Un patto per natalità, lavoro e giustizia fiscale
In vista delle elezioni europee del 23-26 maggio la Federazione delle associazioni familiari cattoliche presenti nei Paesi dell’Unione europea (Fafce) ha lanciato la campagna “Vote for the Family” – basata su di un vero e proprio “decalogo” – che ha come obiettivo quello di “incoraggiare i candidati alle elezioni al Parlamento europeo a impegnarsi per promuovere politiche favorevoli alle famiglie”.
Il manifesto, che sarà presentato a Bruxelles il prossimo 2 aprile, inizia con l’impegno a “riconoscere il valore del volontariato e del lavoro domestico svolto dai padri e dalle madri di famiglia” e si sviluppa su 10 punti.
Il primo riguarda un “patto europeo per la natalità” che favorisca il verificarsi in Europa di una primavera demografica. Da qui l’impegno a proporre “provvedimenti e strumenti concreti volti a mutare gli attuali orientamenti”.
Le politiche favorevoli alle famiglie sono il secondo punto: “L’Ue deve tener conto delle famiglie europee in tutte le sue decisioni, rispettando il principio di sussidiarietà” e promuovendo il concetto di valutazione d’impatto familiare per ogni politica settoriale. Poi il sostegno alle associazioni familiari, facendo riconoscere “il contributo e il ruolo dell’associazionismo familiare nella definizione e nello sviluppo dei programmi europei”.
Quarto aspetto: l’“economia al servizio della famiglia… aiuto nell’alleviare le difficoltà delle finanze pubbliche”; seguito dal riconoscimento del ruolo economico delle famiglie, favorendo la giustizia fiscale e promuovendo buone pratiche come la ‘Carta europea della famiglia’”.
Il “lavoro dignitoso per ogni famiglia” – quinto punto – deve essere sostenuto con la richiesta di politiche che “considerino il mercato del lavoro non solo in termini di economia e di finanza, ma… come partecipazione al bene comune e strumento di prevenzione della povertà”.
Esplicita poi la richiesta di riconoscere il valore del lavoro casalingo e del volontariato. Il sesto punto, legato al precedente, è l’equilibrio tra vita familiare e impegno professionale: offrire modi di vita e di condivisione del tempo tali da garantire il mantenimento di dinamiche demografiche positive e contribuire così alla coesione sociale”.
Riconoscere la complementarietà donna-uomo è il settimo argomento: l’impegno è a “riconoscere la complementarietà tra uomo e donna, rifiutando ogni tentativo di cancellare le differenze sessuali attraverso politiche pubbliche”.
Da qui il paragrafo successivo: “rispettare e promuovere l’istituto matrimoniale” e promuovere le migliori pratiche per prevenire fallimenti matrimoniali”.
Punto numero nove: “rispettare la dignità umana della vita dal suo inizio al suo naturale compimento”, favorendo il riconoscimento della famiglia come “luogo naturale dove ogni singola vita è benvenuta”.
Non da ultimo – decimo impegno – il ruolo dei genitori: “padre e madre primi e principali educatori dei figli”.