
Ha celebrato la messa per la Giornata della Pace in cattedrale a Massa

Un forte appello alla pace e alla speranza nell’omelia che il Vescovo Giovanni ha pronunciato in occasione della prima messa del nuovo anno. In una cattedrale con tanti fedeli, rispettosi delle disposizioni anti Covid, il presule ha commentato la liturgia del giorno, facendo proprie le parole del Papa contenute nel messaggio per la “Giornata Mondiale della Pace”.
Con il Vescovo ha concelebrato l’arciprete della cattedrale, mons. Giulio Rossi, mentre alcuni seminaristi hanno prestato servizio liturgico. “Credo che non facciamo alcuna fatica ad augurarci un 2021 migliore dell’anno che abbiamo appena trascorso”, ha esordito mons. Santucci, elencando poi i diversi temi che ricorrono in questa celebrazione dedicata alla Madre di Dio.
“Oggi si conclude l’ottavario di Natale e si ricorda il giorno in cui Gesù, secondo la tradizione, viene presentato al Tempio per la sua circoncisione”. Soffermandosi in particolare su questo momento della vita del Signore, il Vescovo ha evidenziato il valore dell’appartenenza che tale gesto significava per la cultura ebraica. “La storia di Gesù – ha ripetuto – è una storia vera, che si pone dentro il popolo che Dio ha eletto tra tutti gli altri e con il quale ha stretto un’Alleanza. Con la sua nascita e la sua circoncisione Gesù ci ha messo dentro questa storia: donandoci poi il suo Spirito ci permette di chiamare Dio, Padre”.
Tornando poi sul tema dell’inizio d’anno il Vescovo ha aggiunto: “Dobbiamo essere grati al Signore per il dono della vita e del tempo. Ci sembra scontato vivere… eppure non lo è. Non dobbiamo dimenticarlo. Anzi dobbiamo dire grazie al Signore per il dono della vita, per il tempo che ci è donato, per l’anno nuovo che inizia e che ci impegneremo a vivere operando il bene, cercando di vincere la sofferenza e il dolore delle persone che incontriamo. Perché? Semplicemente perché sappiamo che la gioia viene dal dono che facciamo di noi stessi alle persone che amiamo. Se facciamo felici le persone che amiamo, allora siamo felici!”.
Ha poi commentato il testo del Vangelo che poneva al centro l’annuncio della nascita del Salvatore ai pastori di Betlemme. “Le parole dell’angelo ai pastori richiedono di essere accolte con fede e anche con grande fiducia. ‘Andate e troverete il Salvatore che è nato per voi’. Trovarono il bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia, più povero di loro. È questo il Salvatore? È lui con la sua fragilità e piccolezza a vincere la prepotenza, la violenza e l’odio”.
Da queste considerazioni mons. Santucci ha approfondito il tema della violenza e della guerra che ancora oggi stanno flagellando il mondo. “Viviamo ancora – ha precisato – pensando di rispondere alla violenza con la violenza. Sembra impossibile poter rispondere facendo appello alla riconciliazione, allo studio, all’analisi, alla ricerca. Oggi, nonostante le feste di Natale e di Capodanno, le guerre combattute con i fucili sono circa settanta. I media parlano quasi sempre della guerra al Covid, ma le persone continuano ad uccidersi con le armi. Tutto questo dove porterà?”.
Diverso è l’insegnamento di Gesù. “Egli venuto nel mondo, piccolo, povero, e bisognoso di tutto, Lui che era il Salvatore e si è mostrato ai pastori, la categoria dei lavoratori dell’epoca più emarginata. Vivevano con gli animali quindi erano del tutto impuri. Non avevano nessun ruolo e non potevano entrare in città di giorno. È per quelli come loro che Gesù è nato. Per i piccoli, i poveri, i semplici”.
Infine ha ricordato il messaggio del Papa. “Oggi ricorre la 54a Giornata Mondiale della Pace. Da quando venne istituita, sotto Paolo VI, ogni anno il Papa invia un messaggio con il quale invita tutti gli uomini e soprattutto coloro che ricoprono responsabilità a riflettere su questo tema: quest’anno il Papa ci richiama alla cura delle persone. Prendersi cura di chi intorno a noi ha bisogno o è in difficoltà, non è soltanto un alleviare la sofferenza ma ci trasforma in veri costruttori di pace. Auguriamoci quindi un anno sereno e ricco di speranza. Usiamo il tempo che Dio ci dona per fare il bene. Invochiamo Maria, la Madre di Dio e la madre nostra, perché ci sostenga in questo nostro impegno”.
R.B.