Pozzuolo di Lerici. L’UniTre Pontremoli Lunigiana in visita al centro ENEA
C’è sulla costa tra Lerici e la poetica Baia Blu un Centro integrato di ricerche marine (ENEA) coordinato col CNR e molto qualificato su scala internazionale di cui poco si conosce a livello comune. Lo abbiamo visitato in un bel gruppo dei soci Unitre di Pontremoli martedì 9 aprile secondo programmazione delle attività.
Ci hanno accolto con squisita ospitalità e con disponibilità informativa due ricercatrici. Abbiamo conosciuto la storia di questo gioiello della ricerca scientifica in Italia, che tiene anche dal 2009 corsi estivi frequentati da giovani studiosi da tutto il mondo per farsi esperti di scienze marine.
Si era occupato in un primo tempo di controllo della radioattività nel mare; dopo l’abbandono del nucleare in Italia per via referendaria, il Centro ENEA sito a Pozzuolo tra Lerici e Fiascherino studia i processi che regolano il funzionamento degli ecosistemi marini, collaborando con l’Istituto di botanica dell’Università di Pavia localizza le specie infestanti da estirpare (robinia falsa-acacia e ailanto glanduloso), cerca risposte ai cambiamenti naturali o indotti dall’uomo inquinatore.
Sperimenta in laboratorio la costruzione di habitat artificiali per la fauna marina per salvare la barriera corallina vivente i cui organismi perdono carboidrati dello scheletro e subiscono altri danni da inquinamento globale. Per segnalazione di pescatori attivi davanti alla costa delle Cinque Terre che trovavano nelle reti frammenti di corallo bianco, il Centro Enea, che dispone di due motonavi con laboratorio, ha scoperto e studiato un consistente banco di corallo bianco in profondità di quelle acque e che ospita un’importante biodiversità.
Studia anche energie alternative, per farne un modello internazionale, per rendere il Parco delle Cinque Terre autonomo da carburanti inquinanti, molto aumentati dopo l’approdo di navi da crociera con turisti frettolosi, che non si incantano davanti al meraviglioso paesaggio, soltanto fanno a getto continuo scatti col cellulare, non incidono sull’economia del territorio e lasciano plastica per terra e per mare.
Le plastiche, in particolare le micro, non sono eliminabili, le dottoresse che ci hanno accolto hanno raccomandato con fervore di fare tutti la propria parte nel ridurre l’uso di oggetti di plastica (bicchieri, posate,piatti, contenitori vari, abiti), il singolo fa poco ma l’insieme di tutti fa moltissimo, anche l’oceano è fatto di gocce. Difendere l’ambiente va a vantaggio dell’uomo e delle altre specie viventi, non del pianeta che ha le sue dinamiche di adattamento e di durata, anche senza l’uomo.
“La vita di quest’universo è un perpetuo circuito di produzione e distruzione, collegate ambedue tra sé di maniera che ciascheduna serve continuamente all’altra, e alla conservazione del mondo” (Leopardi). Il Centro Enea sul mare spezzino è sorto nel 1958, qui si era formata una squadra di tecnici ambientali marini unica in Italia con esperienze acquisite alla Maddalena nella base di sommergibili nucleari e nelle centrali ENEL di Gaeta e La Spezia.
Dapprima si è occupato di studiare la ricaduta radioattiva dopo le esplosioni nucleari in atmosfera tra il 1945 e il 1980, ha allargato a ricerche sistematiche su distribuzione e circolazione di inquinanti anche convenzionali. Dal 1983 ha sede nella Batteria Alta S. Teresa,costruita nel 1747 dalla Repubblica di Genova, bonificata da ordigni inesplosi; nel nuovo palazzo ci sono i laboratori, acquario, aule di servizio e una sezione di oceanografia fisica del CNR. (m.l.s.)