
Il 15, 16 e 17 agosto 1969 a Bethel, stato di New York, nella fattoria di Max Yasgur, la musica unì mezzo milione di giovani

La musica ci accompagna indiscutibilmente da sempre cosicchè, riannodando i fili sonori della vita, ciascuno di noi ritrova immagini, sapori, situazioni che rimangono indelebilmente davanti ai nostri occhi; se poi la musica l’hai ascoltata, vissuta, condivisa nel festival per antonomasia, chiamato Woodstock, perchè nell’agosto del 1969 eri a Bethel nella fattoria di Max Yasgur, in quel mezzo milione di giovani, allora qualcosa di irripetibile, di unico, di straordinario te lo sei cucito addosso per sempre.
Qualcuno ha definito Woodstock ‘i tre giorni che hanno cambiato il mondo”. Se davvero fosse stato questo evento così dirompente e innovativo da cambiare il mondo non siamo in grado di dirlo, certamente per la musica che si ascoltò, per le situazioni che si crearono, per la partecipazione, per le idee che venivano espresse con forza fu davvero un evento eccezionale.
Altri raduni musicali e Festival che c’erano stati prima di Woodstock, ad esempio nel 1967 il Monterey Pop Festival, nel 1968 a Miami, ad Atlanta nel 1969, non lasciarono una traccia così forte, paragonabile a Woodstock, la tre giorni di pace e musica contro la guerra in Vietnam che vide 17 musicisti prendervi parte. Un evento davvero straordinario dove la controcultura fine anni Sessanta trovava uno spazio rilevante tanto da essere accostato ad altri momenti innovativi e fondamentali nella storia del rock americano: Elvis Presley in sala di incisione, Bob Dylan che imbocca decisamente la strada del rock elettrico, i Beatles che sbarcano in America.
In quei tre straordinari giorni, 15, 16, 17 agosto del 1969 erano attese 150-200.000 persone in realtà furono 500.000 e per dare un’idea di che cosa fosse quel grande raduno basti pensare che per circa quaranta chilometri ogni strada che portava nella zona del maxi-concerto venne bloccata dalle lunghe colonne di auto e ci si dovette muovere a piedi. L’energia elettrica venne presa dalla vicina Bethel utilizzando 15 Km di cavi; vennero costruiti amplificatori di 500 Kg, alti m1,80 e sistemati, in 16 batterie su piattaforme alte 21 metri, lungo le colline circostanti.
La musica aveva convocato migliaia di giovani e aveva creato le condizioni perchè potessero stare insieme anche manifestando la loro contrarietà alla guerra. Continuava con Woodstock il percorso iniziato nei primi anni Sessanta con l’avvento del rock’n’roll cioè quello della emancipazione giovanile e di una nuova cultura, rispetto a quella degli adulti. “Erano preocupatissimi, non ho mai viaggiato molto e loro temevano le rivolte, i guai con le autorità, la droga. Ci siamo dovuti sedere e parlarne”.
Così il New York Times del 16 agosto 1969 riferisce di un colloquio di una diciottenne con i suoi genitori. Quella strada era ormai imboccata e sempre più avrebbe portato a quella presa di coscienza dei problemi sociali, delle uguaglianze, dei diritti negati, del bisogno di pace dei quali le nuove generazioni facevano le loro bandiere da sventolare in manifestazioni e marce. E tutto questo fu anche grazie a Woodstock.
50 anni fa… 1969 – 2019
Il 1969 è stato un anno affascinante e per altri versi terribile. Infatti se da un lato con il piede di Neil Armstrong sulla Luna si inaugurava una nuova stagione di ricerche e viaggi spaziali, dall’altro il 12 dicembre, la strage di piazza Fontana a Milano sembrava riportare indietro l’umanità allo stato di una primordialità violenta. Escono il film Satyricon di Federico Fellini e Easy Rider di Dennis Hopper con quella splendida colonna sonora fatta da Hendrix, The Byrds, Steppenwolf,… I Beatles sono in Saville Row n° 3 sul tetto della Apple Corps per quell’ultima esibizione durata quaranta minuti. I quattro di Liverpool sono ormai alla fine di una fortunata e ricca, in tutti sensi, carriera musicale, si separeranno l’anno successivo, intraprendendo strade diverse ma ancora musicalmente feconde.
Ma l’evento musicale per il quale il 1969 è ancora oggi ricordato è la tre giorni di Woodstock. Il 15, 16, 17 agosto mezzo milione di persone si ritrovano nei pressi del White Lake a Bethel, nello stato di New York, per un’indimenticabile tre giorni di musica. Ancora nel 1969 gli Who fanno uscire Tommy, il loro quarto album come per i Pink Floyd Umma Gumma. Alla fine di agosto ci sarà la seconda edizione del Festival dell’Isola di Wight durante il quale Bob Dylan suonerà ben 17 canzoni. Escono fra gli altri in quell’anno anche Stand Up dei Jethro Tull, Let It Bleed dei Rolling Stones, mentre il 10 ottobre 1969 i King Crimson di Robert Fripp fanno uscire il loro primo album, In the Court of the Crimson King che avvia la nuova stagione musicale del progressive rock. (f. r.)
Fabrizio Rosi