Sicurezza: quella voglia di difendersi con le armi

Secondo un rapporto del Censis cresce senza motivo la paura degli altri

27armiAccade sempre più di rado, ma esistono ancora zone in Italia in cui si lasciano le chiavi sulla porta di casa: ci si sente sicuri perché si è in confidenza con la comunità in cui si è inseriti; la sicurezza è un bene prezioso. Le persone che si sentono sicure possono vivere con maggiore serenità, essere più fiduciose negli altri. Ma se si allarga l’inquadratura all’intero Paese si scopre che ci si sente molto insicuri.
Questo, almeno, è quanto emerge dal primo rapporto Censis sulla filiera della sicurezza in Italia: i dati raccolti mostrano che è in aumento (32%) il numero di cittadini che ritengono in crescita la criminalità. Conta poco o niente che i dati reali raccontino una situazione ben diversa.
I reati sono diminuiti dal 2008 a oggi: solo nel 2017 sono calati del 10%. Il furto – il reato più diffuso – si è ridotto di 400mila casi negli ultimi 3 anni. Anche il confronto con gli altri Paesi europei evidenzia una buona tendenza: le rapine, ad esempio, in Italia sono state poco più di 35mila, 57 ogni 100mila residenti, la media europea è di 71 e, sottolinea il Censis, “decisamente di meno anche rispetto a Regno Unito, Francia e Spagna”.
C’è invece, difficile da spiegare, un aumento della paura degli altri. Il 92,5% degli italiani adotta almeno un accorgimento per difendersi da ladri e rapinatori. Il più utilizzato – da oltre 33 milioni di italiani, il 66,3% della popolazione adulta – è la porta blindata; 21 milioni di cittadini (il 42%) ha installato un sistema d’allarme, più di 17 milioni (il 33,5%) hanno montato inferriate a porte e finestre, quasi 16 milioni (il 31,3%) hanno optato per vetri e infissi blindati, più di 15 milioni (il 30,7%) hanno installato una telecamera, poco meno di 10 milioni (il 19,4%) hanno comprato una cassaforte. Infine, poco meno di 15 milioni di italiani (il 29%), per precauzione, lasciano le luci accese quando escono di casa.
Ma la voglia di sicurezza diventa pericolosa quando viene legata alla richiesta di rendere meno restrittive le norme per il porto d’armi: il 39% sarebbe infatti favorevole a utilizzare pistole o fucili per la difesa personale. Una tale tendenza nasconde i veri pericoli.
Già oggi oltre 1 milione di persone nel Paese è in possesso di un’arma da fuoco in casa, così secondo i calcoli dell’istituto di ricerca circa 700mila minori potrebbero averla a portata di mano. Inoltre si dimentica che negli Stati dove le armi sono facilmente accessibili è altrettanto facile vedere l’aumento del numero dei reati. Il confronto con gli Stati Uniti ci mostra, ad esempio, che le vittime da arma da fuoco potrebbero salire fino a 2.700 ogni anno, contro le 150 attuali, per un totale di 2.550 morti in più.
Allora non dobbiamo scordare che la sicurezza si conquista con la relazione e non con la chiusura. È nella relazione che si costruisce la fiducia negli altri.