Catechesi post Covid-19: niente sarà più come prima?

Una riflessione del responsabile dell’Ufficio diocesano per la catechesi

25catechismoAscolto, relazioni, domande da accogliere, più che risposte da dare e un linguaggio nuovo da trovare per raggiungere i ragazzi e le loro famiglie (magari a partire da quello che abbiamo sperimentato attraverso i social media in questo periodo di emergenza sanitaria): sono alcuni degli ingredienti che entreranno a far parte della “catechesi dopo il Covid-19”.
Questo segnato dalla pandemia, sottolineano i vescovi, è un tempo di discernimento. Da anni la catechesi era impegnata a ripensarsi e a generare un rinnovamento. Ci siamo resi conto di come alcune cose hanno funzionato: la passione per la buona notizia, la dimensione relazionale e comunitaria, il bisogno degli altri, della comunità.
Come possiamo immaginare la catechesi dopo il Covid-19? Il rischio è quello di ricominciare come se nulla fosse. Ma non sarà possibile. Oltre a ciò, in questo momento sta emergendo la necessità che la catechesi sia uno spazio per riuscire ad accogliere le domande dell’uomo, della donna, del ragazzo del bambino che in questo tempo si sono generati. Non c’è tanto la preoccupazione di dare risposte ma di accogliere le domande: un cantiere aperto. Dobbiamo rileggere quel che è avvenuto alla luce del Vangelo per immaginare la catechesi da settembre in avanti, un tempo nel quale i grandi assembramenti non saranno ancora possibili. Poi c’è il tema del coinvolgimento delle famiglie; i genitori in questo tempo hanno dovuto fare gli insegnanti e i catechisti, oltre a dover gestire il proprio lavoro e le dinamiche generali.
E su questo va fatta una riflessione, perché abbiamo forse voluto portare la Chiesa in casa ma non sempre ci siamo resi conto che la casa ha una sua quotidianità che già può essere occasione d’annuncio. Dobbiamo rinfrescare il inguaggio, essere più attenti al quotidiano, ma queste sono operazioni già avviate. Da ultimo abbiamo scoperto anche il senso di una fede incarnata, legata al quotidiano.
E non sottovalutare la capacità di leggere la Scrittura in un modo diverso: una Parola da gustare, che possa consolare, mettere in movimento le persone, far sentire la presenza e la vicinanza di Dio al nostro oggi. Questo periodo ha messo in evidenza alcuni strumenti, che tali restano e che devono essere rientati. Quante volte ci siamo lamentati dei social media e di quanto tempo ci “rubano”; ma se non avessimo avuto questa opportunità, sarebbe stato ancora più complicato raggiungere i ragazzi.

Alcune proposte per le comunità parrocchiali

– Incontro dei catechisti per pianificare: chiusura e ripresa a settembre; periodo più opportuno per i Sacramenti dell’Iniziazione cristiana.
– Incontro con i genitori per spiegare come si dovrà procedere.
– Scheda per i genitori, in cui si illustri come si è vissuto questo periodo e quali sono stare le cose belle e brutte che si sono vissute. Scheda in cui far scrivere o illustrare il loro rapporto con Gesù e con gli altri in questo periodo.
– Incontro di 30 minuti in oratorio per ogni gruppo, anche con la presenza dei genitori, per la consegna delle schede.
– Brano di Vangelo da proporre ai genitori una volta alla settimana perché lo presentino ai ragazzi.
– Inizio attività a settembre con una festa.

Mai come oggi l’Evangelii Gaudium diventa quel sentiero da seguire. Immaginare, ad esempio, una de-scolarizzazione del catechismo: lo diciamo da tanto, ma ora ci sono le condizioni per farlo. Quanto ci lamentiamo dell’eccessiva sacramentalizzazione dell’iniziazione cristiana? La vita spirituale è anche altro. Credo che con le opportune prudenze, con il coinvolgimento di tutti, questo possa essere un tempo propizio. Ad una Chiesa che ha reagito con sbavature, creatività e generosità all’apocalittico manifestarsi del Covid19, potrebbe ora succedere una Chiesa che, guardando lontano, si predispone ad immaginare il futuro, senza subirlo.
Senza dubbio, il tempo della ripartenza per la catechesi può essere il laboratorio della Chiesa in uscita, “comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano” (EG 24).

Don Maurizio Iandolo
Direttore ufficio diocesano
per l’evangelizzazione e la catechesi