Razzismo e accoglienza, uguali nel diritto al rispetto

42editorialeSe Carneade era sconosciuto al solo don Abbondio, così non si può dire del razzismo perché, stando alle dichiarazioni di questi giorni, sembra proprio che quest’ultimo fenomeno non lo conosca proprio nessuno… almeno partendo dal centro dello schieramento politico e andando verso destra.
Un’impressione corroborata dal fatto che nella discussione per l’approvazione della mozione promossa dalla senatrice a vita Liliana Segre, che prevede l’istituzione di una commissione straordinaria “per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza”, il Senato si è diviso in modo netto tra i 156 ‘sì’ a favore (Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva, Autonomia e Liberi e Uguali) e i 98 ‘no’ espressi dai rappresentanti di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. In realtà si è trattato di astensioni ma, secondo il regolamento della Camera alta, l’estensione equivale a un ‘no’.
Ha fatto rumore l’allineamento di Forza Italia sulla posizione della destra salviniana; una scelta non condivisa da Mara Carfagna: “La mia casa, non si sarebbe mai astenuta in un voto sull’antisemitismo – ha affermato lapidaria – stiamo tradendo i nostri valori e cambiando pelle”. Ora, se è vero che il controllo sulle dichiarazioni e sui messaggi per valutare se siano classificabili come espressioni di odio – in inglese hate speech – è un argomento da non prendere alla leggera, è altrettanto vero che ogni giorno migliaia di messaggi di questo tipo navigano in tutta tranquillità in rete senza che gli autori debbano rispondere a nessuno di quello che scrivono.
Una “commedia” ancor più tragica – scusate il bisticcio – si è dipanata domenica scorsa durante, e soprattutto dopo, la partita del campionato di serie A Verona – Brescia. L’arbitro si è trovato costretto ad interromperla per gli insulti razzisti dei tifosi veronesi contro Balotelli.
Anche in questo caso, una questione in apparenza molto semplice: si riconosce l’errore, si chiede scusa, si cercano i responsabili e li si giudica per quanto hanno combinato. Troppo facile! Salta fuori il capo tifoso che minimizza gli insulti e, comunque, per darsi un tono, stando ai giornali, dichiara che per lui Balotelli non sarà mai del tutto italiano. Cosa c’è da stupirsi, aggiungiamo noi, è scuro di pelle! Poi il sindaco di Verona e altri personaggi di rilievo che non hanno sentito niente: di certo è Balotelli che si inventa certe cose. Salvini, che non può mai stare zitto, ha parlato di “polverone esagerato”.
Non si finirà mai di dire che su certi temi non si possono creare divisioni. Uno stato democratico e rispettoso della dignità delle persone non può che fondarsi sul rigetto di ogni ideologia tendente alla discriminazione su base religiosa, culturale, etnica.
Non siamo tutti uguali, ma tutti abbiamo il diritto al rispetto e all’accoglienza.

Antonio Ricci