Il Volto Santo di San Terenzo Monti storia di una devozione

La scoperta, il restauro e lo studio di una pala d’altare del XVI a lungo dimenticata

Mentre le stanze della canonica venivano sgomberate per predisporle a lavori di ristrutturazione, fu notata, dietro una porta, una tela arrotolata, che, una volta distesa, mostrò un dipinto, in gran parte privo di materia pittorica, che attirò l’attenzione del parroco don Maurizio Marchini, fine intenditore d’arte, non nuovo a ritrovamenti di opere abbandonate e dimenticate nella stessa parrocchia di San Terenzo Monti, anche se non vuole essere considerato un novello Indiana Jones, semmai un premuroso custode e protettore del patrimonio artistico e culturale della Chiesa e delle tradizioni devozionali ad essa collegate.
Dopo il ritrovamento, siccome anche i parrocchiani più anziani, interrogati, dichiararono che non avevano mai visto il dipinto, don Maurizio rivolse le sue ricerche all’interno della chiesa, per capire se e dove vi avesse avuto una collocazione. Il suo interesse si concentrò su un altare collocato sulla parete sinistra dell’unica navata della chiesa, che vari indizi , come una decorazione in stucco raffigurante la Croce di Cristo, facevano ritenere dedicato alla Santa Croce. Ma il “dato storico incontestabile” lo fornì l’archivio parrocchiale, dove due guide, una del 1962, ristampa di una del 1912, contenevano la notizia che nel 1673, “per ridurre a miglior forma la Chiesa”, fu demolito l’altare della Santa Croce, allora altare maggiore.
Quindi già in quel tempo esisteva la devozione alla Santa Croce e non si esclude che la pala dell’altare demolito sia stata collocata nell’altare di sinistra, manomesso nel secondo dopoguerra. Ulteriore indizio sono le dimensioni del dipinto (largo 150 centimetri , lungo 217) che si addicono “allo spazio al centro dell’altare di sinistra in questione”, dove recentemente è stato ricollocato e dove è in attesa della cerimonia di scoprimento alla presenza del Vescovo diocesano. E, infine, “nel timpano dell’altare, al centro, domina la colomba dello Spirito Santo, secondo il modello fissato a Lucca, nel tempietto dove è custodita l’originale statua del Volto Santo”.

La facciata della chiesa parrocchiale

Il dipinto (probabilmente del XVI secolo), recuperato con complessi interventi conservativi e di consolidamento e con l’utilizzo di particolari materiali, come la colla di coniglio, nel laboratorio di Sarzana della restauratrice Claudia Crocini di Licciana Nardi, “rappresenta il Cristo sulla Croce con le stesse sembianze del Volto Santo di Lucca”. Sullo sfondo si intravede un paesaggio invernale dell’Appennino, chiaro riferimento a San Terenzo.

San Terenzo Monti nella valle del Bardine: sullo sfondo le Alpi Apuane

Affiancato da Angeli, il Cristo, la cui regalità è rappresentata dalle corone che porta in testa, indossa il colobium, la veste nera della funzione sacerdotale, espressa anche dalla cintola con doppio nodo, mentre le scarpe hanno la funzione di proteggere i piedi dalla devozione dei fedeli. I lobi delle estremità della croce appartengono alla rappresentazione più antica del Volto Santo.
Alla base della Croce, posta su un’altura, si scorge il calice, che, nella celebrazione eucaristica, contiene il sangue di Cristo ed è un riferimento alla reliquia del Preziosissimo sangue giunta, su una nave portata dalle onde, a Luni insieme alla croce in una data tra il 742 e il 782.
Poi, per disposizione del vescovo di Lucca Giovanni, l’ampolla col sangue fu destinata a Sarzana, mentre la croce fu trasferita con una solenne processione a Lucca. Si nota anche l’altare che conteneva, in origine, il corpo di San Terenzo.
La storia del dipinto sta a dimostrare sicuramente che a San Terenzo c’era una antica devozione della Santa Croce e che il Cristo “ha le stesse sembianze del Volto Santo di Lucca”. “Siccome i quadri non erano fatti a caso, ma comunicavano avvenimenti e tramandavano la storia”, non è escluso, sostiene la restauratrice dott.ssa Crocini, che San Terenzo fosse “una tappa della antica via processionale del Volto Santo”.

Andreino Fabiani