Nuovo Parlamento: Arlecchino è sbarcato in Europa

 

Se in Italia vince Salvini, in Europa restano in minoranza gli “euroscettici”

22nuovo_Parlamento_EuropeoPur con qualche possibilità di minime correzioni a “bocce ferme”, nel nuovo Parlamento di Strasburgo si conferma una maggioranza di partiti pro Ue; resta quindi minoritaria la rappresentanza di deputati “euroscettici”, sia pure rafforzata dall’aria nazionalista e populista che in diversi Paesi ha soffiato forte sulle elezioni.
Su 751 seggi totali, i Popolari si attestano a 180 deputati, i Socialisti e democratici a 146. Forte, quindi, la cura dimagrante per queste due storiche forze politiche, le quali nel Parlamento uscente potevano contare rispettivamente su 216 e 185 rappresentanti.
Salgono invece a 109 seggi (erano a 69) i Liberaldemocratici, grazie al buon numero di deputati della coalizione del presidente francese Macron. Avanzata significativa dei Verdi, 69 seggi (contro 52), con forte apporto di tedeschi, francesi e britannici. Sommando le forze “europeiste” si arriva a 504 seggi. I Conservatori, in maggioranza polacchi, si fermano a 59 (da 77), al gruppo Enf (con la Lega e Le Pen) vanno 58 seggi (da 36), all’Efdd (con M5s e Farage) 54 (ne avevano 42).
22elezioni_affluenzaI deputati della Sinistra unitaria scendono a 39 (da 50); infine 37 i seggi di partiti o deputati non ancora affiliati. Arrestato il calo dell’affluenza: nei 28 Stati membri ha votato il 50,9% degli aventi diritto; l’Italia, con il 56% è sopra la media, ma perde due punti rispetto al 2014. Fanalino di coda per Paesi ex-Jugoslavia, centrali ex-Unione Sovietica e baltici.
Tanti i colori che compongono la cartina europea delle rappresentanze partitiche. In Germania tiene la Cdu/Csu della Merkel (28,9%); exploit per i Verdi (20,5%). Vincono i pro-Ue in Spagna: al 32,8% i socialisti, seguiti da popolari (20,1%), centristi (12,2%) e sinistra (10,1%). In Francia “va sotto” Macron (22,4%), scavalcato dalla Le Pen (23,1%). Vincono gli antieuropei al governo in Ungheria (52,3%) e in Polonia (45,6%).
Un caso a parte il Regno Unito: con la sua uscita dall’Ue in stallo, ha dovuto eleggere i nuovi deputati europei. Il leader della Brexit, Nigel Farage, trionfa al 31,7%; molto lontani i Liberaldemocratici pro-Europa (18,6); tracollo per laburisti (14,1%) e per i conservatori della dimissionaria Theresa May (8,7%).