Da una contesa tra Damiani e Pavesi una mappa del centro storico di Pontremoli nel 1787

Una ricerca di Marco Angella svela una raffigurazione inedita disegnata dall’architetto granducale Pietro Conti

La mappa del centro storico di Pontremoli affacciato sul torrente Verde disegnata dall’arch. Pietro Conti nel 1787
La mappa del centro storico di Pontremoli affacciato sul torrente Verde disegnata dall’arch. Pietro Conti nel 1787

Consultando la Sezione Archivio di Stato dell’Annunziata di Pontremoli Marco Angella gentilmente ha inviato al Corriere Apuano le carte e i disegni in cui si è imbattuto dentro un grosso inventario di atti civili relativo agli anni 1772-1814 dal quale si ricavano moltissime informazioni, registrate con indici minuziosi, utili per ricostruire eventi di quell’arco di tempo in cui Pontremoli fu sotto il granducato toscano degli Asburgo Lorena e poi conobbe i mutamenti portati da Napoleone repubblicano e imperiale.
Dalla “Filza prima Civile al tempo del vicario Giuseppe Gamucci” è saltato fuori l’atto n. 49 contenente circa 250 carte riguardanti una vertenza tra Giuseppe Damiani e Lorenzo Pavesi e loro congiunti, avviata nel 1786 in autunno e conclusa nell’estate 1788. Tra le due date ci stanno due eventi molto importanti per Pontremoli: nel 1786 il granduca e grande riformatore Pietro Leopoldo venne in visita e proclamò nobile la città, nel 1787 fu fatta sede dell’istituita nuova diocesi. Tornando ai due contendenti appartenenti alla nobiltà, il 27 novembre 1796 davanti al Vicario Regio comparvero Lorenzo Pavesi e fratelli, Achille Galli, Pietro Restori, i sacerdoti Giovan Battista e Vincenzo Romani, zio e nipote, contro Giuseppe Damiani perché era corsa voce che volesse fare lavori nella gora o biedale che portava acqua dai Molini superiori a quelli inferiori sotto casa Damiani confinante con la chiesa di San Colombano.

Una vertenza per le acque del biedale che, alimentato dal Verde,
metteva in funzione i mulini urbani.
La pianta permette di riconoscere i palazzi del centro storico
con la chiesa di S. Colombano demolita nel 1913

Il querelante Pavesi ritiene che il lavoro “potrebbe essere di qualche pregiudizio” alla casa e ai fondi suoi e dei comparenti insieme a lui. Fanno istanza perché sia interrotto il lavoro incominciato. Subito il giorno dopo si presenta al Vicario la schiera avversaria del Damiani con Giuseppe Maracchi (curatore di Andrea Reghini), Francesco Bertinelli, i conti fratelli Simonacci, Niccolò Venturini, Paolo Bologna e Gaspare Secchiari. Dichiarano che i lavori non potevano recare nessun “pregiudizio” ai beni degli avversari che erano posti al di sopra, non portavano novità, ma solo il ripristino degli ”stipiti di un’antica apertura” esistente all’interno della gora.

Pianta dei sotterranei di Casa Damiani
Pianta dei sotterranei di Casa Damiani

La contesa giudiziaria va avanti quasi due anni, si risolve con la revoca della denuncia, avendo il Vicario Giuseppe Gamucci di San Miniato, giudice di cause civili e criminali, ritenute valide le argomentazioni del Damiani e dopo ricognizioni tecniche fatte sul luogo. Questa causa è sostenuta col supporto di due disegni acquerellati a firma dell’arch. Pietro Conti: è una “pianta” con il corso della gora dai mulini sul torrente Verde, a partire da quello grande detto della “Bietola”, fino a quello dei sotterranei di casa Damiani.
La pianta topografica accompagnata da una relazione dell’architetto illustra una parte della città di Pontremoli, dato che le due parti contendenti coi loro aggregati abitavano nel centro storico e appartenevano a famiglie con titoli di nobiltà. Lorenzo Pavesi (1738-1805) era cultore di lingua e letteratura latina e della poesia di Dante, in relazione con pittori romani di valore (Giuseppe Cades e Antonio Cavallucci), fu uno dei più importanti soci dell’Accademia della Rosa, che era stata fondata nel 1739, era fratello di Gerolamo futuro primo vescovo della neonata diocesi e di Vincenzo arcidiacono della Collegiata Santa Maria Assunta poi Duomo.
Il granduca Pietro Leopoldo nelle sue memorie lo giudica uno tra “i più capaci ed onesti soggetti del paese”. Giuseppe Damiani,nato a Pontremoli, ma come i fratelli Francesco e Luigi, fu educato in un collegio a Lione, la città francese era allora centro di fiorenti commerci. Si sposò due volte: con Margherita Parasacchi in Santa Cristina e con Caterina Trincadini. Rimasto senza eredi, lasciò tutti i suoi beni allo Spedale degli Innocenti di Firenze, dove si conserva il suo ritratto opera di Fabio Borbottoni e quello della seconda moglie Caterina fatto dal pittore pontremolese Pietro Cocchi (1826-1846).
I due sposi sono ricordati in una epigrafe tuttora visibile nella galleria dei sepolcri romantici del chiostro della “foscoliana” chiesa di Santa Croce. L’autore dei disegni è Pietro Conti architetto granducale, ricordato anche per aver fatto, su incarico governativo, le ricognizioni, con dettagliata relazione tecnica, sul luogo del disgraziato evento dell’incendio del “Granitore con le quattro polveriere di Cristoforo Bocconi avvenuto il 7 aprile 1789.
È autore anche di una “Collezione di carte” del fondo antico della biblioteca Ximeniana con disegni, precisi come se fossero dettagliate fotografie, delle fortificazioni costiere di Grosseto e ha fatto un atlante con disegni di palazzi fiorentini della fine del Settecento.
La pianta di Pontremoli ci permette di riconoscere i palazzi in cui nel 1787 risiedevano famiglie del centro storico: casa Varesi, la loggia scoperta del caporale Pelliccia, casa Botti, Romani, Restori, Pavesi, Galli, Damiani. Segnato anche il palazzo della Comunità da servire per il nuovo vescovo e il palazzo Pretorio, la chiesa di San Colombano che verrà demolita tra ottobre 1913 e gennaio 1914.
Interessante la locazione di mulini in città: quello grosso della bietola dei conti Bonaventuri e dei Parasacchi, il mulino degli Orsi dei fratelli Zangrandi, di Giuseppe Damiani, che allora abitava nella parrocchia di San Colombano, ma dei Damiani è il bellissimo e ora degradato palazzo in via Pietro Cocchi con gli affreschi della drammatica favola di Niobe opera del pittore Niccolò Contestabili (1759-1824) tra roccocò e neoclassicismo.

Maria Luisa Simoncelli