Nave Diciotti, generosità spontanea da tante diocesi per accogliere i migranti

Don Maffeis (Cei), “la nostra è una risposta di supplenza”. Saranno ospitati in tutta Italia

24Migranti“Dopo lo sbarco di sabato notte i 143 migranti della nave Diciotti sono ora a Messina per le procedure di identificazione. Quelli accolti dalla Chiesa italiana saranno spostati tra poche ore in un centro di accoglienza nella zona dei Castelli Romani, quindi distribuiti nelle tante diocesi che si sono messe a disposizione spontaneamente. Qui verranno seguiti i vari protocolli con progetti personalizzati a seconda delle situazioni”. Don Ivan Maffeis, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, ribadisce al Sir: “Questa è una risposta di supplenza. Non è ‘la risposta’. La risposta di un Paese democratico matura attraverso ben altri processi. Ma anche risposte di solidarietà e di umanità come questa possono aiutare a sviluppare una cultura dell’accoglienza”.
La scelta della presidenza Cei di accogliere i migranti della nave Diciotti “è legata alla volontà di uscire da una situazione di stallo in cui queste persone erano da diversi giorni. Davanti ad una situazione insostenibile dal punto di vista umanitario si è scelto di intervenire offrendo una disponibilità all’accoglienza concreta, fattiva e immediata”. “Il governo pretendeva, anche giustamente, il coinvolgimento dell’Europa per una redistribuzione dei migranti e per affrontare in maniera comunitaria un fenomeno di portata enorme. D’altra parte è ovvio che per arrivare a concordare una politica comunitaria su un tema come quello delle migrazioni non possiamo servirci di gente in fuga dalla guerra o da situazioni di persecuzione”.
“Adesso i migranti della nave Diciotti sono nell’hotspot di Messina e saranno trasferiti quanto prima nel centro di Ariccia dell’Auxilium, in attesa di essere ospitati nelle tante diocesi che hanno dato la disponibilità: Torino, Brescia, Bologna, Agrigento, Cassano all’Jonio, Rossano Calabro, per citare solo quelle di cui sono a conoscenza. È stata una risposta spontanea, noi non abbiamo fatto alcun appello. La Chiesa italiana ha una tradizione d’accoglienza reale: sapere che nelle diocesi ci sono già tra le 26mila e le 28mila persone accolte dovrebbe farci riflettere per capire quanto stiamo enfatizzando un fatto solo perché li abbiamo bloccati lì. La Chiesa italiana è disposta a prendere tutti quelli che hanno necessità di essere accolti, non abbiamo fatto una questione di numeri. Per noi era importante sbloccare una situazione oramai insostenibile. Abbiamo offerto un’accoglienza umanitaria. Nel momento in cui andiamo a redistribuire le persone sul territorio, l’applicazione del protocollo dipenderà da situazione a situazione. Questo è positivo perché si cercherà di fare progetti mirati che salvaguardino l’integrità della famiglia, ad esempio con i ricongiungimenti familiari. In queste ore a Messina si stanno aiutando le persone a dare le proprie generalità per essere accolte in maniera degna. A fronte della disponibilità offerta da tanti bisognerà guardare qual è il progetto per far sì che queste persone siano veramente accolte”.

Patrizia Caiffa