
Fivizzano. Lo storico Baroni invita la città di Carrara a chiedere scusa per la strage di Vinca

La presenza del presidente della Repubblica Federale Tedesca Frank Walter Steinmeier e della Repubblica Italiana Sergio Mattarella alla commemorazione degli eccidi nazifascisti di 75 anni orsono nel territorio fivizzanese è stata accompagnata e seguita da una serie di riflessioni e “consigli” da parte di storici e di sopravvissuti alle stragi, ma anche di qualche gruppo politico e di singoli cittadini.

Una nota pubblica dello storico Fabio Baroni, ad esempio, prendeva spunto dalla richiesta di perdono fatta dal presidente tedesco, per invitare la città di Carrara, nella figura del sindaco Francesco De Pasquale, a fare altrettanto, “a chiedere scusa alla comunità di Vinca”, essendo storicamente provata la partecipazione, autorizzata dal federale della città, il colonnello Giulio Lodovici, di un centinaio di fascisti carrarini, ma anche di paesi vicini, a quei tre giorni di sangue, non uno come a San Terenzo, per cancellare possibili testimoni. Giustamente, per Vinca, si parla di “strage italiana”. La richiesta Fabio Baroni l’aveva già avanzata, invano, nel 2008 e ripetuta nel 2009 e nel 2010, avendo in mente quanto fatto da Willy Brandt a Varsavia, Giovanni Paolo II in Israele, Udo Surer a San Terenzo Monti.

Quest’ultimo riferimento, però, ha provocato la replica dello stesso Surer, figlio di un SS: “che importanza ha la nazionalità o addirittura la provenienza regionale dei nazifascisti?.. Io non ho mai chiesto scusa per mio padre, perché l’atrocità dei fatti ha raggiunto una dimensione troppo grande per un semplice perdono. Poi perché per un perdono ci vuole un colpevole pronto a pagare per i suoi misfatti…. Infine perché penso di non dover chiedere scusa per quanto fatto da mio padre”. Anche un cittadino, anonimo per opportunità, scrive ad un quotidiano per dire, in merito alla proposta di Baroni: “a chi serve? Ai Martiri? Sono ormai in un altro mondo…. Ai vivi? è bene che lavorino perché certi orrori non abbiano a riverificarsi, abbandonando la strada dei rancori e delle recriminazioni”.

Francesco De Pasquale
Queste prese di posizione, alle quali se ne potrebbero aggiungere altre, evidenziano la difficoltà, meglio l’impossibilità di pervenire ad un giudizio condiviso sul tema delle “scuse” o del “perdono”. Tutte, però, contengono un appello ad operare per un futuro di pace, a partire dalle “raccomandazioni” rivolte al presidente Mattarella dai superstiti Luisa Chinca di San Terenzo e Andrea Quartieri di Vinca “a vigilare che quel passato non abbia più a ripetersi”. Nunzia Borzani, anch’ella scampata alla strage, aggiunge la sollecitazione ad una maggior presenza dello Stato a Vinca, toccando un argomento che da decenni è al centro delle discussioni nel paese: poteva e doveva essere dedicata maggior attenzione alle sue problematiche, come a quelle degli altri luoghi delle stragi? Per molti anni la popolazione di Vinca ha inseguito il sogno della Vinca –Sagro, che avrebbe consentito di raggiungere le cave in pochi minuti. Il progetto, nonostante le grandi somme investite, non è giunto alla fine e, forse, mai la vedrà. Sarà opportuno, pertanto, che l’ Amministrazione elabori qualche nuova idea, per una forma seppur tardiva di riconoscenza per il sacrificio sofferto dai suoi abitanti e per tentare di risollevarne le sorti, ostacolandone il completo spopolamento.
Andreino Fabiani