
La storia dell’ agricoltura ha origini remote nel tempo e ha conosciuto momenti di fortuna e di disgrazia. Solo a partire dai primi decenni del XIX secolo l’uso di prodotti e strumenti adeguati avvia un progresso che non si è più fermato. Attorno agli anni Cinquanta, l’ agricoltura, in Italia, era l’attività prevalente con quasi il 50% degli occupati. Oggi conta poco più di 800 mila addetti e una produzione che vale il 2% del Pil. Le statistiche affermano che un’impresa agricola su tre, nel nostro Paese, ha a capo una donna.
La Campania, dopo la Sicilia, risulta essere la prima regione d’Italia per imprese agricole femminili, per un totale di oltre 25mila attività. Donne attive, intraprendenti, creative, capaci di guidare attività di produzione e trasformazione dei prodotti in una mirabile filiera terminante nella vendita diretta, spesso a km zero. Una vera e propria catena che porta alla realizzazione di realtà altamente funzionanti come, ad esempio, gli agriturismi che si stanno estendendo ovunque con successo, anche in Lunigiana, muovendo l’economia in modo tangibile e rassicurante per il futuro.
L’ultimo censimento agricolo parla di circa 500mila imprenditrici capaci di mettersi in gioco, di inventarsi un’occupazione magari totalmente diversa da quella svolta in precedenza, una realtà che si sta consolidando anche nella nostra vallata, dove son sorte aziende agricole alquanto apprezzate che stanno dando un grande impulso al comparto dell’enogastronomia, con conseguente plauso da parte dei turisti che, fortunatamente, anche nell’estate appena conclusa hanno scelto, come meta di relax, proprio la Terra della Luna. Certo molto resta da fare, a partire dal recupero di ettari ed ettari di terreno ancora parecchio degradati e che potrebbero essere coltivati.
Servono tecnologia, sostenibilità, forze nuove ed un’impostazione che punti sempre più alla qualità, non alla quantità. Indispensabili aiuti mirati e sostegno economico per chi sceglie di tornare a lavorare la campagna. I politici dovrebbero riflettere concretamente sulle azioni da attuare, sull’intero territorio nazionale, stanziando fondi e aprendo sportelli per sostenere chi ha contratto mutui.
Passare insomma dalle tante, troppe chiacchiere, ai fatti affinché i giovani siano invogliati a scommettere sul mercato agroalimentare curando, con passione, “sora nostra Matre terra, la quale ne sostenta e governa, e produce diversi fructi con coloriti fiori ed erba…”. A distanza di secoli, il messaggio che Francesco d’Assisi ci rivolge con il suo mirabile “Cantico delle Creature” mantiene intatta la sua validità.
Ivana Fornesi