Emigrazione femminile, nel territorio Bagnone
Panorama del castello di Bagnone
Panorama del castello di Bagnone

Francesca Guastalli, direttrice “ad honorem” del Museo “Archivio della Memoria”, unitamente alla filologa Monica Armanetti, hanno organizzato insieme all’Istituto “Valorizzazione Castelli” una serata molto partecipata, nella suggestiva piazzetta di S. Maria a Bagnone, dal tema “Emigrazione femminile, nel territorio bagnonese”. La prima parte è stata dedicata alla emigrazione in terre lontane, soprattutto, in “Merica”. La disponibilità di Renzo Barbieri, passato a miglior vita, di accedere al ricco archivio di famiglia con materiali che hanno viaggiato dalle due sponde dell’Oceano per oltre un secolo, ha permesso di ricostruire la lunga odissea di una numerosa famiglia bagnonese che ha trapiantato i valori lunigianesi nel Nuovo Mondo. Al centro Carmela Barbieri che giunta, dopo un viaggio avventuroso, a Weed, non lontano da San Francisco, alleva sette figli adoperandosi, in mille modi, per aiutare i conterranei. Con intraprendenza, spirito di sacrificio e voglia di “farcela” diventerà una “icona” delle donne lunigianesi, nel mondo.

A seguire, il racconto delle “Barsane”, ossia di quell’esercito di donne che, dai nostri borghi accovacciati ai piedi dei monti, si spostarono nella vasta Pianura Padana, una sorta di Eldorado nostrano, per la vendita ambulante di chincaglieria ed altre povere cose. Dapprima svolsero il lavoro di “serva”al servizio di venditori con, alle spalle, piccoli capitali, poi, cominciarono a lavorare”in proprio” usando ceste, fagotti, cassette, carrettini … per trasportare la merce. Donne coraggiose, l’anello forte per aver retto le sorti di famiglie divise da consistenti fenomeni migratori.
Sfidando la miseria che, in Lunigiana era di casa, hanno saputo dapprima resistere ed, in seguito, affermarsi. Per vincere, per sogno, per onore, per l’alto senso di responsabilità… Anche se, oggi, la “Barsana” rimane lontano ricordo aleggia ancora, nei racconti di chi ha parecchie primavere sulle spalle. Vissuti che profumano di cose antiche, di momenti di stenti, di duro lavoro, cementati da desiderio di riscatto, costellato di profonda dimensione umana. Perché la “Barsana” fu un’isola schietta di umanità in cui si vendeva roba, ma, in primis, nostalgia e sofferenza per il distacco dagli affetti veri. Bellissime le foto d’epoca proiettate sullo schermo.
Il sindaco Giovanni Guastalli ha consegnato alle figlie di Renzo Barbieri, custodi degli “amarcord” del padre, una bella pergamena. Come epilogo della serata, chi scrive ha letto due poesie: “Emigrante e Paese natìo”. Nella cornice di un cielo pieno di stelle. Quasi a vegliare sulle storie narrate che appartengono a ciascuno di noi. Ed ai nostri ragazzi.

Ivana Fornesi