“Perdono” la parola simbolo di fronte ai morti degli eccidi del ‘44
Perdono è stata la parola simbolo della commemorazione del 75° anniversario degli eccidi di Vinca, San Terenzo Monti, Mommio, Tenerano, svoltasi a Fivizzano il 25 agosto, con la partecipazione del Presidente della Repubblica Federale Tedesca Frank-Walter Steinmeier e del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. “Provo vergogna per quello che i miei connazionali nazionalsocialisti hanno commesso nel 1944 in alcuni paesi del vostro Comune e chiedo perdono a nome del popolo tedesco”. Quando il Presidente Steinmeier, ha pronunciato queste parole, gli oltre trecento invitati e le autorità presenti alla commemorazione sono balzati in piedi ed, insieme alla moltitudine di persone assiepate dietro le transenne in piazza Medicea, gli hanno tributato un’interminabile ed emozionante acclamazione, una vera e propria standing ovation.
Ma il discorso del Presidente tedesco, che si è espresso in un preciso italiano, pur non conoscendo la nostra lingua, è stato più volte interrotto dagli applausi, in particolare quando ha toccato il tema dei tempi troppo lunghi per l’accertamento delle responsabilità o dell’impunità degli autori degli eccidi, che diedero la morte, nei modi più feroci, a 401inermi civili, di ogni età. “è impossibile comprendere come l’uomo abbia potuto giungere a compiere certe azioni, ma è necessario conoscerle”, specialmente da parte dei giovani, che spesso ne sono all’oscuro. Lo hanno confessato anche alcuni studenti tedeschi presenti alla commemorazione, al corrente solo del fatto che i loro nonni nel 1944 militavano nei luoghi delle stragi. “Pericoloso sarebbe l’oblio – ha, poi, sottolineato il Presidente Mattarella – di fronte a simili episodi di disumanità, di terrorismo senza scrupoli praticato dalle SS e dai brigatisti neri repubblichini, che hanno crudelmente segnato la vita di questa parte d’Italia, della sua gente”. L’hanno segnata fino al punto, come giustamente ha voluto evidenziare il sindaco Gian Luigi Giannetti, nel suo intervento di apertura della cerimonia, di essere parte fondamentale della “identità storica del Comune di Fivizzano, insieme alla dominazione fiorentina e alla stampa”. Quella degli eccidi è un’identità drammatica, ormai svelata in tutti gli aspetti, compresi i nomi e cognomi dei colpevoli, grazie, soprattutto, alle indagini del procuratore militare Marco De Paolis, anch’egli presente.
Si è trattata di una giornata straordinaria per Fivizzano che ha vissuto un mese esaltante nell’attesa e nell’organizzazione della partecipazione alla commemorazione del 75° anniversario degli eccidi del 1944 del Presidente tedesco e quello italiano. Tutto è stato curato alla perfezione, tanto che il cerimoniere della Presidenza ha riservato parole di elogio anche per l’addobbo floreale. Particolare attenzione è stata rivolta alla sicurezza: il giorno della visita ogni angolo di Fivizzano era presidiato dalle forze dell’ordine, secondo una predisposizione studiata nei giorni precedenti dai Servizi italiani e tedeschi. Ma anche la strada che conduce al capoluogo, in ogni innesto viario, fosse anche un sentiero, era controllato da pattuglie di carabinieri o della polizia. Si può dire che domenica 25 agosto piazza Medicea era un’isola irraggiungibile, se non dopo aver superato controlli ed identificazioni. La cerimonia si è svolta puntualmente secondo il programma stabilito.
Alla deposizione della corona con le bandiere dei due Stati alla lapide commemorativa della giornata, è seguito l’incontro, nei locali della biblioteca, dei Presidenti con due sopravvissuti alle stragi, Andrea Quartieri di Vinca, e Luisa Chinca di San Terenzo Monti. è stato un momento di grande emozione, specialmente quando Quartieri – allora aveva 13 anni- ha riferito di “aver ancora nelle orecchie il grido di un ufficiale tedesco, alto e giovane, ai suoi soldati: Kaputt, indicando le persone di Vinca” o quando la signora Chinca – allora di 5 anni – ha ricordato “che ogni sera, alle 23, i soldati tedeschi entravano in casa sua e urlavano: noi uccidere tutti. Dove sono i partigiani?”. Al termine si è formato il corteo, che tra due ali di folla plaudente, ha raggiunto il palco, accolto dal coro Lunigiana col canto “Fratello sole, sorella luna”. Lì sono stati pronunciati i discorsi ufficiali del sindaco, del presidente della Giunta della Regione Toscana Enrico Rossi, e dei due ospiti d’onore, il Presidente Steinmeier, e del nostro Presidente Mattarella. Poi ancora un bagno di folla, con strette di mano e foto. Infine il pranzo al convento del Carmine, con menù di strigoli al pesto ligure, filetto di vitello con erbe aromatiche, semifreddo al cioccolato e gianduia. Il tutto annaffiato dal Vermentino dei Colli di Luni, dallo Sciacchetrà delle Cinque Terre, dal Morellino di Scansano. Quindi il rientro nelle sedi istituzionali. Il servizio di sicurezza medica per il Presidente tedesco, nel percorso da Pisa a Fivizzano e da Fivizzano all’aeroporto di Pisa, è stato effettuato dai volontari della Pubblica Assistenza della Valle del Lucido.
Andreino Fabiani