
Il pellegrinaggio diocesano al santuario di Montenero
Nonostante il momento difficile, il vescovo Giovanni ha voluto mantenere vivo quello che da qualche anno è l’evento che segna l’avvio dell’anno pastorale: il pellegrinaggio diocesano alla Madonna delle Grazie venerata nel santuario di Montenero (Li). Hanno risposto all’invito un centinaio di fedeli che, giunti alla spicciolata con mezzi propri, hanno occupato tutti i posti attualmente disponibili all’interno della chiesa.
Una quindicina i sacerdoti (anche questo numero al limite della capacità del presbiterio) che hanno partecipato alla concelebrazione eucaristica presieduta da mons. Giovanni Santucci.
Sono mancati i pullman organizzati dalle parrocchie, che facevano salire a diverse centinaia il numero dei fedeli negli scorsi anni, ma non è diminuita l’intensità della partecipazione: chi era presente, si è sentito in qualche modo – ed ha pregato – in rappresentanza di quanti, per svariati motivi, non avevano potuto partecipare.
Come detto, la messa è stata celebrata all’interno del santuario, il che ha favorito il raccoglimento e la preghiera. All’omelia, il Vescovo ha sottolineato i motivi principali che sono all’origine di questo appuntamento mariano: siamo ai piedi di Maria, ha detto in apertura, “per chiedere l’aiuto della sua protezione sulla nostra diocesi, sulle nostre parrocchie, sulle nostre famiglie”.
Della sua intercessione presso Dio abbiamo bisogno perché il suo aiuto è indispensabile “per essere fedeli all’insegnamento di Gesù, al suo vangelo; per costruire un mondo dove sia bello vivere; per essere liberati dalla pandemia che tutti minaccia e rende la vita tanto complicata; per essere sereni per il futuro e guardare con fiducia davanti a noi”.
C’è una frase negli scritti di S. Paolo, che dice ai suoi cristiani: Fatevi miei imitatori come io lo sono di Cristo (Fil 3,17): “Un brano piccolissimo ma importante, suggestivo per noi. Possiamo ascoltare queste parole di Paolo dette a noi oggi da Maria, qui a Montenero? ‘Fatevi miei imitatori, come ho fatto io fatte anche voi’. Oggi ringraziamo il Signore Gesù per aver scelto di diventare uomo come noi. Dio ha tanto amato il mondo da consegnare per noi il suo Figlio unigenito. E Gesù diventa uomo perché attraverso il suo sacrificio sulla Croce, l’offerta di sé, noi fossimo liberi dal peccato e dalla morte”.
Maria è la madre di quest’uomo, Gesù, il Figlio di Dio incarnato per opera dello Spirito Santo, vero Dio e vero uomo e “il momento della Annunciazione a Maria della scelta e della volontà di Dio su di lei diventa il momento che cambia la sua vita, certamente, ma anche la storia dell’uomo. Dio entra nella nostra storia; è il nostro salvatore, ci dona il suo vangelo che è via, verità e vita”.
Conosciamo a memoria le parole che recitiamo nell’Ave Maria ma dovremmo abituarci a recitarle col cuore più che con le labbra. “L’angelo dice a Maria: ‘Tu sei piena di grazia. Tu sarai madre del Figlio di Dio’. ‘Sono vergine, risponde Maria, non posso essere madre’. ‘Lo Spirito sarà su di te e tu sarai madre; niente è impossibile a Dio’. La fede di Maria si esprime a quel punto in tutta la sua forza: ‘Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la sua parola’”.
Dopo l’invito a guardare a Maria come ad un modello di fede, chiedendole di aiutarci ad accettare la volontà di Dio, mons. Santucci ha concluso l’omelia con una preghiera: “Signore, vogliamo fare la tua volontà. E tu, Maria, guarda la nostra povertà, le nostre debolezze. Grazie a te abbiamo Gesù, che vogliamo amare e obbedire. Lui stesso ti ha donata a noi come Madre. E tu, come Madre, prendici tra le braccia, sostienici nel nostro cammino. Madonna delle Grazie, prega per noi”.
Antonio Ricci