Ponticello: ricordo di Maria Marchetti custode della memoria, testimone della cultura
Podere La Casella, Filattiera, primi anni Duemila: Maria Marchetti, al centro con Luigi Veronelli. Si riconoscono anche Gian Battista Martinelli (primo a sinistra) e la sig.ra Annita Chiappa Baldrighi (prima a destra)

Sabato mattina ci siamo alzati che stava nevicando: Ponticello sotto la neve il 2 di aprile, un avvenimento curioso che verrà ricordato negli annali di meteorologia, ma noi dell’associazione di Ponticello avremo nella memoria che in quel giorno è venuta a mancare Maria Marchetti e veniva la neve di primavera.

Sembra proprio uno di quegli aneddoti che lei ricordava e sapeva raccontare con grande maestria, spaziando dalle feste religiose ai banchetti di nozze a tutte quelle scene di vita quotidiana di una civiltà contadina in una piccola comunità di campagna povera ma piena di giovani e di speranza. Con Maria perdiamo una testimone diretta di quella pagina nera della nostra storia che è stata la seconda guerra mondiale. Lei ricordava così il primo bombardamento: “… avvenne il giorno di S. Pietro del ‘44. Ero nei prati di sopra con le mucche, sganciarono le bombe, due caddero nei prati di sopra, una nella selva, e le mucche avevano paura, e poi mitragliavano, io mi ero messa sotto un castagno. Gli aerei facevano la picchiata e poi risalivano in alto, rigiravano e poi di nuovo venivano a mitragliare”. 
Oppure il tragico evento dell’eccidio di Ponticello:  “Davanti al portone, dove era avvenuta la fucilazione c’era tanto sangue e vi furono fatti passare le donne i bambini e i vecchi a piedi scalzi e obbligati a battere i piedi nel sangue delle vittime, che erano lì in terra davanti a loro”.
 Non possiamo non ricordare il suo grande contributo alla manifestazione dei “Mestieri nel borgo” dove ogni anno riscopriva vecchi mestieri ad iniziare dal bucato con la cenere. E poi la sua passione per la cucina, suo lavoro di una vita. Riporto in proposito uno stralcio dal libro “Bianco Rosso e Veronelli” dove il grande cultore della enogastronomia genuina, a proposito della Maria, scrive: “Fu uno spettacolo seguire l’anziana signora che con gesti eterni sfornava, scolava e condiva. Sacerdotale. Atemporale. Muta. Non c’era bisogno di spiegare alcunché, la cerimonia si commentava da sé. Fu una esperienza plateale, palatale, totale, che mi s’è impressa nella cucurbita assai più di una apponziata puntata all’enoteca Pinchiorri, Chez Vissani, alla Locanda dello Gnorri”. (Alessandro Martinelli)
 
Per noi, al Corriere Apuano, Maria Marchetti era sinonimo de  “La cucina del mezzadro”, fortunata pubblicazione firmata da lei e da Gian Battista Martinelli. Un libro che ha scritto una pagina importante per il recupero e la salvaguardia della memoria locale; non un ricettario, o almeno non solo. Gian Battista aveva legato la descrizione dei piatti alla stagionalità dei prodotti e alla vita nella campagna dei decenni passati con il lavoro scandito dai tempi e dalle (dure) condizioni mezzadrili che sono durate a lungo nel nostro comprensorio. Ogni ricetta era stata fissata sulla carta solo dopo lunghi colloqui tra Maria e Gian Battista e, non di rado, dopo averla sottoposta a rinnovate prove pratiche, tra il tavolo e i fornelli, la madia e la stufa. Era il 1999: del libro sono state realizzate più edizioni ed è ancora in bella mostra in vendita sugli scaffali delle librerie, fatto davvero unico a testimonianza di una originalità e genuità più unica che rara. Proprio come erano i suoi autori. Ora anche Maria ci ha lasciati: a lei va il nostro grande ringraziamento e il commosso ricordo per quanto ci ha donato. Al figlio Pietro e ai familiari le più sincere e sentite condoglianze della Redazione.                       (p. biss.)