
Fatto costruire dalla potente e ricca famiglia Curini. Previsto anche il recupero del giardino all’italiana

Rinascerà a nuova vita il palazzo “Buglia”, già “Curini Galletti”, di via Mazzini a Pontremoli: l’iniziativa di far “risorgere” dalle proprie architetture fatiscenti è della famiglia Longo: Pietro, noto a Pontremoli per altre importanti operazioni immobiliari realizzate con la sua società Edil Stabili Invest srl di Parma, ha infatti iniziato imponenti opere di recupero e restauro conservativo dell’immobile acquistato dagli ultimi proprietari, la famiglia Bugli. L’imprenditore, sulla base di idee innovative, promette non solo di recuperare il palazzo così come era stato pensato secoli fa dalla famiglia Curini ma anche di mettere a disposizione unità abitative di ultima generazione, in classe energetica A4 (la più elevata), spingendo al massimo la sostenibilità ecologica e realizzando abitazioni a “bolletta zero” per garantire agli acquirenti il risparmio pressoché totale sul riscaldamento, l’aria condizionata, l’energia elettrica, l’acqua potabile, l’acqua sanitaria etc. “Il nostro progetto – spiega Pietro Longo – prevede di recuperare il palazzo restituendogli l’aspetto originario, senza alcuna trasformazione, intervenendo anche sulla parte che ora è un semplice cortile ma che in origine era destinata a giardino, realizzato all’italiana, con vasca lobata centrale, vialetti contornati da siepi di bosso a formare un disegno simmetrico, percorsi che portavano a due scale specchiate che permettevano di raggiungere un belvedere, ancora oggi esistente, con affaccio sull’attuale viale dei Mille e vista verso i poderi della Costa di Pontremoli”. E ad impreziosire ancora di più il giardino erano statue di marmo che, come altri decori, ma anche mobili, suppellettili e quanto altro rendeva unico il palazzo da tempo non ci sono più. “Lo stesso giardino – spiega ancora Longo – è stato frazionato e parzialmente alienato con conseguente realizzazione di opere che non trovano omogeneità con il contesto, pregiudicando l’unitarietà e la continuità delle caratteristiche storico monumentali del giardino stesso. Tanto è vero che la stessa Amministrazione Comunale di Pontremoli sta cercando di favorire un accordo fra le proprietà, affinché il giardino torni allo splendore originale, ritenendolo patrimonio della comunità pontremolese”.


Il restauro prevede anche il recupero degli affreschi che decoravano gli ambienti nobiliari del piano primo e l’utilizzo di materiali compatibili con le caratteristiche storico-architettoniche dell’immobile. A questo si affianca sostenibilità e risparmio energetico: un impianto ad energia geotermica garantirà il riscaldamento invernale e il condizionamento estivo ma anche la produzione di acqua calda sanitaria, grazie al calore che arriverà dal sottosuolo con adduzione a circa 120 metri di profondità. Pannelli fotovoltaici garantiranno energia elettrica dal sole che, oltre all’utilizzo negli alloggi e nelle parti comuni, permetterà di immagazzinarne una parte in speciali accumulatori e di cedere in rete la parte non utilizzata. Sarà pure rimessa in uso la grande cisterna esistente sotto il palazzo così da recuperare acqua pulita per l’uso sanitario ma anche per possibile uso potabile garantendo le analisi periodiche sulla sua qualità. I lavori sono iniziati da qualche tempo, come svela la grande gru. L’ipotesi è di concluderli entro un anno, con la realizzazione di 19 unità immobiliari anche grazie all’utilizzo degli spazi al piano terra che si affacciano su via Mazzini. “L’immobile – spiega ancora l’imprenditore – era in disuso e inagibile, per la mancanza di qualsiasi opera di manutenzione, con parziali crolli e danni diffusi. Noi vogliamo recuperare anche la terrazza con la balaustra che si affaccia sulla strada statale e il giardino interno, pur essendo quest’ultima un’operazione condizionata dall’accordo con le altre proprietà, così da riportare il palazzo come era all’origine”.


Palazzo Curini era una delle residenze nobiliari più in vista di questa parte del centro storico che, oltre al teatro della Rosa, poteva vantare la presenza delle eleganti dimore delle famiglie Petrucci, Cavalli e Maracchi, tutte affacciate sull’attuale via Mazzini e ampia visuale sul fiume o sulla collina retrostante visto che tra il borgo e la campagna, fino alla seconda metà dell’Ottocento, non esisteva né la Statale né la ferrovia e i grandi giardini, delimitati da muri di recinzione, si proiettavano su questa parte rurale di Pontremoli. Per realizzare l’immobile la famiglia Curini, originaria della Pieve di Saliceto, aveva fatto unire e ristrutturare due immobili adiacenti. Capostipite era quel Corradino Curini nato in località Gozzola e trasferitosi nel capoluogo verso la fine del Trecento. Come ricorda lo storico Nicola Zucchi Castellini, la famiglia si era poi divisa in molti rami e “gli appartenenti ad uno di questi erano già stati ammessi, nel sec. XVIII, alla nobiltà di Pisa”. Nel Cinquecento i Curini erano personaggi ricchi, in vista e molto influenti: un Biagio era segretario niente meno che di Cosimo I de’ Medici, ma anche insegnante di diritto civile e poi rettore a Pisa, così come lo sarebbero stati i suoi figli ancora nel secolo successivo. La famiglia era arrivata a possedere più palazzi a Pontremoli, ma non vi è dubbio che quello di via Mazzini fosse tra i più sfarzosi e il suo giardino sia rimasto nella memoria della città: ampio, con passeggiate pensili e terrazze affacciate sulla campagna circostante, ricco di “magnifiche statue e vasi di limoni”. La rampa di un “maestoso scalone” saliva al piano nobile “fra logge, nicchie e ovali” che ospitavano statue e busti.
Paolo Bissoli