
Si dilatano a dismisura i tempi: la conclusione era stata annunciata per la metà del 2020. Sollecitata dal Comune ora la Regione si muove e convoca una riunione per il 22 febbraio
Per le località periferiche quello delle connessioni lente alla rete è un problema al quale, da ormai una ventina d’anni, si cerca di dare una risposta con risultati spesso deludenti. Perché i sempre nuovi servizi che viaggiano lungo le “autostrade digitali” richiedono scambi di pacchetti di dati di sempre più grandi dimensioni, richieste alla quale la rete esistente quasi mai riesce a dare una risposta adeguata. Da tempo questa risposta è legata all’utilizzo della fibra ottica che però, per molte realtà come Pontremoli, sembra essere ancora un lontano miraggio. A dire il vero ci sono operatori come TIM che vendono contratti per l’utilizzo della fibra, ma in realtà si tratta di un sistema misto fibra/rame con la prima che si ferma a qualche decina o centinaia di metri dall’utenza, distanza coperta poi ancora con il vecchio doppino in rame. Anche i piani nazionali e regionali per dotare aree periferiche come la Lunigiana di una vera rete in fibra ottica sembrano essere per ora fermi al palo.
Non fa eccezione il progetto di Open Fiber: ce ne eravamo occupati a fine 2019 riportando la previsione che i lavori di realizzazione della rete nel centro urbano, nei sobborghi e nelle frazioni vicine a Pontremoli (circa 100 km di sviluppo della rete per servire più di 6.000 unità immobiliari) si sarebbero conclusi nel 2020, anno entro il quale i vari operatori commerciali avrebbero potuto iniziare a vendere contratti a prezzi concorrenziali rispetto all’attuale monopolio di fatto di TIM. Da allora, però, tutto si è fermato: nelle strade sono comparsi scavi e tombini, alcuni chilometri di fibra sono stati posati ma il lavoro si è interrotto senza che fosse finito. L’elenco delle giustificazioni è lungo e vanno dalla pandemia da Covid-19 per arrivare alla grande difficoltà di avere a disposizione le ditte specializzate necessarie visti i tanti cantieri aperti in giro per l’Italia, ma anche alle difficoltà di ottenere permessi da enti pubblici o privati cittadini per “passare con la fibra” fino alle voci che parlano di errori progettuali da correggere. Nel caso di Pontremoli l’ufficio stampa di Oper Fiber ci spiega che i problemi con Anas, Rete Ferroviarie e alcuni privati hanno richiesto di redigere un nuovo progetto, un lavoro tecnico ormai ultimato e che dovrebbe garantire (il condizionale, a questo punto, è d’obbligo e lo aggiungiamo noi…) di concludere i lavori entro il 2022.

In questa grande incertezza nemmeno gli interlocutori istituzionali hanno risposte certe: “Come Comune di Pontremoli abbiamo scritto più volte per sollecitare la ripresa dei lavori, ma senza ottenere risposte decisive” spiega il sindaco di Pontremoli, Jacopo Ferri, che aggiunge “quello che sorprende è stato il silenzio fino ad ora da parte della Regione Toscana che quattro anni fa era partita alla grande con il progetto di Open Fiber ma che fino ad ora non è intervenuta perché fosse concluso. E fa davvero specie che per una così importante non si sia ancora mosso niente”. A quanto pare, a distanza di mesi dai solleciti, da Firenze sembra arrivare un segnale: l’assessore regionale Stefano Ciuoffo, ingegnere pratese con la delega alla “Connettività per una Toscana diffusa”, ha invitato le parti a partecipare ad una riunione che si svolgerà in videoconferenza martedì 22 febbraio. Un incontro dal quale ci si augura che possano uscire risposte certe e previsioni precise di tempi: “io credo – conclude Ferri – che se non si alza il livello del confronto sarà difficile trovare una soluzione: deve essere chi ha commissionato i lavori, cioè la Regione, ad essere interlocutore dei Comuni”. I problemi sul tavolo sono davvero tanti e in questi due anni sembrano essere rimasti senza soluzione: basti pensare che nel centro storico di Pontremoli l’infrastruttura in fibra è ancora tutta da realizzare, con buona pace anche per i progetti di telelavoro. La comunicazione da parte di Open Fiber di aver concluso la riprogettazione dell’intervento apre tuttavia uno spiraglio. Intanto le persone si chiedono perché non venga attivato il servizio in quelle zone dove la rete in fibra ottica è stata stesa. La risposta non è certa: da un lato ci sarebbero aspetti contrattuali che impongono il collaudo dell’opera solo una volta conclusa tutta l’area (comunale o sovracomunale) interessata dall’appalto. Ma ci sarebbero anche aspetti tecnici: la rete stesa in un comune, nel nostro caso Pontremoli, funziona infatti solo se viene collegata a sua volta ad una rete più ampia connessa con quella nazionale. Che in sintesi significa: come fa la fibra ad arrivare in Lunigiana e quindi a Pontremoli? Anche in questo caso ci sono solo indiscrezioni: a quanto pare in origine Open Fiber progettava di “agganciarsi” alla Spezia, ma nel frattempo sarebbero sorti problemi tali che potrebbero far scartare questa ipotesi. L’alternativa sarebbe quella presente da molti anni nel territorio: utilizzare la fibra ottica che corre lungo l’Autostrada della Cisa: a quanto pare sarebbero in corso in proposito contatti tra Open Fiber e Sinelec, l’azienda tecnologica del gruppo ASTM gestore di reti autostradali in tutta Italia, comprese A12 e A15; se il progetto dovesse andare in porto Open Fiber potrebbe utilizzare quella fibra ottica attraverso le “porte” digitali esistenti nei caselli di Pontremoli e Aulla.
Paolo Bissoli