
Tanto di cappello agli aullesi che finalmente ci smentiscono e compiono l’impresa sognata, ormai da tempi immemorabili, di fare il salto di qualità. A tutto l’ambiente le nostre più vive scuse per non avere creduto fino in fondo al successo, ma diamo atto al Mister Bertacchini che solo il suo carattere poteva riuscire a sconfiggere un timore ancestrale che da troppo tempo cancellava ogni ottimismo. Ora, la stagione, a parte lo scotto del Mulazzo, assume tutt’altra dimensione e il futuro propone ben altra immagine per il nostro calcio.

Forse ci ripetiamo, e non ci sarebbe niente di strano dopo un quarantennio di cronache di calcio nostrale, ma finalmente, tanto tuonò che piovve. Ma, per una volta, e proprio nella stagione più infame per la Lunigiana a livello meteorologico, il temporale che ci ha investito si è rivelato del tutto benefico, tanto da permettere di coronare un sogno non crediamo solo nostro ma di tutto l’ambiente aullese, perché finalmente il Serricciolo scioglie tutti i dubbi fatti maturare negli ultimi anni e, con un acuto tanto imprevedibile quanto goduto, è riuscito a conquistare un posto in Promozione. Una prima assoluta che meritava di essere sperimentata, costi quel che costi, soprattutto perché riporta il calcio aullese, tanto tribolato nella sua storia più recente, a fasti vissuti tanto tempo fa, o con l’Aullese, o con il Signani Albiano, per colmare una lacuna che doveva a tutti i costi essere colmata, anche se per merito di una delle frazioni più popolose del comune, coinvolgendo così anche il capoluogo che ha ritenuto opportuno fare altre scelte, per avere altre soddisfazioni, certo esaltanti, ma non tali di ridare quel gusto al nostro calcio che tanto ha fatto gioire in passato coinvolgendo intere generazioni che tutto hanno fatto meno che dimenticare. Ovviamente, da parte nostra, la necessità di fare il dovuto mea culpa per non avere creduto neppure per un momento che l’impresa potesse essere realizzata, al punto di indurci a vaticinare fin dall’avvio di stagione come sarebbero andate le cose ed indovinando la vicenda quasi passaggio per passaggio. L’unico dubbio che abbiamo sempre tenuto aperto era legato al Mister Bertacchini la cui qualità e la cui determinazione aprivano finalmente a dubbi che, alla fine, sono stati opportunamente confermati. Un tecnico di quel livello, con i suoi trascorsi, con quanto conquistato e sofferto, con in mano una squadra di indiscussa qualità ma decisamente da rimotivare, sembrava l’unico argomento possibile per smentire anche il più incallito pessimismo. E così è stato. Chi pensasse che la cosa ci abbia in qualche modo disturbato si sbaglia di grosso. Nella nostra storia quasi cinquantennale di cronisti nostrani abbiamo anche rischiato di brutto per provocare le intenzioni migliori e possiamo dire che ancora oggi ci sono giocatori di ieri cui stiamo sonoramente sulle scatole per averli provocati all’eccesso purché tirassero fuori il meglio di sé per scrivere pagine irripetibili, anche se solo per il nostro livello. Così, abbiamo fatto negli ultimi anni con il Serricciolo ed abbiamo continuato a farlo fino all’ultimo momento proprio nella speranza che non il nostro parere, ma la coerenza portasse il Mister giusto a fare lo sforzo giusto per arrivare laddove di recente si era sempre evitato di giungere.

Ora chiediamo venia, ma senza rimpianto perché sappiamo di avere compiuto il nostro dovere ancora una volta e se qualcuno a voglia di mandarci a quel paese ha tutto il diritto di farlo anche perché gli effetti restano un fatto prettamente morale e noi abbiamo le spalle giuste per compiere l’ennesimo viaggio. Tirando, però, le somme della stagione, che proprio con questa grande gioia ha chiuso i battenti, non c’è dubbio che abbiamo l’opportunità di stendere tutt’altro consuntivo rispetto a quello preventivato. Il nostro calcio, infatti, non è più fatto solo di poche cenerentole con minime punte di eccellenza, ma da oggi può fare riferimento su due puntelli indiscutibili che danno un’altra immagine di qualità e dicono che anche in Lunigiana si può ambire a qualcosa di interessante. Se partiamo, infatti, dalla constatazione che il quadro economico del nostro territorio già fatica ad emergere nelle capitali deputate, con la sola Carrarese che riesce a barcamenarsi in maniera superba in ambito professionistico, mentre la squadra della capitale riprova l’onta della ripartenza dai livelli più bassi della sua storia, permetterci di avere una squadra in Eccellenza, la Pontremolese, ed una in Promozione, il Serricciolo, è come dire che rischiamo di tornare ai fasti di tanto tempo fa quando, però, proprio il quadro economico ed il contesto geografico erano ben diversi e, soprattutto, c’era chi si poteva permettere di investire a perdere anche nel calcio, non fosse altro che per una questione di immagine. Dove andremo e a quali altri obiettivi potremo puntare non è possibile neppure ipotizzare, perché quanto tentato in passato ha dimostrato che altri livelli non si confanno al momento alle nostre possibilità. Però, come è stato per un lungo frangente proprio per la Pontremolese, avremo almeno la soddisfazione di gustare un po’ di calcio di qualità con interpreti forse di non grandissimo spessore, ma certo tali da permetterci di prevedere che qualcosa di meglio ci sarà offerto. Basti solo pensare che riavremo il gusto di confrontarci ancora una volta proprio con la Massese, speranzosi che le grandi soddisfazioni vissute in passato possano riproporsi nella stessa dimensione, anche formale, perché mai prima di appuntamenti come quelli il nostro stadio era stato transennato e mai si era provata la gioia di essere parte di un altro calcio che non fosse il solito di periferia. Insomma, c’è dietro quanto basta per acuire il desiderio di tornare ancora a rivivere certe esperienze anche se, per ora, aspettiamo solo di chiudere il conto con la stagione per un po’ di sano riposo e la logica pausa di riflessione che sappiamo bene sarà interrotta nel breve dai naturali festeggiamenti per il centenario degli azzurri che, di necessità, non potrà passare inosservato, qualunque cosa si stia ipotizzando di organizzare nel corso dell’estate. In più, ci pungola la convinzione che quanto sta accadendo ai livelli più alti non possa e non debba passare inosservato tra le società che frequentano i campionati minori. Sarebbe incredibile se i successi di Pontremolese e Serricciolo non infastidissero, si fa per dire, l’orgoglio corrente di tante squadre che hanno scritto in passato pagine gloriose del nostro calcio e se nell’intimità di tanti cuori sportivi lunigianesi non ribollisse l’anima per non avere raccolto nulla da un’altra stagione, quando invece era sotto gli occhi di tutti che sarebbe stato possibile andare a colmare una lacuna che oggi pesa come un macigno sulla nostra immagine. Sì, perché il prossimo anno non avremo nessuna delle nostre in Prima Categoria, come dire dalle stelle alle stalle e per un popolo come il nostro l’odore di stalla non è certo dei più piacevoli visto che lo abbiamo assaporato non per generazioni, ma per secoli e secoli. Chi si fosse illuso che il nostro istinto alla provocazione fosse stato coartato dal successo del Serricciolo, sappia che si sbaglia di grosso perché è da certe esperienza che si ricavano gli stimoli migliori e noi sappiamo, conoscendo i nostri polli, che stuzzicandoli nel modo più provocatorio potremmo ottenere quello che spesso il campo non renderebbe possibile, ma che diventa raggiungibile solo per il piacere di sconfessare chi pensa di farsi bello stuzzicandoti, senza capire che è solo un motivo in più per fare montare quella rabbia che spesso fa la differenza proprio sul campo.
Luciano Bertocchi