Schermaglie o venti di guerra sul futuro dell’Amministrazione di Fivizzano?

Dopo la disposizione di Grassi di togliergli la carica di vicesindaco, Massimiliano Plicanti decide di rassegnare le dimissioni da assessore.

Massimiliano Plicanti, l'ex vice sindaco ha deciso di dare le dimissioni da assessore
Massimiliano Plicanti, l’ex vice sindaco ha deciso di dare le dimissioni da assessore

Si complicano o vengono congelati, in attesa di future occasioni di scontro, i rapporti all’interno dell’Amministrazione comunale di Fivizzano? Era prevedibile che Massimiliano Plicanti, dopo la revoca dalla carica di Vicesindaco operata nei suoi confronti dal sindaco Paolo Grassi, avrebbe rassegnato le dimissioni da assessore con le deleghe all’Urbanistica, all’Edilizia scolastica e al Personale. La fiducia del sindaco verso i suoi collaboratori in Giunta o è totale o non può essere. Una fiducia a “spicchi” non può che generare confusione e non è neanche dignitosa. In una nota resa pubblica -ma sostiene di averlo detto anche personalmente al sindaco – Plicanti ha dichiarato che le mozioni firmate con i consiglieri Dominici e Ferrari non rappresentavano una “critica alla Giunta, ma uno sprone” ad affrontare problematiche che stanno a cuore ai cittadini. Dai paesi, infatti, provengono richieste di interventi: “l’emergenza-urgenza e l’utilizzo a riabilitazione altamente qualificata della ‘Don Gnocchi’ – si continua a leggere nel documento – coinvolgono tutta la comunità lunigianese… Non è un’azione legittima, anzi doverosa, per un rappresentante dei cittadini, talvolta non pienamente rispettato nella sua figura istituzionale porre all’attenzione generale le varie esigenze della comunità, nella prospettiva di una loro soluzione?… E , poi, di tutta questa vicenda, revoca compresa, cosa pensa il Partito Democratico?”.

Il sindaco di Fivizzano Paolo Grassi
Il sindaco di Fivizzano Paolo Grassi

La replica di Paolo Grassi è arrivata a “stretto giro di posta”. In essa il primo cittadino rivendica a “sua esclusiva facoltà e potere di sindaco sia la nomina che la possibilità di revoca dell’incarico di vicesindaco”. Ribadisce, inoltre, di “aver agito in piena autonomia sia nell’uno che nell’altro caso, senza nessun intervento o consultazione del Partito Democratico”. Rimarca, infine, che la “plenipotenziarietà di cui gode il vicesindaco, in caso di assenza del sindaco, era diventata inconciliabile con i contenuti delle mozioni e con i metodi della loro presentazione”, da lui ritenuti un vero e proprio atto di accusa nei suoi confronti e di “presa di distanza da quanto approvato nel gruppo e in Giunta”. Quanto, poi, all’ascolto dei cittadini – ritornello ormai abusato della politica ad ogni livello – afferma di essere sempre stato a loro disposizione, senza alcuna formalità. Alla luce di queste prese di posizione cosa succederà nel prossimo, imminente Consiglio Comunale, dove si discuterà l’assestamento di bilancio? Quali proposte di utilizzo dell’avanzo verranno, se possibile, messe ai voti e avranno la forza numerica per essere approvate? Pare che nessuno sia tentato di portare la crisi fino a rendere necessario un commissariamento. Una domanda, però, “sorge spontanea”: può il Pd assistere a tutto questo parapiglia di suoi rappresentanti istituzionali senza muovere foglia? Le riunioni, pare, dell’assemblea comunale e del circoli si susseguono, ma il letargo è stato lungo e l’Amministrazione è stata lasciata per troppo tempo a se stessa. Potevano, nel partito di Grassi e di Plicanti, ma in un tempo non lontano anche di Moscatelli, essere prese o, per lo meno, discusse, decisioni diverse da quelle messe in atto, e non solo per le recenti questioni? Nel frattempo i Democratici dovranno prendere atto che è stato nominato vicesindaco Nanni Poleschi, membro dell’attuale Giunta. A.F