Il discorso per il 25 aprile e la lettera sulla legittima difesa: le parole chiare del Presidente Mattarella

18Mattarella_25aprile2019È tornato il 25 aprile e sono tornate, assieme ad esso, le polemiche sul se e come questa ricorrenza debba essere celebrata: più di ogni altra dichiarazione, ci sembrano significative, per la loro semplicità e verità, le parole pronunciate dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, a Vittorio Veneto alla cerimonia in occasione del 74° anniversario della Liberazione.
“Festeggiare il 25 aprile – ha detto Mattarella – significa celebrare il ritorno dell’Italia alla libertà e alla democrazia, dopo vent’anni di dittatura, di privazione delle libertà fondamentali, di oppressione e di persecuzioni. Significa ricordare la fine di una guerra ingiusta, tragicamente combattuta a fianco di Hitler”.
Accennando al momento attuale – così potrebbe interpretarsi il passaggio – il Presidente ha ammonito: “La storia insegna che quando i popoli barattano la propria libertà in cambio di promesse di ordine e di tutela, gli avvenimenti prendono sempre una piega tragica e distruttiva”.
E poi: “L’Italia pone i suoi fondamenti nella dignità umana, nel rispetto dei diritti politici e sociali, nell’eguaglianza tra le persone, nella collaborazione fra i popoli, nel ripudio del razzismo e delle discriminazioni. Non era così nel ventennio fascista”.
Parole altrettanto chiare Mattarella ha usato nella lettera che ha indirizzato alle Camere come accompagnamento alla promulgazione della legge recante ‘modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di legittima difesa’. Da più parti si sperava che l’atto potesse essere rinviato con delle obiezioni di sostanza. Ciò non è avvenuto, ma con quella lettera il Presidente ha voluto chiarire i termini entro i quali anche il nuovo provvedimento deve essere inteso, tenuto conto che “il fondamento costituzionale è rappresentato dall’esistenza di una condizione di necessità”.
Precisato questo, il Capo dello Stato scrive che “va preliminarmente sottolineato che la nuova normativa non indebolisce né attenua la primaria ed esclusiva responsabilità dello Stato nella tutela della incolumità e della sicurezza dei cittadini, esercitata e assicurata attraverso l’azione generosa ed efficace delle forze di polizia”. Inoltre ricorda che “la nuova normativa presuppone, in senso conforme alla costituzione, una portata obiettiva del grave turbamento e che questo sia effettivamente determinato dalla concreta situazione in cui si manifesta”.
Come sempre accade, tali parole sono state interpretate in modo diverso da opposte posizioni ideologiche. Resta il fatto che le affermazioni di Mattarella, incontestabili, delineano con chiarezza i termini oggettivi della questione.