Papa Francesco: “Il cristiano non può stare a braccia conserte di fronte alla povertà”

Giovani, migranti e ambiente al centro del suo 31° viaggio apostolico

34Papa01Mozambico, Madagascar, Isole Mauritius: sono le tappe del 31° viaggio apostolico internazionale che Papa Francesco ha concluso in questi giorni. Un viaggio dentro la povertà e dentro le tante contraddizioni del nostro tempo che, come gli altri, dovrebbe aiutarci a uscire dal nostro provincialismo per aprirci veramente all’universalità. Sarebbe opportuno ascoltare il grido di chi non ha voce e che trova risonanza nelle riflessioni fatte dal Papa nelle periferie del mondo.

In  Mozambico la parola è ‘riconciliazione’. Francesco invita a “scrivere una nuova pagina di storia” del Paese, ad andare oltre l’accordo firmato un mese fa, che ha posto fine a una guerra fratricida, dopo lo storico accordo siglato nel 1992 con la mediazione della Comunità di Sant’Egidio. “No alla violenza e sì alla pace”, le parole di apertura del primo discorso a Maputo. La pace, però, se vuole essere duratura, non può essere solo assenza di guerra, ma impegno instancabile a “riconoscere, garantire e ricostruire concretamente la dignità dei nostri fratelli”. “Nessuno si senta abbandonato”, in primo luogo i giovani, che in Mozambico sono la metà della popolazione. “Nessuna famiglia, nessun gruppo di vicini, nessuna etnia e tanto meno un Paese ha futuro, se il motore che li unisce è la vendetta e l’odio”. L’impegno quotidiano di ognuno deve tendere ad “avere uno sguardo attento e attivo che porta a trattare gli altri con quella misericordia e bontà con cui vogliamo essere trattati”.

34Papa02In Madagascar, dove il 70% della popolazione vive sotto la soglia di povertà, è accolto da un bagno di folla. “La povertà non è una fatalità”. “Quanti uomini e donne, giovani, bambini soffrono e sono totalmente privi di tutto!”, il grido del Papa dal Campo diocesano di Soamandrakizay, mentre celebra la Messa davanti a un milione di persone. “Il cristiano non può stare a braccia conserte” di fronte alla povertà e deve combattere le “idolatrie” del potere, della carriera e del denaro. I temi sociali e politici sono al centro del discorso  rivolto alle autorità: “Lottare con forza e determinazione contro tutte le forme endemiche di corruzione e di speculazione che accrescono la disparità sociale e ad affrontare le situazioni di grande precarietà e di esclusione che generano sempre condizioni di povertà disumana”, favorire la “distribuzione del reddito e una promozione integrale di tutti gli abitanti, in particolare dei più poveri”. Il Madagascar è una terra ricca con molta povertà, segnata dalla disuguaglianza e dalla corruzione.

SS. Francesco - Viaggio Apostolico in Madagascar: Visita alla Città dell’Amicizia  08-09-2019
SS. Francesco – Viaggio Apostolico in Madagascar: Visita alla Città dell’Amicizia 08-09-2019

Alla Chiesa locale affida il compito di operare una proficua collaborazione con lo Stato per far sì che ci sia attenzione a tutte le forme di povertà. Non solo assicurare il cibo o un decoroso sostentamento, ma che si possa prosperare in tutti i molteplici aspetti della persona da cui deriva il diritto all’istruzione, l’accesso all’assistenza sanitaria e soprattutto al lavoro e al giusto salario. Il Papa introduce poi un tema nuovo: “Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale”. In quel paradiso naturale che è la quarta isola del mondo per grandezza, dal palazzo presidenziale di Antananarivo Francesco cita la Laudato si’ per riaffermare che “non possiamo parlare di sviluppo integrale senza prestare attenzione alla nostra casa comune e prendercene cura”. La ricca biodiversità vegetale e animale dell’isola è minacciata dalla deforestazione a vantaggio di pochi, la denuncia del Papa, secondo il quale “il suo degrado compromette il futuro del Paese e della nostra casa comune”. “Non può esserci un vero approccio ecologico né una concreta azione di tutela dell’ambiente senza giustizia sociale”, la tesi sulla sostenibilità ambientale.

È festa nazionale, nelle isole Mauritius e tutti accorrono a vedere il successore di Pietro che rende omaggio al beato Jacques-Désiré Laval che cristiani, indù, musulmani e buddisti, considerano il padre della nazione. In una terra multietnica, multireligiosa e multiculturale, conosciuta nel mondo per le sue attrazioni turistiche,

il Papa esorta ad “andare avanti con quell’atteggiamento costruttivo che spinge a incentivare una conversione ecologica integrale”, che “mira non solo a evitare terribili fenomeni climatici o grandi disastri naturali, ma cerca anche di promuovere un cambiamento negli stili di vita in modo che la crescita economica possa davvero giovare a tutti”, evitando catastrofi ecologiche o gravi crisi sociali. Per questo bisogna “Accettare la sfida dell’accoglienza e della protezione dei migranti che oggi vengono qui per trovare lavoro, e, per molti di loro, migliori condizioni di vita per le loro famiglie”. (g.b.)

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