L’associazione ne sottolinea le potenzialità per lo sviluppo e per l’ambiente

Un'immagine della linea ferroviaria Pontremolese
Un’immagine della linea ferroviaria Pontremolese

Sono 170 le opere pubbliche individuate da Legambiente per fare aprire i cantieri e rilanciare investimenti e occupazione. Tra queste ci sono due opere che interessano la Lunigiana, ovvero la linea ferroviaria Pontremolese, oggi per il 50% a binario unico nonostante rappresenti un tratto fondamentale del corridoio Tirreno-Brennero; e seconda, l’istituzione del Parco Nazionale del fiume Magra individuato come fondamentale infrastruttura verde tra Toscana e Liguria a supporto del nuovo asse strategico nazionale tra Spezia, Lunigiana, Parma e il valico transfrontaliero del Brennero. “Un Green New Deal necessario anche per la nostra regione – conclude Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana – alla quale dobbiamo garantire un riequilibrio tra aree periferiche e piana metropolitana. Sulle 6 priorità in Toscana, abbiamo infatti individuato ben due opere al servizio dello sviluppo locale in Lunigiana, che significa “curare” da vicino il tema delle aree interne”. Secondo Legambiente quindi, partendo dalla questione trasporti, la realizzazione della Pontremolese rappresenta una tappa fondamentale, una ferrovia per collegare il Tirreno all’Europa
 con il collegamento ferroviario La Spezia-Pontremoli-Parma-Verona-Brennero che può rappresentare un asse fondamentale per lo sviluppo dei territori attraversati, così come per l’intero Paese. Attualmente la linea ferroviaria è per il 50% a binario unico e mostra pendenze elevate che riducono le dimensioni utili di treni, soprattutto quelli per le merci. La ferrovia rappresenta un pezzo potenziale del corridoio Tirreno-Brennero (TI-BRE) che dovrebbe connettere persone e merci dal centro-nord dell’Europa alle vie marittime del Tirreno. Su questa via il porto di Spezia rappresenta uno dei principali punti di arrivo delle merci in containers e il principale porto per l’utilizzo del trasporto su ferro.
Sono innumerevoli le opportunità strategiche nell’ammodernamento di questa linea: maggiore sostenibilità ambientale dei trasporti, innovazione e competitività del settore logistico, aumento della fruibilità turistica (sia dei capoluoghi che dei comuni minori) e, infine, presidio importante contro lo spopolamento delle aree interne contigue la linea. Eppure, nonostante l’enorme potenziale e nonostante il raddoppio sia stato preventivato 25 anni fa, a oggi la tratta vede significative strozzature, inadatta al traffico merci. I tempi di percorrenza sono interminabili e ci sono forti limiti alla lunghezza dei convogli. Eppure oggi sarebbe possibile riavviare i lavori dato che nel 2018 parte delle risorse sono state individuate dal governo Gentiloni, mentre l’opera è stata reinserita nel programma pluriennale degli investimenti di RFI.

Uno scorcio del corso del fiume Magra
Uno scorcio del corso del fiume Magra

Inoltre, l’investimento sulla Pontremolese darebbe un forte stimolo all’istituzione del Parco Nazionale del fiume Magra, il cui bacino idrografico è diviso tra due Regioni: Toscana e Liguria, una separazione amministrativa che ha portato ad una gestione frammentaria e non unitaria. Il tratto toscano, è stato tutelato negli ultimi 15 anni, per un tratto di circa 13 km, da due ANPIL (Aree Naturali Protette d’Interesse Locale) che la recente legge regionale ha abrogato, lasciando quegli habitat senza una chiara destinazione futura. Il tratto ligure del Magra e del suo principale affluente, il Vara, invece, è interessato dal Parco Regionale di Montemarcello-Magra-Vara, che ha una storia travagliata. Tutto ciò premesso, Legambiente rileva:
che il fiume Magra rappresenta un sistema ecologico unico e strategico, per il quale è imprescindibile garantire la tutela omogenea della biodiversità, in Toscana come in Liguria;
che gli attuali strumenti di tutela e valorizzazione del fiume, sebbene fragili e frammentati, non sono solo da confermare ma anzi occorre estenderli per sviluppare un sistema di salvaguardie integrate e interregionali del fiume Magra;
che lo strumento idoneo per perseguire tali obiettivi è l’istituzione del Parco Nazionale del fiume Magra, realizzabile con l’adozione di strumenti normativi e procedurali di competenza ministeriale, di concerto con le Regioni Liguria e Toscana, in vista di un’auspicabile gestione coordinata e unitaria dell’intero ecosistema fluviale a scala di bacino.