
Quadro davvero da definire quelle che si presenta per il calcio che riparte nel settore professionistico dove tutto resta in bilico in base agli esiti della pandemia. Per i Dilettanti tutto chiaro per la serie D mentre per gli altri campionati tutti rinviato alle decisioni dell’ultimo Consiglio Direttivo nazionale che darà le indicazioni ai Consigli regionali per le modalità con le quali concludere la stagione anche in riferimento alla attività giovanile e scolastica. Ma le perplessità conseguenti il protocollo della FIGC sul settore restano tante.

Quando avrete questo numero del C.A. tra le mani saranno già in esecuzione o si saranno consumati i primi atti della ripresa del calcio giocato, ovviamente del settore professionistico, ovvero le semifinali della Coppa Italia. Sulla carta e nei fatti, quindi, si ritorna in campo, ma la situazione non è davvero di quelle certificate, ma tutto resta nel dubbio e il futuro prossimo, come la ripresa del campionato in vista della sua conclusione entro il 10 agosto, dipenderà dalla evoluzione della pandemia che potrà dettare regole completamente diverse dalla semplice disputa delle gare che ancora avanzano, sia per la Serie A che per la Serie B, al punto che sono state prese in considerazione ben tre ipotesi, che prevedono la procedura regolare, se tutto andrà per il meglio; in subordine la disputa di play off e play out e, extrema ratio, l’applicazione di uno speciale algoritmo per stabilire chi accederà alle Coppe internazionali e chi dovrà retrocedere, mentre il titolo del Campionato Italiano non verrebbe assegnato. Questo in sintesi quanto stabilito dal Consiglio Nazionale lunedì scorso con una sarabanda di regole difficili da capire probabilmente anche per gli addetti ai lavori, ma che porta alle suddette conclusioni. Decise anche le promozioni dalla C in B per le prime classificate al momento della sospensione, mentre sono previsti i play off già programmati per la quarta promossa, ma sempre con le riserve del caso e con soluzioni diverse da applicare in caso di necessità.

Ma, a noi, in questo marasma, che i prossimi mesi ci permetteranno di seguire negli sviluppi che verrà ad assumere nei vari contesti, viste le numerose spade di Damocle che pendono sulle vicende previste, interessa quello che succederà per la Lega Nazionale Dilettanti e per il Settore giovanile e scolastico e, al momento, possiamo dire solo che il quadro che si viene proponendo lascia perlomeno perplessi perché le cose sono chiare solo per la serie D, mentre per quanto riguarda gli altri tornei e le categorie, e soprattutto proprio il Settore giovanile e scolastico, tutto è ancora in discussione, però con i limiti incredibili imposti dal protocollo elaborato dalla FIGC che sembra aprire una serie di dubbi macroscopici sul futuro dell’attività calcistica, almeno come l’abbiamo intesa fino ad oggi. Quanto deciso per la Serie D, ovvero lo scalino più alto del settore dilettantistico, diventa probabilmente determinante anche per altri tornei e categorie. In D vengono promosse alla C le prime classificate e vengono retrocesse le ultime quattro in classifica dei nove gironi al momento dell’interruzione. Quindi, niente di definito proprio in ordine dalle retrocessioni in Eccellenza e Promozione e nelle Categorie, ma tutto resta da decidere solo dopo le scelte finali fatte dal Consiglio nazionale dilettanti che darà ai Consigli regionali gli indirizzi per concludere la stagione 2019/2020 in vista della ripresa di settembre. Tenendo conto che quanto definito per la Serie D non è certo passato sotto silenzio, ma le Società coinvolte nelle retrocessioni decise a tavolino si sono organizzate per reagire a scelte ritenute ingiuste soprattutto in considerazione di situazioni che avrebbero potuto ribaltarsi sul campo nella fase finale dei tornei, come succedeva di frequente in passato, possiamo credere che lo stesso problema possa insorgere anche gli altri tornei, soprattutto in ordine alle retrocessioni, specie dopo che in un primo momento sembrava fossero state congelate, mentre ora tutto sembra potere tornare in discussione. Usando un eufemismo possiamo affermare che siamo ancora nel caos più completo e che quanto andrà ad accadere potrà avere conseguenze importanti sul futuro del settore dilettantistico in quanto già si mormora di molte Società disposte a sciogliersi in prospettiva, ma non solo per quello che riguarda le scelte che saranno attuate, ma soprattutto in conseguenza del Protocollo che è stato elaborato dalla FIGC che contiene le linee guida per la ripresa graduale del calcio giovanile e dilettantistico e in particolare sulle modalità degli allenamenti per gli sport di squadra, tenuto conto di quanto contenuto del DPCM del 20 maggio scorso. Il quadro che emerge rasenta il paradosso e ha provocato una serie di reazioni a catena che dimostrano come il protocollo parta sì dall’esigenza di salvaguardare la salute individuale di chi opera ai diversi livelli nel mondo del calcio, ma pone condizioni e limiti che per molti potrebbero impedire di fatto lo svolgimento delle attività e, in qualche caso, anche la riapertura delle scuole calcio e, quindi, porterebbe in molti casi alle chiusura dei settori giovanili. In più, per le stesse Società impone scelte organizzative di difficile applicazione specie per le categorie minori dove le capacità economiche e la collocazione in contesti con precisi limiti sociali lascia intravedere la prospettiva di optare per la rinuncia alla partecipazione piuttosto che sottostare a regole non applicabili realisticamente, tanto più che, come già evidenziato, il supporto economico di molte società deriva da attività di natura ambientale con non potranno essere realizzate nell’immediato, facendo così mancare quei cespiti economici che erano l’unico riferimento per potere gestire i costi organizzativi della partecipazione ai diversi tornei. Non è certo questo il luogo nel quale si possano approfondire i contenuti del protocollo, ma sinceramente, dopo averlo letto con attenzione pensiamo che sia stato scritto da qualcuno che non abbia la minima idea di cosa sia necessario per allestire una squadra, quali le risorse necessarie ai diversi livelli per gestirla, cosa comporti organizzare un settore giovanile e quanta importanza venga ad avere la partecipazione volontaria di tante persone appassionate che non saranno certo disposte a rischiare in prima persona per applicare regole sulla carta praticamente impossibili e tali da impedire di svolgere l’attività perlomeno in maniera razionale e spontanea, pur valutando tutti i rischi possibili. Ci fermiamo qui perché il discorso rischia di farsi inutile in quanto non sviluppabile in maniera adeguata. Restiamo però con le orecchie tese per sapere come andranno a finire le cose soprattutto per quanto riguarda gli esiti dei tornei che, pur in maniera minimale, ci coinvolgono. Non ci basta, infatti, quello che si viene segnalando ovvero che anche nei tornei minori si procederà con promozioni legate alle classifiche del momento dell’interruzione, mentre nulla sembra definito sulle retrocessioni che potrebbero aprire una prospettiva diversa in ordine a possibili ripescaggi. Insomma, siamo ancora in alto mare, ma le cose, pur tra lo sconforto e la delusione di molti, si stanno avviando rapidamente alla conclusione e non è detto che già la prossima settimana tutto possa essere più chiaro e ci possa permettere di dire quale sarà il futuro prossimo del nostro piccolo calcio con tutte le riserve del caso perché certo il panorama attuale subirà comunque pesanti cambiamenti.
Luciano Bertocchi