Il Piagnaro restituisce un antico doccione in pietra

“Dimenticato” per vent’anni sarà inserito nel percorso di visita del Museo pontremolese

Il doccione ritrovato ai piedi delle mura del Castello del Piagnaro
Il doccione ritrovato ai piedi delle mura del Castello del Piagnaro

Non solo preistoria al Piagnaro: già perché è dei giorni scorsi la notizia della bella scultura di arenaria ritrovata nel castello e raffigurante una testa con sembianze umane anche se con particolari a dir poco strani come le orecchie a punta! Si tratta di un “gargoyle”, uno di quei doccioni che nel passato venivano collocati sui tetti o comunque nelle parti alte degli edifici per smaltire l’acqua piovana: la scultura infatti ha un foro nella bocca dove l’acqua veniva convogliata dalla canaletta visibile nella parte retrostante.
A ritrovarlo ai piedi delle mura del castello era stato vent’anni fa il fabbro che si stava occupando della posa in opera della passerella che oggi conduce dall’ascensore al cortile: Ernesto Sanguanini di Rivarolo Mantovano (MN), aveva scorto la scultura grazie ad un orecchio scolpito che spuntava dalle macerie circostanti. Come spiega Angelo Ghiretti, direttore del Museo delle Statue Stele Lunigianesi, “La testa, con la bocca aperta ad uso fontana, parrebbe raffigurare un satiro, seppur reinterpretato alla luce della locale tradizione popolare lunigianese (orecchie a punta, occhi a mandorla, tracce di corna oggi spezzate ma di cui si nota ancora l’arrotondamento basale)”. Dimenticata per tutti questi anni è tornata alla luce proprio perché lo stesso fabbro, chiamato per realizzare i sostegni che ospitano le statue stele di Caprio e Campoli, ha chiesto di rivedere la scultura che era ancora nello stesso posto dove l’aveva lasciata.

L'area ai piedi del Castello dove è stato rinvenuto il doccione
L’area ai piedi del Castello dove è stato rinvenuto il doccione

Ghiretti ha così potuto esaminare la testa scolpita “è di buona e curiosa fattura, con la bocca usurata dallo scorrere dell’acqua. Purtroppo non è facile né determinare la funzione né l’epoca”. A prima vista si presenta come una classica bocca di fontana, “ma il Castello, considerata la posizione sommitale, – spiega ancora il direttore del Museo – non sembra abbia mai potuto disporre di una fontana con acqua corrente, essendosi sempre servito di pozzi e cisterne per la raccolta dell’acqua piovana”. Un indizio per svelarne la funzione viene dal luogo di ritrovamento: “è stata rinvenuta esattamente alla base dell’angolo della torre Nord-Est, dove poteva trovarsi un doccione o gargoyle per lo scarico esterno delle acque piovane percolanti sullo spalto di San Giuseppe”. Questa ipotesi parrebbe, al momento, la più probabile, anche se sarebbe l’unico esempio noto al Piagnaro. “Se così fosse – aggiunge Ghiretti – la datazione della testa sarebbe da orientare ai secoli XV-XVI”. In attesa di saperne di più si sta pensando a dove collocare il reperto. “Considerata la qualità del pezzo – conclude l’archeologo – sarebbe nostra intenzione inserirlo alla fine del percorso delle statue stele, prima della scala d’uscita. Certo i volti apotropaici lunigianesi non hanno nulla a che vedere direttamente con la statuaria pre-protostorica; tuttavia si segnalano casi in cui, rinvenuta una testa originale di statua-stele, questa è stata dai locali reimpiegata come faciòn, a ‘protezione’ dell’abitazione, come nel caso della testa di Aulla-Calamazza e anche per la testa di Càprio. Dunque un debole legame, seppur indiretto, parrebbe sussistere. Un altro prezioso tassello di cultura lunigianese va così ad arricchire il nostro bellissimo Museo”. (p. biss.)