
Autorità e una folla festante: ricostruito e aperto al traffico in 13 mesi il ponte crollato nell’aprile 2020. Rimangono i problemi: la rotonda sulla Cisa e la viabilità complessiva della bassa val di Magra.

Che quella del 30 aprile sarebbe stata una giornata storica per le popolazioni di Bettola, Caprigliola e Santo Stefano da un lato e Albiano e Ceparana dall’altro, lo si è capito già al mattino presto, quando sulle due sponde del Magra decine di persone erano in attesa dell’inaugurazione del ponte che dopo 2 anni e 22 giorni è tornato a unire le comunità rivierasche della media val di Magra. Anziani – qualcuno vestito a festa – famiglie, i bambini della scuola primaria di Albiano, le filarmoniche di tre paesi, parroci, gente di tutta la Lunigiana e della piana del Vara che per due anni ha subito sacrifici per recarsi al lavoro o a scuola su lunghi percorsi alternativi, tutti pronti ad attraversare a piedi i 291 metri del nuovo ponte una volta terminata la cerimonia inaugurale officiata alla presenza delle massime autorità: i presidenti di Toscana e Liguria e Giani e Toti, il viceministro alle Infrastrutture Morelli, il sindaco di Aulla Valettini assieme a membri della giunta comunale, il presidente della Provincia di Massa Lorenzetti, il presidente e l’amministratore delegato di Anas, Valente e Isi.

E poi il commissario straordinario Soccodato, vero artefice della ricostruzione in tempi che confermano l’eccellenza dell’ingegneria civile italiana e delle sue maestranze: quelle di Fincantieri, Fagioli, Sales e Italscavi, le imprese protagoniste dei circa 400 giorni di cantiere. Successivamente ai saluti istituzionali, la gioiosa “processione laica” che ha attraversato il ponte dopo il taglio del nastro ha rappresentato al meglio lo spirito che animava la moltitudine accorsa sulle sponde del Magra, desiderosa di rinsaldare quei vincoli di vicinanza e cooperazione interrotti la mattina dell’8 aprile 2020.

Due volti in particolare possono essere considerati il simbolo dell’inaugurazione: quello di Felice Tanzi, uno degli operai ancora viventi protagonisti nel 1948 della ricostruzione del ponte successiva alla distruzione sul finire della seconda guerra mondiale, e quello di Andrea Angelotti, il corriere superstite del crollo, ancora alle prese con il decorso medico e umano di quel volo incredibile, ma vivo e circondato dall’affetto di tutti. Un raggiante sindaco di Aulla ha rivendicato il successo della difficile scelta di costruire subito un ponte definitivo anziché uno provvisorio, una scelta messa a dura prova dall’inerzia della struttura commissariale affidata ad un presidente di Regione a fine mandato (Enrico Rossi) e dal clima politico e sociale fattosi rovente dopo la bocciatura del progetto delle “rampe” sull’A15 portato avanti dallo stesso Valettini. La scommessa vinta dal sindaco di Aulla avrebbe certamente potuto realizzarsi prima, se i maggiorenti del PD locale e regionale non avessero concordato la scelta di fare della ricostruzione una questione tutta toscana, escludendo una collaborazione con la sponda ligure, targata centrodestra, che avrebbe potuto produrre una pressione trasversale a fare presto sulla Ministra delle Infrastrutture De Micheli che, al contrario, si presentò ad Aulla e Albiano, nella campagna elettorale regionale del settembre 2020, 5 mesi dopo il crollo, senza alcuna soluzione concreta da mettere sul tavolo. Solo la nomina a commissario straordinario del dirigente Anas Fulvio Maria Soccodato, nel novembre 2020, ha dato termine all’inerzia e permesso di riunire le due sponde del Magra in tempi comunque soddisfacenti consentendo, in un’assolata mattina di primavera, di scacciare il buio e le polemiche di tanti mesi con una bella festa popolare.
(Davide Tondani)
La scheda tecnica
Il nuovo ponte sul fiume Magra è composto da quattro campate per una lunghezza complessiva di circa 288 metri. La carreggiata è costituita da due corsie di larghezza pari a 3,5 metri, completate da banchine laterali da 1,25 metri, oltre a due piste ciclopedonali poste su entrambi i lati, per una larghezza totale di 16,90 metri. L’impalcato è realizzato in struttura mista acciaio-calcestruzzo costituito da travi in acciaio ad altezza variabile con sovrastante soletta in cemento armato e poggia su tre pile e due spalle. Ognuna delle tre pile poggia su fondazioni sostenute da 29 pali interrati in calcestruzzo armato, per un totale di 87 pali da 1 metro di diametro per oltre 30 metri di profondità.
Finanziati la nuova rotonda e la soluzione per il nodo viabilistico

Gli interventi di completamento della viabilità previsti dal progetto esecutivo, già totalmente finanziati all’interno dei 23 milioni di euro stanziati (di cui 13 per il ponte) costituiscono il “secondo tempo” della ricostruzione. Parliamo della rotonda che unirà statale della Cisa e ponte e, soprattutto, dell’intersezione con la strada di Caprigliola e dell’attraversamento di Bettola. Interventi, gli ultimi due, che scontano alcune criticità: quelle legate alla tenuta del versante collinare su cui costruire la nuova adduzione per Caprigliola e quelle legate alle proteste degli abitanti di Bettola, contrari all’attraversamento del sobborgo per evitare la doppia curva sotto la vecchia ferrovia. Si tratta di interventi fondamentali che i tecnici dovranno affrontare con l’obiettivo di fluidificare e rendere sicura la circolazione in un tratto estremamente critico della viabilità della media Lunigiana. E mentre le macerie del vecchio ponte – annuncia Anas – verranno rimosse completamente entro fine anno, la questione della viabilità dell’area di confluenza Magra-Vara rimane in parte aperta. Completati gli interventi di messa in sicurezza della strada della Ripa, il mondo produttivo di Albiano e Ceparana, sostenuto da tutte le forze politiche locali chiede a gran voce che le “rampe” di accesso all’A12, così preziose nel limitare i disagi degli ultimi 10 mesi, diventino un vero e proprio casello permanente. Nello stesso tempo Regione Liguria ha affidato i lavori del primo lotto del ponte che unirà Ceparana a Santo Stefano: un’opera a forte impatto ambientale e di dubbia utilità nel ridurre il traffico sulla Cisa, che nei primi giorni lavorativi successivi all’apertura del ponte è subito tornato ai livelli critici del febbraio 2020, con il conseguente disagio per il territorio santostefanese. (d.t.)