
Tanti gli esempi di attaccamento al territorio dai quali trarre ispirazione

Spesso si è portati ad esaltare personaggi ed eventi del passato che hanno fatto conoscere e dato prestigio ai propri paesi. Vengono in mente le “Filippiche” del prof. Loris Bononi verso quello che considerava il triste presente a fronte del glorioso passato di Fivizzano. È bene, certo, “mantenere la memoria e buoni rapporti” con le proprie radici, di cui andar fieri e da cui trarre i giusti stimoli a ben operare, non altrettanto abbandonarsi a rievocazioni solo nostalgiche. Forse è anche da lì, dalla consapevolezza di appartenere ad una comunità che si è fatta onore, oltre che dal legame affettivo col territorio, che nasce lo spirito dì iniziativa che si nota nel presente e che investe vari settori, dalla cultura all’agricoltura, all’ambiente, alla gastronomia, alla scuola, al commercio… fino al recupero di vecchi mestieri. Tanti segni di una voglia di riscossa, di una operosità che non aspetta l’intervento dall’alto, insomma, del coraggio di mettersi alla prova. Alle Istituzioni il compito di assecondare e facilitare le iniziative e, magari, di aggiungerne di loro, oltre che di garantire la correttezza delle procedure e delle lavorazioni. Non è da dimenticare, poi, la presenza di “personaggi”, che si distinguono per la loro attività e che possono essere portati ad esempio.

È interessante constatare, innanzitutto, come anche la scuola contribuisca a far da traino al risveglio del territorio, partendo, ad esempio, dalla valorizzazione dei suoi prodotti tipici. Lo sta facendo l’Istituto Agrario, che, proprio per questo, ha vinto il premio Touring, consegnato alla dirigente scolastica Lucia Baracchini dal console regionale del Tci, Davide Lambruschi, nel corso della cerimonia svoltasi nel Museo degli Agostiniani l’11 maggio. È stata l’occasione per parlare della farina di castagne DOP della Lunigiana, che conta più produttori da Sassalbo a Fazzano, a Vinca, e della mucca pontremolese, razza salvata dall’estinzione grazie a due aziende di Fivizzano: nel 1940 i capi erano 15.000, 13 nel 1983, oggi 31. “Turismo, ambiente, prodotti tipici… da lì passa il nostro sviluppo”, ha dichiarato il sindaco Paolo Grassi, “ma anche dall’innovazione”, ha aggiunto la dirigente Baracchini, annunciando, per l’Istituto Agrario, la prossima applicazione dei droni al servizio dell’ agricoltura. La stessa scuola dell’obbligo è impegnata a rinverdire l’amore per la musica e la tradizione delle bande, un tempo numerose nel comune, grazie all’indirizzo musicale dell’Istituto Comprensivo “A. Moratti”, che insieme ad altre istituti lunigianesi ha partecipato anche al progetto “Non prendere la scossa”, tenutosi al Geo.Lab e nelle stradine di Equi Terme, per educare alla prevenzione del rischio sismico, minaccia sempre incombente sul territorio.

Queste iniziative danno lustro alle scuole, sono fonte di utile insegnamento per gli studenti e pongono Fivizzano al centro dell’attenzione, come è avvenuto con la notizia che il comandante del Reparto Informazioni della Brigata “Julia” è un fivizzanese, il colonnello Paolo Guzzoletti. Insieme a mille “Penne nere”, nei giorni scorsi, è partito da Udine alla volta del Libano, in missione per l’ONU. A proposito di “penne nere”, come non fare menzione degli alpini Lino Pigoni, 96enne di Agnino, e Giovanni Bonfigli, 95enne di Magliano, scampati in maniera rocambolesca alla cattura da parte dei tedeschi all’indomani dell’8 settembre del 1943, ed oggi ancora attivi nella potatura degli ulivi? Un vero esempio non solo di longevità, ma anche di attaccamento alla propria terra e al lavoro dei campi. A loro è stato fatto dono, per mano del capogruppo Paolo Brunetti, del bollino-tessera della Sezione Alpini di Fivizzano, al termine della Santa Messa celebrata nei loro paesi da monsignor Vigo. “Cose” non di poco conto – l’elenco è largamente incompleto – e di buon auspicio per il futuro, alle quali appartiene anche l’inaugurazione, avvenuta alla presenza del sindaco, della nuova sede, in Fivizzano, dell’armeria-ferramenta ora di Roberto Domenichelli, prima del padre Pierino, punto di riferimento per i pescatori e i cacciatori, ma non solo, del comune. Si riacquista anche così quel senso di comunità paesana che è andato disperso negli ultimi decenni e che ha avuto una toccante manifestazione nella cerimonia di saluto, con la consegna di una medaglia d’oro e di una lettera di ringraziamento, che il paese di Sassalbo ha riservato al dottor Antonio Drapchind, andato in pensione dopo 41 anni di servizio che, da pontremolese, lo hanno reso fivizzanese. Era presente anche il dottor Lanfranco Clementi, la cui famiglia da sempre tiene aperto nel paese, un giorno alla settimana, un dispensario farmaceutico.
Andreino Fabiani