Dante drammaturgo per gli attori del Centro Teatro Pontremoli

Andato in scena il 7 novembre

Alberto Santini, mosso da cultura e passione per il teatro, il 7 novembre come regista ha messo in scena a Pontremoli, nella Vetrina della Città, uno spettacolo di raffinata qualità artistica, realizzato all’interno del programma regionale Dante o Tosco a cui ha partecipato il Comune.
Molti personaggi danteschi hanno tale potenza drammatica che ben si prestano a interpretazioni teatrali. Sono stati scelti tre morti per diversi modi di violenza, vittime di invidia e faziosità politica o interessi di famiglie. Gli attori hanno reso con efficacia la complessa umanità dei personaggi. Nel rigoroso rispetto del testo dantesco risaltavano più le situazioni esistenziali terrene che oltremondane.
Valentina Zinzula ha reso il dramma di Francesca, che Dante interpreta in linea con la poetica dell’amor cortese, ma, ancora soggetta alla sensualità del suo adulterio, addolorata ricorda “il tempo felice” e con tono acceso predice la condanna tra i traditori dell’assassino suo e di Paolo. Giacomo Lisoni, che sta tentando la strada del teatro, ha entusiasmato il pubblico nella sua interpretazione espressiva delle vicende di Pier Delle Vigne, segretario di Federico II, che pensò col suicidio di riscattarsi dalle calunnie. Dante lo immagina anima-albero nella selva dei violenti contro se stessi e fa omaggio alla sua guida Virgilio richiamando due passi dal terzo libro dell’Eneide. In esametri latini sono stati recitati i versi che dicono di Polidoro insepolto e tramutato in albero che versa nero sangue quando sono strappati i rami; pure di reminescenza virgiliana è l’immagine della selva contorta e con frutti velenosi, dove le “brutte Arpie lor nidi fanno”, hanno volto di donna, gran ventre pennuto, resa bene dalla recitazione di Federica Gussoni, Monica Rosa e Valentina Simoncini.
Il conte Ugolino è vittima della faziosità politica in Pisa, muore dopo aver forse consumato per fame il pasto cannibale dei figli e nipoti e ora per contrappasso rode in eterno il cranio del nemico Ruggieri. Ottima la forza che Giacomo Lisoni ha dato al personaggio in tutta la sua drammaticità poetica. Lo spettacolo, con scene di Stefano Agostinetti, si è concluso con la preghiera di San Bernardo a Maria, per la voce di Monica Rosa, per portare Dante a vedere Dio. Musiche di scena di Ligeti, Rodgers-Hart, Arcadelt. (m.l.s.)