Ancora frane sulle strade provinciali: interrotta la SP 75 a Comano

Interrotta la strada tra il capoluogo e la base di Monte Giogo. A rischio isolamento il sito delle telecomunicazioni in Lunigiana

La frana di Comano sulla SP 75
La frana di Comano sulla SP 75

Un nuovo smottamento, una nuova strada chiusa. Questa volta a monte di Comano lungo la provinciale 75, la strada che dal capoluogo comunale conduce alla ex Base NATO di Monte Giogo e che si ricongiunge alla provinciale del Lagastrello in prossimità del crinale. Lo smottamento, circa 6 km a nord dell’abitato di Comano, ha travolto da alcune settimane la carreggiata. Strada impercorribile e, denuncia la minoranza consigliare del piccolo comune, nemmeno è stata apposta la segnaletica dell’interruzione: “la situazione di Comano e della strada provinciale per il Lagastrello è diventata insostenibile” secondo Rita Galeazzi, capogruppo di Cambiamo Comano e Pierluigi Bassignani, coordinatore provinciale Forza Italia, che hanno accusato di inerzia il sindaco Antonio Maffei e il presidente della Provincia di Massa Carrara, Gianni Lorenzetti e posto l’accento sullo stato generale della strada, un’infrastruttura ad alta vocazione turistica per i paesaggi che permette di ammirare, ma anche un’arteria di fondamentale importanza da quando l’ex base NATO è diventata luogo strategico delle telecomunicazioni in Lunigiana.

Veduta aerea del sito di Monte Giogo con le grandi antenne a parabola della ex base Nato e gli altri impianti. (Foto Matteo Bertetto)
Veduta aerea del sito di Monte Giogo con le grandi antenne a parabola della ex base Nato e gli altri impianti. (Foto Matteo Bertetto)

L’esperienza dello scorso gennaio è lì a dimostrarlo: i danni alla linea elettrica che alimentava i ripetitori e alle antenne stesse causati dal maltempo di fine anno provocarono seri problemi ai servizi di telefonia mobile di TIM, ai servizi a banda larga di Wifi Communication, alle comunicazioni di Elisoccorso, Carabinieri, Vigili del Fuoco, Protezione Civile Alfa Victor e Protezione Civile FIR-CB Fivizzano. La scelta di escludere il tratto di strada che conduce sulla vetta di Monte Giogo dalla rotta degli spazzaneve, impedirono alle squadre dei tecnici di intervenire tempestivamente sulla linea elettrica danneggiata e Enel riuscì a fornire energia tramite un generatore per la cui alimentazione si mosse un elicottero. Enel, successivamente ha dotato la ex base di una linea elettrica provvisoria e, secondo alcune informazioni, ha cominciato la pratica con il Parco Nazionale dell’Appennino e il Demanio per rendere la linea definitiva e assicurare una doppia alimentazione alle infrastrutture di telecomunicazione, ma sotto il profilo stradale gli appelli di imprenditori e cittadini per la tutela della strada sono caduti nel vuoto: nulla si è mosso e addirittura la situazione è peggiorata con l’ultima frana.

Immagine dello scorso inverno con neve e ghiaccio sul Monte Giogo dove si trovano molti ripetitori per la telefonia mobile del territorio e l’impianto di Wifi Communication di Aulla.
Immagine dello scorso inverno con neve e ghiaccio sul Monte Giogo dove si trovano molti ripetitori per la telefonia mobile del territorio e l’impianto di Wifi Communication di Aulla.

Quella di Monte Giogo è solo una delle tante situazioni sperimentate sulla montagna lunigianese negli ultimi 20 anni. A pesare sulla situazione della viabilità concorrono da un lato un evidente deficit strategico delle amministrazioni pubbliche, che paiono spesso disinteressate ad una promozione turistica della montagna o a garantire standard viabilistici dignitosi ai pochi residenti rimasti, dall’altro lo stato delle finanze della Provincia, titolare di 630 km di strade in un territorio ad elevata franosità. I ripetuti tagli ai bilanci degli enti locali, fino alla folle riforma del 2015 che spogliò gli enti provinciali della quasi totalità delle risorse, in attesa di un’abolizione costituzionale data per certa ma che l’elettorato rifiutò, pesano ancora sulle casse dell’ente di Palazzo Ducale. In molti casi si è cercato di tamponare i problemi operando convenzioni con i comuni, che si sono presi in carico settori di viabilità provinciale nel loro territorio: un’idea “creativa” che può reggere per quanto riguarda le manutenzioni ordinarie, ma non i costosi interventi straordinari su versanti di frana o su ponti resi insicuri dal passare degli anni. E così, se per la frana sulla provinciale 17 a Moncigoli il sindaco di Fivizzano Gianluigi Giannetti si è detto disposto ad anticipare i fondi per il ripristino almeno parziale della viabilità, a Bagnone, sulla provinciale 22 a Collesino si è dovuti attendere sette mesi per un intervento di messa in sicurezza da 32 mila euro, mentre a Filattiera sono partiti dopo anni i lavori per la sistemazione delle frane sulle strade che portano al capoluogo e ai paesi a monte. Il bilancio di previsione 2021-2023 approvato da Palazzo Ducale lo scorso febbraio prevede oltre 8 milioni di interventi tra manutenzioni straordinarie e messe in sicurezza delle strade di tutta la Provincia. Soldi spalmati su 3 anni per interventi già ora necessari, e che mostrano ancora una volta la coperta corta dei fondi pubblici e l’inevitabile coda di disagi a cui la montagna lunigianese è sempre più costretta. (d.t.)