Musica di qualità al festival jazz MutaMenti

In varie località tra castelli della Lunigiana e palazzi nella zona di costa

37mutamentiLa passione per la musica ha dimostrato, ancora una volta, di essere più forte delle difficoltà. In questo contesto, decisamente eccezionale, il festival di musica jazz itinerante MutaMenti, ha avuto un significato ancora più profondo di proporre musica di qualità, riportando anche il piacere di ascoltare musica dal vivo. Si tratta della quarta edizione della rassegna (organizzata dall’Istituto Valorizzazione dei Castelli, dalla Provincia di Massa Carrara e dai Comuni del territorio apuano) che verrà suddivisa in due sessioni e dopo quella che si è appena conclusa a settembre (dal 17 al 25) ne seguirà una seconda a dicembre (emergenza Covid permettendo).
Il primo appuntamento si è tenuto a Bagnone con il “Canova trio” che ha proposto brani originali, composizioni di jazz contemporaneo ed alcuni standard jazz riarrangiati. Il tutto presentato con uno stile ed un sound del tutto personali.
Secondo appuntamento a Filattiera con “Max De Aloe quartet” che ha proposto una rivisitazione jazz di alcuni brani di Davide Bowie. Un concerto emozionate che ha preso e trascinato il pubblico con forza nel mondo visionario e ipnotico della musica del “Duca bianco”. Il 19 settembre appuntamento a Tresana con il “Luciano Zandri trio” che ha regalato una grande esecuzione musicale tra i castagni secolari della Lunigiana.
Ci si è poi spostati sulla Costa per i tre successivi appuntamenti: a Montignoso con il “Pomante – Decorato Duo”, a Palazzo Ducale a Massa con il “Luca Falomi Esperanto Trio” e a Carrara con “Jazz à la flute” che a causa del maltempo si è tenuto nella suggestiva cornice dei laboratori artistici Nicoli.
Penultimo appuntamento al castello di Lusuolo a Mulazzo con il trio “Alessia Martegiani Trio”che ha presentato “Camille” un progetto musicale dedicato alla scultrice francese Camille Claudel. Otto piccole sculture musicali dal sapore dell’epoca impressionista, del pianoforte del tardo romantico, affiancato dall’incalzante, intenso, struggente calore del suono del violoncello.
MutaMenti si è concluso con il fagotto di Marco Taraddei che, a Comano, ha presentato il progetto “A Cosmic Bassoon – Breath of Universe” serie di innovativi concerti live, dove i brani, tutti originali, sono ispirati a sconvolgenti intuizioni scientifiche. Una musica sempre nuova, in cui un solo strumento musicale si combina con gli effetti elettronici più disparati. Il risultato è un percorso sonoro mai scontato, in cui ogni ascoltatore può far viaggiare la fantasia attraverso lo spazio grazie alle meraviglie del suono e del cosmo. Soddisfatto al termine della rassegna il direttore artistico Max De Aloe che alcuni anni fa ha abbracciato l’idea del festival e non l’ha più abbandonata “l’ambizioso obiettivo di MutaMenti è quello di valorizzare la musica, i beni culturali, ma anche il lavoro faticoso e meraviglioso di tanti artisti che dedicano la loro vita alla ricerca musicale e di tante persone che quotidianamente si impegnano per mantenere e curare la bellezza di luoghi e monumenti. Credo che siamo riusciti anche quest’anno nonostante le numerose difficoltà”. (r.s.)