le narrazioni pittoriche degli artisti più famosi del XIII e XIV secolo. Ad Assisi, tra il 1250 e il 1320, si è dispiegato il miracolo della rivoluzione pittorica italiana; è possibile vedere “con i propri occhi” il cambiamento del linguaggio artistico che dalle forme più bizantineggianti, passando per il gotico, si apre a quello che sarà l’umanesimo e il rinascimento. San Francesco viene presentato, fin da subito, come “alter Christus”, gli episodi più significativi della sua vita diventano quadri esemplari che tutti possono comprendere e fare propri. Di lui vengono esaltate le virtù e la scelta di vivere povero, casto ed obbediente. La sua proposta religiosa non esce però dal perimetro della Chiesa e diventa una delle colonne portanti della riforma “in capitiis et in membris” per il rinnovamento della fede. L’attenzione agli ultimi e a tutte le creature, diventano lo “stile” di un cristianesimo inclusivo e accogliente.
Al termine della visita, fra’ Mario, frate minore, e fra’ Marco, conventuale, si sono trattenuti in un amorevole e francescana discussione sulla grande lezione di vita del loro santo, mostrando come certe divisioni nell’ordine siano ormai retaggio del passato. Ma quale lezione hanno potuto trarre gli insegnanti dall’incontro con Francesco di Assisi? Non ha dubbi don Mario Tucci: “San Francesco è un modello: semplicità, amore per le creature, passione per l’educazione, obbedienza alla Chiesa, sono alcune delle caratteristiche che si possono cogliere nella sua scelta di vita e nel modo di incarnare la fede e che dovrebbero contrassegnare la fede di ogni docente”, mentre Walter Fiani ha ribadito che “l’insegnante di religione svolge un ruolo fondamentale, con la sua forza inclusiva, e la capacità di veicolare, con il linguaggio della scuola, i contenuti previsti dai programmi e proposti dall’Ufficio diocesano attraverso il laboratorio di cultura religiosa locale. L’esempio di San Francesco, con la forza della sua fede e della sua umanità, è per tutti un punto di riferimento”.
Fra’ Mario ha invece ricordato che San Francesco, nella sua perenne attualità, può proporre alla nostra diocesi una bella lezione di vita: “da lui possiamo comprendere l’umiltà e che sola può generare autentica fraternità. Queste due dimensioni sono indispensabili per costruire la comunità”. Nel pomeriggio in una cappella adiacente a Santa Maria degli Angeli, la chiesa che racchiude la Porziuncola, è stata celebrata la messa, presieduta dal vescovo e concelebrata da don Mario Tucci. Prendendo spunto dalla liturgia del giorno, il Vescovo, ha sottolineato di nuovo il valore dell’umiltà come specifica peculiarità del vivere cristiano.
Infine, durante il viaggio di ritorno in pullman, Fra’ Mario ha “spiegato” brevemente la storia dell’ordine francescano e delle sue divisioni, e la differenze che si manifestano anche nel colore e nella forma dell’abito. “Ma alla fine tutti – ha concluso – cercano di avvicinarsi all’esempio del fondatore per ritrovare la freschezza del carisma originario”.

Ren. Bru.