

Come diceva il geniale musicista americano Frank Zappa “parlare di musica è un po’ come danzare di architettura”, segnalando così la difficoltà, se non l’impossibilità, di raccontare con le parole le emozioni che scaturiscono dall’ascolto delle sette note.
E questo è ancora più vero quando le musiche sono di altissimo livello come è stato il caso del concerto che si è tenuto mercoledì 3 agosto all’oratorio di Nostra Donna. Protagonista Nicola Orioli, originario di Pontremoli, da anni trasferito in Svizzera e che si è imposto sulla scena musicale europea come sassofonista, clarinettista e compositore e ma senza mai dimenticare sua terra natia in cui ritorna tutte le estati. Solo lui il suo clarinetto hanno tenuto banco (con alcune basi preregistrate) per un concerto che ha emozionato e coinvolto i numerosi partecipanti.
Un concerto che proponeva un cammino fatto di tante forme diverse di musica, dove il suono della contemporaneità si fondeva con momenti della storia della musica: così si potevano sentire mediazioni jazz e barocche in un viaggio tra Coltrane e Bach, poi assoli che richiamavano i suoni quasi glaciali della chitarra elettrica, cui si mischiavano sensazioni calde ed esotiche, quasi arabeggianti, e ancora brani jazz dalla venatura melodica che potevano essere cantati dalla bocca impastata di fumo e di classe di Paolo Conte.
Un suono fatto di continui cambi di coloritura e di intensità quasi che le note dovessero lottare per poter esplodere con tutta la loro forza. In questo modo si veniva travolti da una saturazione di suoni, fino quasi a scoppiare, seguite da lunghe pause intimiste.

Le composizioni si muovevano suadenti in complesse tessiture ritmico-melodiche che si riuscivano a risolvere in frasi talvolta semplici ed efficaci ed altre in articolate dinamiche cromatiche. La musica si evolveva senza adagiarsi sui dettami delle prime battute; sonorità che si lanciavano in ardite esplorazioni fino a giungere ai confini della propria capacità espressiva. Su tutti si ergeva il suono limpido e cristallino del clarinetto di Orioli, sempre pronto a ritagliare con morbide carezze la sonorità del brano trasportando il pubblico quasi in una sorta di dimensione onirica, riuscendo poi ad impennare la melodia trascinandola in una galoppata travolgente che lasciava senza fiato. Una musica certo non di impatto immediato ma piena di fascinazioni sonore che ha raccolto il meritato tributo di applausi da parte del pubblico presente in sala.
Un grande concerto anche dall’importante valore culturale perché durante la serata c’è la raccolta di fondi per riuscire ad effettuare importanti interventi di restauro all’oratorio. Perché, come spiegato dalla ex sindaca Lucia Baracchini e dal parroco, don Pietro Pratolongo, sono necessari circa 100 mila euro per riparare il lucernario da cui filtra l’acqua e che rischia di danneggiare i preziosi affreschi del soffitto. 70 mila euro li mette a disposizione la CEI, c’è ora bisogno di reperire la somma mancante ed anche Orioli (e tutti i partecipanti alla serata) ha dato il suo contributo.
Per chi volesse effettuare una donazione, l’IBAN su cui effettuare il versamento, è il seguente: Parrocchia dei SS Giacomo e Cristina IT42I0623069962000056883326 Credit Agricole Pontremoli. Causale Restauro Nostra Donna. (r.s.)