Mons. Ambrosio: da Maria la grazia del conforto e  della consolazione

L’omelia dell’Amministratore Apostolico alla festa della Madonna di Lourdes
nella chiesa di S. Lorenzo in Pontremoli

La festa della Madonna di Lourdes è stata occasione per l’Amministratore apostolico della nostra diocesi, mons. Gianni Ambrosio, di celebrare la sua prima Eucaristia in Lunigiana, nella chiesa di S. Lorenzo in Pontremoli; concelebrante il parroco di S. Colombano, don Pietro Pratolongo, dal quale è partita l’iniziativa dell’invito. Dopo un breve ricordo dell’inizio della devozione alla “signora vestita di bianco”, apparsa alla quattordicenne Bernadette Soubirous, la prima volta, l’11 febbraio 1858 nella cittadina di Lourdes, sulle rive del fiume Gave, mons. Ambrosio ha ricordato il ruolo centrale ricoperto dalla Vergine Maria: attraverso lei Dio consola il suo popolo.
Nei ‘luoghi mariani’ come Lourdes, “i malati, gli infermi, i tribolati per i più diversi motivi sperimentano la tenerezza di Dio secondo la promessa che Dio ha fatta attraverso la parola del profeta Isaia: “come una madre consola un figlio così io vi consolerò. Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore”. Il brano di vangelo delle nozze di Cana è la conferma della sollecitudine di Maria nei confronti di chi si trova in difficoltà. “Gesù, ha spiegato l’Amministratore apostolico, ascolta la voce di sua Madre che intercede a favore degli sposi… Il racconto evangelico è motivo di fiducia e di speranza per tutti noi perché anche a noi viene a mancare qualcosa di importante per cui la vita appare difficile, dura, oscura. Ma la Vergine Maria è sempre presente nella vita della Chiesa e nella nostra vita. La nostra Madre intercede presso suo Figlio e con il suo cuore materno ci apre alla grazia e alla misericordia di Cristo”.

Mons. Gianni Ambrosio nella chiesa di San Lorenzo a Pontremoli

Poi il riferimento alla Giornata mondiale del malato che si celebrava quel giorno, citando le parole di Papa Francesco: ‘è momento propizio per riservare una speciale attenzione alle persone malate e a coloro che le assistono, sia nei luoghi deputati alla cura sia in seno alle famiglie e alle comunità’. “In questo tempo di pandemia, ha ricordato mons. Ambrosio, siamo tutti coinvolti nella fragilità, nella incertezza e nella sofferenza… specialmente i più poveri”. 
E ancora il Papa: ‘Davanti alla condizione di bisogno del fratello e della sorella, Gesù offre un modello di comportamento del tutto opposto all’ipocrisia. Propone di fermarsi, ascoltare, stabilire una relazione diretta e personale con l’altro, sentire empatia e commozione per lui o per lei fino a farsene carico nel servizio’. Andando verso la conclusione, ha sottolineato che “questa è la strada che Gesù ha seguito fino a donare se stesso per noi, per la nostra salvezza. Ha preso su di sé anche la nostra sofferenza e con il suo amore ha illuminato l’oscurità del male, del dolore, della tribolazione; per questo la Chiesa riconosce negli ammalati una speciale presenza di Cristo sofferente. Inoltre, la Chiesa infonde speranza in ogni persona sofferente: anche la notte del dolore si apre alla luce pasquale di Cristo morto e risorto. Con lui possiamo sempre affrontare ogni avversità con fiducia e con coraggio”.
Infine l’invito ad affidarci a Maria: “Non lasciamoci scoraggiare per le difficoltà e le prove della vita ma rivolgiamo il nostro sguardo alla Vergine Santa, sapendo di trovare sempre in Lei la grazia del conforto e della consolazione. Vogliamo affidarci a Maria con fiducia e vogliamo invocarla perché rivolga a noi i suoi occhi misericordiosi, perché asciughi le lacrime di tanti fratelli e sorelle, perché ci doni la speranza e il coraggio per continuare il nostro cammino con fede, testimoniata dalla cura e dall’attenzione verso i fratelli e le sorelle”.