
Anche gli studenti della Lunigiana sono tornati in aula e tra i banchi
Il ritorno sui banchi, lunedì 11 gennaio, non è avvenuto per tutti gli alunni delle superiori, anzi la stragrande maggioranza delle regioni non ha proprio inteso riaprire le scuole di quel grado; soltanto tre – Abruzzo, Valle d’Aosta e Toscana – hanno infatti interrotto la pratica della didattica a distanza, seppur parzialmente perché il rientro è avvenuto a turno per il 50% degli studenti.
Anche la Lunigiana, quindi, si è trovata coinvolta nella scelta operata dal neo presidente Eugenio Giani. Lunedì mattina, ad esempio, allo Scientifico di Villafranca erano in classe gli alunni delle prime e delle quinte, martedì è toccato alle classi rimanenti. Sembra che anche i trasporti non abbiano fatto registrare particolari problemi (in una corriera gli studenti erano addirittura cinque!) e che i tutor, incaricati di sorvegliare l’accesso ai mezzi pubblici alle fermate principali, abbiano svolto bene il loro compito. Ancora una volta dalla scuola è partito un messaggio di speranza.
Abbiamo sentito alcuni docenti in merito a quello che è sembrato a tutti gli effetti… il primo giorno di scuola. Inutile dire che la gioia di ritrovarsi insieme era palpabile; alcuni ci hanno detto che è stato bello tornare a svolgere in aula la lezione davanti agli alunni che, nonostante la mascherina, facevano, quasi tutti, trasparire dai loro occhi il piacere di essere a scuola. Per dare l’idea di che cosa abbia significato riprendere le lezioni in presenza vale la pena di riportare le dirette considerazioni degli studenti. Alcuni del Belmesseri si sono espressi favorevolmente in merito alla ripresa delle lezioni in presenza: “Secondo me il ritorno a scuola è una cosa giusta da tutti i punti di vista, sia per lo studio che per gli amici”. Qualcuno si è trovato un po’ spaesato: “Per me è un po’ strano perché mi ero abituato alla DAD”; “a parer mio non siamo più abituati e bisogna riprendere il ritmo”; “un po’ strano però ci voleva, bisognava uscire un po’”. Ci sono anche coloro che fanno presenti le loro perplessità: “Io penso che per il momento sia meglio aspettare per il ritorno fino a quando la situazione non si sarà calmata, anche perché ora si torna con molte restrizioni come ad esempio il tenere la mascherina per tutta la mattina”; “non è il momento per farlo, siccome si può fare benissimo da casa, andare a scuola è solo un rischio in più per aumentare i contagi”. C’è poi chi non nasconde che a casa si stava meglio: “Io stavo più comoda e avevo meno ansia di andare a scuola”. Infine, se tutto andrà come auspicato, riprenderà anche una quotidianità scolastica fatta di verifiche e di questo gli studenti sono consapevoli: “Mattina traumatica ma giusta”; “io sto meglio a scuola, l’unico problema è che adesso abbiamo troppe interrogazioni”.
Anche al Leopardi di Aulla il rientro è stato giudicato positivo: “È stato davvero piacevole poter tornare in classe! Direi che siamo stati tutti contenti di respirare un po’ fuori dalle nostre camere e rivederci dal vivo”. Complessivamente si è trattato dunque di un ritorno sui banchi di scuola positivo e alla soddisfazione si aggiunge in questo caso anche l’orgoglio di essere toscani.
Fabrizio Rosi