Archiviata la Camera di Commercio provinciale: da luglio al via la nuova Camera “Toscana Nord-Ovest”

Cessa dopo 161 anni la Camera di Commercio di Massa Carrara. Al suo posto un nuovo ente camerale con Lucca e Pisa. Preoccupazione per la rappresentanza del mondo produttivo apuano e lunense nella nuova aggregazione.

La sede della camera di commercio di Carrara
La sede della camera di commercio di Carrara

La storia della Camera di Commercio di Massa Carrara è giunta all’epilogo: alla fine, dopo resistenze politiche e ricorsi al TAR e alla Corte Costituzionale, l’ente di promozione del sistema economico della provincia apuana ha chiuso la propria storia lo scorso 30 giugno: dal primo luglio le sue funzioni sono passate alla Camera di Commercio “Toscana Nord-Ovest”, comprendente le province di Massa, Lucca e Pisa. In Toscana la nuova Camera rappresenta l’ultima fusione dopo quella di Prato e Pistoia, nata nel 2020, di Arezzo e Siena (2018), di Livorno e Grosseto (2016), mentre permane la Camera di Commercio di Firenze, l’unica con più di 75 mila imprese, la soglia minima stabilita per evitare la l’accorpamento. Termina così una storia di 161 anni trascorsa nelle sedi che si sono succedute nel centro di Carrara e che ha accompagnato lo sviluppo economico e i tanti travagli del sistema economico apuano e lunense. La nuova Camera di Commercio, che ha sede legale a Viareggio, insiste su un territorio di quasi un milione di abitanti. Con i suoi 25 miliardi di euro di valore aggiunto prodotto ogni anno dal sistema (un quarto di quello della Toscana), le 133mila imprese commerciali, industriali agricole e artigiane delle tre province danno lavoro, assieme alle Pubbliche Amministrazioni, a 400mila persone, pari al 26% dell’occupazione regionale. All’interno di questo panorama si trovano quasi mille piccole e medie imprese, di recente costituzione (le c.d. “start-up”) o già affermate nei settori innovativi del mondo digitale, parallelamente a realtà manifatturiere riconosciute a livello internazionale. Nella nuova realtà nulla cambia per quanto riguarda le funzioni amministrative dell’Ente, che continua le proprie attività nelle sedi provinciali, dal registro delle imprese a tutte le altre funzioni di tenuta e aggiornamento di albi, elenchi, ruoli, nei quali vengono registrati e certificati i principali eventi che caratterizzano la vita di ogni impresa; sotto il profilo occupazionale la nuova conformazione interprovinciale della Camera di Commercio non ha determinato esuberi o ricollocamenti del personale; anzi, da più parti si guarda alla nuova configurazione come opportunità per bandire nuovi concorsi e rinforzare piante organiche sottodimensionate.

Dino Sodini, ex presidente della Camera di Commercio
Dino Sodini, ex presidente della Camera di Commercio di Massa Carrara

È sul piano delle attività promozionali e delle attività di studio e analisi che l’unione di Massa Carrara, Lucca e Pisa proietta forti dubbi sui singoli territori, a partire da quello apuano, più debole economicamente e periferico da un punto di vista geografico. Alla riduzione dei fondi per il sostegno all’internazionalizzazione delle imprese e allo sviluppo economico locale, già ridotti a seguito della riduzione dei tributi camerali del 2015 si unisce adesso il fatto che ai bandi parteciperanno le imprese di tre diverse realtà economiche. Ripercussioni anche per le attività di studio e ricerca: Massa Carrara perde l’Istituto di Studi e Ricerche (ISR), il centro studi che dal 2001 ha prodotto i Rapporti sull’economia provinciale e tante altre ricerche che hanno raccontato le trasformazioni dell’economia locale e offerto spunti per l’interpretazione del tessuto produttivo e per le politiche di indirizzo. Il personale dell’ISR, dopo i tentativi di salvare il know-how dell’istituto, è confluito nell’unica azienda speciale prevista per la Camera “Toscana Nord-Ovest” e a giugno ha presentato il suo ultimo rapporto annuale. Anche sul piano della governance Massa Carrara, forte di 27 mila imprese circa, contro le 52 mila di Pisa e le 51 mila di Lucca, potrebbe andare incontro a una forte penalizzazione. Già nel 2018, l’allora presidente della Camera di Commercio di Massa Carrara, Dino Sodini, avvertiva dei pericoli della fusione. «Ci saranno 30 consiglieri – dichiarò allora Sodini, annunciando un ricorso al Tar dichiarato improcedibile nel novembre 2021 – che poi diverranno 20. Se non ci faranno la cortesia di riservarci dei posti, c’è il rischio che rimarremo senza rappresentanti». Un rischio che si è concretizzato con l’elezione del primo consiglio della nuova camera. Fanno riferimento direttamente al territorio apuano lo stesso Dino Sodini, il presidente degli industriali di Massa Carrara Matteo Venturi e l’imprenditrice del settore alberghiero Sabrina Giannetti. Ancora peggio le sorti della provincia di Massa nella giunta camerale, presieduta dal pisano Valter Tamburini: nell’organo esecutivo non è entrato nemmeno un apuano.

(Davide Tondani)