
Relazione all’Unitre Pontremoli di Olga Raffo già direttrice dell’Archivio di Stato

Ricostruire l’atlante storico delle terre che nel 1859 diverranno la provincia di Massa Carrara, separate in tanti piccoli stati, è impresa complicata. A prescindere dalle vicende di Lunigiana, l’atto di nascita del ducato di Massa si può considerare la Convenzione del 1442 tra il marchese di Fosdinovo e cinque “prudenti cittadini” massesi con la quale Massa Lunense passa sotto il dominio dei Malaspina con Antonio, poi col figlio Jacopo che nel 1473 acquista dai Campofregoso genovesi il feudo di Carrara con i castelli e terre di Moneta e di Avenza e riunisce in un solo dominio Massa e Carrara. Gli succede Antonio II, padre di Ricciarda.
Di questa “matrona” ha parlato all’Unitre a Pontremoli Olga Raffo a lungo molto valida direttrice dell’Archivio di Stato di Massa; dopo aver analizzato i relativi documenti, il suo fondato giudizio è che fu una donna intrigante, malvagia, amante del lusso e del denaro. Fu combinato il suo matrimonio con Lorenzo Cybo di famiglia di mercanti “bottegai” nobilitati di Genova, che, senza arrivare ai vertici dei titoli d’onore, si erano innalzati nella società e Francesco padre di Lorenzo era figlio naturale di papa Innocenzo VIII.
Secondo la legge salica che dà la successione dinastica e la trasmissione del cognome del casato solo ai maschi, il dominio marchionale avrebbe dovuto denominarsi solo Cybo, invece Ricciarda, fuori le norme di legge ma sostenuta da Carlo V imperatore, poco prima della morte nel 1553 a Bagni di Lucca nel testamento lascia erede del dominio su Massa e Carrara il figlio Alberico e impone, pena la privazione dell’eredità, a lui e ai successori di farsi chiamare sempre col nome della “casata e famiglia Malaspina nostra” e metterla in posizione prioritaria anche negli stemmi perché casato più antico e più nobile. Pertanto fino all’estinzione del sistema feudale nel 1796 abbiamo ducato e poi principato dei Cybo Malaspina, mentre con Ricciarda ultima discendente femminile avrebbe dovuto estinguersi il nome del suo casato di nascita.
Lo storico del Cinquecento Bernardo Segni scrive che Ricciarda fu donna animosa e decisa, molto abile nella politica, dedita ai piaceri mondani e libera di costumi. Tradì abbondantemente il marito anche col fratello di lui, il cardinale Innocenzo suo “eterno innamorato”. E Carlo Arrighini la descrive “donna di mediocre statura, pallida, magra e di aspetto tra bello e turpe”. Il ducato trova la sua strutturazione politica, culturale ed economica con suo figlio Alberico I (Genova 1532-Massa 1623).
Ebbe il 17 febbraio 1554 da Carlo V l‘investitura imperiale dei feudi di Massa e di Carrara: è la data di nascita ufficiale del marchesato di Massa, elevato poi nel 1568 a feudo di maggiore importanza col titolo di Principato del Sacro Romano Impero, ha funzione anche di stato-cuscinetto per frenare tensioni tra le repubbliche aristocratiche di Genova e Lucca. Nel suo lungo governo nasce Massa Nuova e Cybea, prima era un agglomerato di piccoli borghi e poche case nell’acquitrinosa pianura verso il mare, gli stessi Malaspina stavano in un piccolo palazzo in borgo Bagnara. Fa costruire il grande palazzo Ducale ancora oggi il monumento artistico e istituzionale più importante di Massa e divenne la residenza definitiva del principe, difende la città con le mura e porte utili anche per riscuotere i dazi, apre nuove vie con fontane, fortifica la rocca contro la nuova “diavoleria” delle armi da fuoco, attira mercanti e artigiani.
Di grande rilievo sono i due volumi degli Statuti che regolano tutta la struttura dello Stato, il diritto pubblico e privato, l’operato dei funzionari, del bargello, dell’auditore responsabile di contrastare delinquenza e disordini provocati da molti massesi ubriachi e accoltellatori. Tenta senza risultati significativi di praticare la lavorazione della seta, istituisce il Monte di Pietà che fornisce prestiti in denaro a interessi al 5% molto inferiori a quelli praticati dagli ebrei; ottiene dall’imperatore di aprire una zecca per batter moneta.
Gli storici confermano che fu un sovrano ben voluto, mecenate della cultura, fu detto “il Grande” e seppe destreggiarsi negli anni difficili delle “guerre orrende” tra Francia e Impero per la conquista dell’Italia. Si sposò due volte, ebbe cinque figli legittimi e cinque naturali, ebbe signoria anche su Ferentillo e altri paesi per doti delle due mogli. Con la stessa prudenza governa fino al 1562 il successore nipote Carlo I, senza figli legittimi o adulterini, è molto devoto e fa costruire a Massa la chiesa della Misericordia dedicata a Maria per lo scampato pericolo della peste nel 1629, è molto attento alla legislazione sul marmo. Nel Settecento il ducato è in grandi difficoltà, gravato dai contributi da versare alle casse dell’Impero asburgico e da liti dinastiche di natura economica. Con la morte nel 1731 dello “sciagurato” Alderano, che aveva fatto contratti per vendere il ducato, si estingue il ramo maschile dei Cybo Malaspina.
La figlia Maria Teresa sposa Ercole d’Este e vive quasi sempre a Modena, per unire i due ducati il suocero vuole la via Vandelli; sovrana illuminata, fonda l’Accademia di belle Arti di Carrara. L’avventura di Napoleone spazza via nel 1796 anche lo Stato feudale dei Cybo Malaspina, occupato dai soldati francesi che spogliano di tutto il palazzo e lo distruggono, poi Massa diventa capoluogo del Distretto delle Alpi Apuane sotto la Repubblica Cisalpina, infine passa al regno d’Etruria di Elisa Bonaparte. Restaurato l’Antico Regime al Congresso di Vienna del 1815 l’ex-ducato è incorporato nel ducato di Modena, alla morte di Maria Beatrice nel 1829 passa al granducato Toscano.
La II guerra d’Indipendenza, i plebisciti per l’annessione al Piemonte, l’impresa dei Mille portano i Savoia a diventare re dell’Italia unita. Nasce la provincia di Massa Carrara con aggregata la Lunigiana: una decisione di vertice poco congrua storicamente e che ancora non ha favorito la coesione fra le due zone, neppure dopo la fusione nel 1987 delle diocesi di Pontremoli e Massa.
Maria Luisa Simoncelli