Un Presepe vivente interattivo e …a distanza

Si è svolta, nei limiti delle prescrizioni anti Covid, l’edizione 2020 dell’iniziativa dell’Azione Cattolica diocesana

02presepe_interattivoAC2020aLe restrizioni imposte dalla pandemia non ci hanno permesso di vivere nei modi abituali il Presepe vivente interattivo organizzato dall’Azione Cattolica diocesana ma, per non mancare l’appuntamento, l’associazione ha comunque organizzato alcuni momenti che aiutassero a ricreare, anche solo in parte, l’atmosfera del presepe. Due incontri di preghiera e adorazione svoltisi mercoledì 30 dicembre e lunedì 4 gennaio.
Marco Leorin, presidente diocesano di AC, spiega che tale iniziativa è nata dalla volontà di aiutare a riflettere su due temi importanti. “Il Presepe Vivente Interattivo – chiarisce – offre un’occasione per riflettere sul significato più vero e profondo del Natale, ovvero la nascita di Gesù, Jeoshua, il Dio in cui ritroviamo la speranza della Salvezza per ogni uomo e donna presente sulla terra”. “Il Presepe, inoltre, ogni volta fa riflettere sul senso del cammino, della scoperta passo dopo passo”.

Marco Leorin
Marco Leorin

Proprio “un percorso”, anche se molto differente rispetto a quello delle passate edizioni, è ciò che gli organizzatori hanno proposto. Chi ha partecipato ai due momenti di preghiera ha potuto entrare in una versione non ordinaria del Presepe Vivente Interattivo. Gli incontri si sono svolti in contemporanea a Massa e a Carrara, nel rispetto delle disposizioni anticontagio.
Nella chiesa della Visitazione della Beata Vergine Maria (Madonna del Monte) è stato guidato dal parroco don Luca Franceschini; don Piero Albanesi, assistente diocesano di AC, ha invece presieduto quello nella sua parrocchia della Madonna del Cavatore a Bonascola.
“Celebriamo il Signore nel Presepe”: questo il titolo scelto per la serata, nel corso della quale i fedeli, mediante l’esposizione del Santissimo Sacramento, hanno potuto compiere un’adorazione contemporanea del Pane e del Bambino. Da sottolineare la bella idea di invitare i figuranti presenti ad indossare il copricapo da loro generalmente impiegato durante i giorni del Presepe come “segno di collegamento” con tale esperienza. Alla Madonna del Monte sono state ascoltate le testimonianze di un membro della associazione e di alcuni personaggi. Il pastore Saul ha raccontato la sua vita di esule e il momento in cui gli Angeli sono apparsi a lui e ai suoi compagni, invitandoli ad andare a vedere un bambino appena nato. La popolana di Betlemme ha invece parlato di quando ha deciso di allontanarsi da casa sua per far visita a Jeoshua ed ha raccontato come, dopo tale incontro, il suo cuore si sia riempito di gratitudine verso Dio.
02presepe_interattivoAC2020bProprio a queste parole di ringraziamento si è collegata Chiara Pieroni con la sua preziosa e toccante testimonianza. Chiara, che nell’autunno scorso ha contratto una forma aggressiva di Covid, ha letto un suo breve testo – “Il mio Magnificat” – in cui ha ripercorso i momenti più duri della degenza in ospedale ed ha innalzato a Dio una lode speciale, per “l’azione salvifica, curativa, dell’amore e della preghiera”.
L’ultimo personaggio a prendere la parola è stato Erode, che ha espresso tutto il suo scetticismo verso i sapienti, giunti alla sua corte, che gli hanno parlato di un altro re: un re bambino. Infine, prendendo spunto dalle parole di tale sovrano, don Luca e don Piero hanno fatto una riflessione sul tema della “sapienza”.
Durante l’incontro alla Madonna del Cavatore a portare la propria testimonianza sono stati invece Simeone e un Re Magio. Il primo ha espresso la sua gioia di aver visto il Salvatore che da tempo aspettava; il saggio d’oriente, invece, ha spiegato che cosa ha provato a lasciare tutto per seguire una stella cometa: “Abbiamo accettato le informazioni parziali per andare incontro a questo re eterno e abbiamo trovato non una scommessa, bensì un fondamento”.
Infine, sull’esempio dei Magi, anche i fedeli hanno riflettuto su quale fosse il “dono” che ciascuno di loro poteva offrire in quel momento a Gesù. Grazie al clima di raccoglimento creatosi, i presenti sono riusciti per un attimo ad essere di nuovo pellegrini in cerca della capanna oppure Sarah la popolana, David il pastore, Rahel l’artigiana: giusto il tempo di salutarsi e darsi appuntamento, tra un anno, sulla strada che sale a Gerusalemme.

I.B.

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