La terza frazione di maggio – terza ‘decade’ anche se ha undici giorni – si sta rivelando fin qui più stabile e soleggiata della seconda, come le previsioni avevano correttamente annunciato. La cronaca di martedì 19 si era chiusa con pioggia a più riprese, anche sotto forma di rovescio, e temporali in giro, senza soluzione di continuità, fino a tarda sera.
Al conto della pioggia, si aggiungevano altri 20,4 mm; il bilancio di maggio poteva dirsi più che soddisfacente e già oltre i 125 mm, quantitativo superiore alla norma al giro di boa dei due terzi del mese. Dopo i residui piovaschi nella notte di mercoledì 20, le schiarite si affacciavano fin da metà mattina. Il 21, il registro cambiava nettamente e si poteva godere di un cielo sereno punteggiato di cumuletti isolati. Un sistema frontale in transito a nord delle Alpi il 22, invece, rendeva meno soleggiati sia il venerdì che il sabato 23, classificabili come giorni di cielo misto, ma comunque limpidi e gradevoli.
Se il 22 la brezza si poteva definire vivace, il 23 era addirittura gagliarda (velocità massima istantanea oltre i 40 km/h con percorsi orari fino a 20 km), evidentemente rinvigorita dal vento sinottico. Rispetto alle condizioni favoniche del 21, inoltre, si avvertiva un certo calo della temperatura massima. Pittoresche le formazioni nuvolose dovute all’interazione tra le correnti occidentali e la catena montuosa appenninica: al tramonto, era visibile verso est, al di sopra e quasi dirimpetto al M. Matto, un altocumulus lenticularis triplicatus, nel senso che la tipica nube d’onda si presentava su tre livelli sovrapposti come piatti impilati.
Pure la domenica 24, nel complesso dal cielo poco nuvoloso, rientrava nel novero delle finora sei più belle giornate del mese di maggio. Il gioco del vento, però, cambiava un’altra volta e tornava a prevalere la tramontana. Ancora meglio trascorreva lo sfolgorante lunedì 25, accarezzato da aure settentrionali asciuttissime in grado di rendere ancor più lustro il già nitido orizzonte osservato il 24.
La striscia blu esposta nell’eliofanografo di Campbell-Stokes, dal 1994 infallibile registratore del soleggiamento sulla torretta del Seminario-Liceo Vescovile, recava la perfetta e ininterrotta bruciatura per tredici ore esatte dovuta all’azione dei raggi solari concentrati dalla lente sferica dello strumento. A precedere e a seguire l’oscura e piovosa decade centrale del mese, quindi, sia la prima che la terza hanno offerto ciascuna tre giorni di ‘primavera alla Botticelli’ come sempre si vorrebbero vedere: il 3, il 7, l’8, il 21, il 24 e il 25. Martedì 26, il copione era però già mutato: benché l’orizzonte conservasse una limpidezza non comune, velature più o meno dense e cumuletti sparsi sono venuti a infrangere l’intatta serenità del mattino. La scarsa ventilazione ha contrastato con l’atmosfera più mossa dei giorni precedenti.
Le previsioni scorgono un graduale ripresentarsi di variabilità e poi di instabilità per la fine del mese e per l’inizio di giugno. In attesa degli eventi, le temperature si mantengono su un livello leggermente superiore alla norma accendendo il desiderio di estate.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni