“Respiro” per gli orfani di femminicidio

Un progetto per “garantire protezione e cure ai figli delle vittime”

È stato presentato in un incontro pubblico dedicato alla condizione degli orfani di femminicidio e al diritto all’infanzia il progetto “Respiro – Rete di sostegno per percorsi di inclusione e resilienza con gli orfani speciali” al quale è stato assegnato un contributo di 3,3 milioni di euro. Tale progetto interviene in Campania, Calabria, Basilicata, Sicilia e Sardegna per promuovere la presa in carico integrata e tempestiva dei minori orfani che sono oltre duemila in tutta Italia, secondo i dati dell’ Osservatorio Con I Bambini-Openpolis 2021. La condizione di figli e figlie dei femminicidi, è stato detto, è “tanto complessa quanto ancora sommersa”, con “un impatto psicologico devastante” per i bambini orfani, ha riflessi e conseguenze su tutta la loro sfera di vita e coinvolge anche coloro ai quali vengono affidati.
La finalità generale del progetto quadriennale è raggiungere tutti gli orfani speciali con un modello di intervento che tenda alla standardizzazione, ma salvaguardi e promuova la prossimità e le relazioni personali, per rispondere adeguatamente ai tre obiettivi fondamentali dell’iniziativa “A braccia aperte”, riferiti a “realizzazione di interventi di presa in carico, formazione e inclusione socio-lavorativa degli orfani, sostegno delle famiglie affidatarie e dei caregiver, creazione o potenziamento della rete degli attori che a vario titolo si occupano degli orfani”, come ha spiegato Fedele Salvatore, presidente di Irene ’95 e direttore del progetto “Respiro”. 
Oltre alle attività di presa in carico degli orfani e dei loro caregiver, il progetto intende in primis creare sistema, nel senso di valorizzare l’esistente (a livello istituzionale e del privato sociale) e promuovere le opportune sinergie. Un’azione progettuale fondamentale sarà “quella della mappatura del fenomeno degli orfani speciali; non solo una ricognizione quantitativo-statistica di quelli già presenti sui territori e dei nuovi, ma anche una mappatura ‘ragionata’ degli orfani, dei loro bisogni, delle loro condizioni, di quanti a diverso titolo si occupano di loro e una ricognizione sulla normativa a livello internazionale, nazionale, regionale”. Nel corso del progetto verrà inoltre portata avanti una formazione specifica, mirata e continua, per operatori dei servizi socio-sanitari, dei Centri anti violenza e per gli altri professionisti (forze dell’ordine, personale del Tribunale ordinario e del Tribunale per i minorenni, legali, insegnanti, volontari delle associazioni, servizio Uepa). Parallelamente sarà condotta una attività di prevenzione e sensibilizzazione attraverso laboratori educativi diffusi.
“Il progetto – ha chiarito Fedele Salvatore – è partito a novembre,  ma essendo molto complesso ed ‘esteso’ territorialmente, siamo nella fase di avvio. Abbiamo comunque già diverse interlocuzioni con i ‘casi’ nei vari territori regionali. E, ahimè, siamo anche già anche intervenuti in alcuni casi di femminicidio tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022”  
(G.A. – Agenzia SIR)