
In una stagione ancora densa di problemi per l’apicoltura

Ci eravamo quasi dimenticati che la Lunigiana è ancora la prima subregione d’Italia a vantare il primato di avere avuto la prima Denominazione di Origine Protetta per il suo miele. Troppe le stranezze meteorologiche, troppi i guai provocati dalla presenza di sempre nuovi parassiti sia per le api che per le piante, con una ricaduta pesante sulla produzione delle due varietà principi del territorio, i mieli di acacia e di castagno, e negli ultimi anni anche sulla qualità, tanto che per molti apicoltori non era valsa neanche la pena di tentare la carta del riconoscimento europeo. Quest’anno, finalmente, qualcosa è tornato a cambiare e, nonostante i problemi non siano mancati per la fioritura anticipata dell’acacia dovuta ad una primavera precoce ed una stagione non troppo favorevole durante quella del castagno, alla fine i raccolti sono stati discreti, ma soprattutto si è tornati ad una qualità eccezionale che è valsa il sacrificio di ritentare l’esame per l’assegnazione della Denominazione di Origine Protetta (DOP).

Chi ci ha creduto, infatti, ha avuto la soddisfazione di vedere riconosciuta nuovamente la qualità che ha fatto del nostro miele di acacia e di castagno il fiore all’occhiello dell’agricoltura lunigianese per almeno un decennio, ma soprattutto ha visto premiati gli sforzi degli ultimi anni di non cedere le armi di fronte ad eventi calamitosi come la venuta del cinipide, il micidiale parassita cinese che ha messo in forte crisi la fioritura dei castagneti con riflessi devastanti sia per il miele che per la produzione della farina di castagne. La battaglia contro lo scomodo cliente, sostenuta soprattutto dalle popolazioni locali, che hanno investito in proprio per cercare di risolvere il problema, ha dato buoni risultati e già quest’anno i nostri castagneti hanno ritrovato quasi integro l’antico vigore con una ricaduta positiva anche nella produzione del miele.

Probabilmente, poi, la rinnovata vigoria delle principali essenze mellifere sembra avere permesso alle famiglie delle api di ritrovare equilibri naturali che negli ultimi anni sembravano compromessi dalla presenza di morie senza alcuna giustificazione razionale e che, quest’anno, almeno dai primi riscontri, sembrano essersi ridotte concretamente, permettendo così alle famiglie di affrontare il prossimo inverno in condizioni sicuramente migliori che nel passato recente, lasciando sperare in una prossima stagione ancora più positiva. Forse illudersi che i problemi del settore siano finiti sarebbe troppo ottimistico. Bisogna, però, prendere atto che almeno il miele ha ritrovato la qualità che lo aveva reso famoso a livello nazionale e, anche se la quantità non è ancora delle più favorevoli, per lo meno sappiamo che sul mercato è possibile ritrovare un prodotto adeguatamente certificato che torna a riproporsi per gli estimatori come una delle immagini più positive della nostra terra. Quella immagine di naturalezza e genuinità per la quale in tanti stanno combattendo da molto tempo con risultati contrastanti, ma che di certo ha dato e potrà dare sempre nuove soddisfazioni che, almeno quest’anno possono venire anche dal nostro miele di acacia e di castagno che è tornato a proporsi in tutta la sua indiscutibile eccellenza. (lb)