Giorni della Merla: credenza nata non si sa come

05meteoGennaio, pur lungo, è arrivato alla conclusione e puntuale viene riesumato ogni anno il detto che pretende gli ultimi tre giorni del primo mese dell’anno destinati a far battere i denti e a imbacuccare le persone più di tutti gli altri che compongono l’inverno. La storiella è simpatica (povera merla a parte!), ma fra tutti i detti, proverbi e segni di meteorologia popolare è uno dei più mendaci.
La tradizione è molto antica e nacque, perciò, prima della riforma del calendario (1582), il che farebbe anticipare ai giorni intorno al 20 gennaio il ripetersi di episodi rigidi per un certo periodo di anni intorno a tale data. Solo così si può spiegare la nascita di una convinzione che non trova alcun riscontro in quel che accade ai nostri giorni: l’allora minore durata media della vita e un succedersi di ondate di freddo fra la seconda e la terza decade di gennaio per diversi anni potrebbe avere indotto l’uomo medievale a certi collegamenti?
In effetti, della sorte toccata alla merla bianca divenuta nera per essersi rifugiata in un camino durante una fase di tempo molto severo in un inverno di tanti secoli fa favoleggiano persino autori di spicco della letteratura come Sacchetti e il sommo Dante.
05meteo_tabellaAnalisi dettagliate delle temperature medie giornaliere nelle serie storiche di tanti osservatori meteorologici, d’altro canto, non hanno mai riscontrato un minimo della curva nel trio di giornate sotto esame. Ciò non si verifica neppure controllando l’andamento termico in prossimità del 20 gennaio: è intorno al 10, infatti, che i termometri sono soliti scendere a valori mediamente più bassi.
Questo è vero soprattutto per il Nord Italia e per i climi continentali, mentre man mano che ci si sposta al Sud i giorni più freddi, oltre ad essere più moderati in senso assoluto, si distribuiscono fra gennaio e tutto febbraio. Lo stesso andamento più ‘spalmato’ si riscontra nelle località montane.
Si sono volutamente lasciate solo poche righe per il commento della scorsa settimana: il vento di tramontana, redivivo e bene accolto, si è rimesso a dormire. Dopo qualche notte di brina e il sereno durato solo il 23, non potevano che tornare a spadroneggiare nuvolaglia e foschia, pioviggine e banchi di nebbia, indi libeccio e pioggia. Piccola variazione la tramontana scura del 25 con una parentesi di neve caduta fin sotto i 1000 m nell’angolo NW della Lunigiana.
Per il resto, situazione incommentabile e non competente alla stagione.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni