
I risultati di una verifica tecnica. Ma il sindaco rassicura “non ci sono rischi”

Gli edifici scolastici di via Roma a Pontremoli non rispondono ai parametri di legge per quanto concerne la prevenzione della vulnerabilità sismica. Questo è il dato che è emerso dalle verifiche tecniche, effettuate dall’ingegnere Marco Tabardi, al plesso “Malaspina” che ospita i bambini della Scuola dell’Infanzia e gli alunni dei Licei Linguistico e delle Scienze Umane e alla palestra attigua. Una verifica di sicurezza sismica, commissionata dal Comune e finanziata dalla Regione Toscana, obbligatoria per tutti gli edifici e le opere di interesse strategico (in realtà doveva essere effettuata entro il 2013). Per quanto concerne l’indagine in oggetto, in particolare, nelle conclusioni è stato rilevato come la struttura presenti “idoneità e capacità statica sufficiente nei confronti dei carichi verticali”: in pratica gli edifici non mostrano evidenti vizi o difetti costruttivi, lesioni, dissesti o cedimenti, che pregiudichino lo stato del fabbricato. Quindi, senza fattori esterni, non c’è alcun rischio per la tenuta della struttura. Le cose cambiano invece in caso di terremoto. Infatti, secondo l’indagine la struttura in cemento armato è “inadeguata a resistere alle azioni sismiche di progetto per lo Stato Limite di Salvaguardia della Vita (SLV)”. La struttura evidenzia, di fatto, “carenze dal punto di vista sia dei meccanismi fragili che duttili. L’accelerazione sismica che la struttura è in grado di sostenere risulta inferiore a quella prevista per il sito in esame e per lo stato limite considerato SLV (Stato Limite di Salvaguardia della Vita). Il livello di sicurezza della struttura espresso in termini di indicatore di rischio risulta essere inferiore al 30% di quello di una struttura adeguata ai sensi delle norme tecniche di costruzione 2008”. Insomma una piena bocciatura degli edifici per quanto concerne la tenuta antisismica. Bisogna riconoscere che questa è una caratteristica diffusa in tutta Italia (certo non positiva e bisogna fuggire la tentazione del “mal comune mezzo gaudio”), il che dimostra la preoccupante situazione in cui versa l’edilizia scolastica nel nostro Paese. Tutto questo diventa ancora più vero se si pensa che molti edifici sono vecchi e per questo ancora più vulnerabili. Non fa certo eccezione la struttura in questione, che è stata edificata negli anni compresi fra il 1935 ed il 1940, suddivisa in tre unità strutturali da circa 4.000 mq complessivi.

Il sindaco Lucia Baracchini (che mentre andiamo in stampa sta per avere un colloquio sulla vicenda con i due dirigenti scolastici) ha subito avuto un confronto con il Genio Civile di Firenze da cui è stata tranquillizzata: “La struttura si trova in una situazione comune a tanti altri edifici scolastici della Regione e non ci sono rischi evidenti per la tenuta della costruzione”. Inevitabilmente, però, l’amministrazione si deve porre il problema di far sì che l’edificio risponda al più presto ai parametri antisismici richiesti dalla legge. A questo proposito si è individuato un bando regionale e si è iscritto l’intervento nel piano triennale delle opere pubbliche. Ovviamente tempistiche e modalità di intervento al plesso scolastico sono ancora completamente nebulose: “Bisognerà valutare se sarà più opportuno l’abbattimento o la ristrutturazione ma questo potrà essere fatto solo dopo un’analisi più approfondita”. Il sindaco si lascia andare ad esprimere una sua preferenza: vedendo i risultati ottenuti con la demolizione e ricostruzione del Tifoni, rispetto alla ristrutturazione del Ferrari, la prima cittadina gradirebbe maggiormente un’ipotesi di riedificazione da zero: “Ma questa è una mia predilezione che niente ha a che vedere con il percorso migliore che sarà indicato dai tecnici”. Comunque per adesso tutti gli alunni continueranno a seguire normalmente le loro lezioni nel plesso scolastico e con ogni probabilità concluderanno l’anno scolastico senza che ci siano novità.


Ci si sarebbe potuto aspettare che una notizia del genere scatenasse le opposizioni che invece, per il momento, tengo un profilo molto basso e prudente. Appena più “pepato” l’intervento del capogruppo de “L’altra Pontremoli”, Umberto Battaglia, che critica la scelta politica di non aver continuato il percorso avviato dall’amministrazione Gussoni che aveva individuato nell’area ex Terni un luogo per la creazione di un polo scolastico. E che avrebbe quindi risolto alla radice le problematiche degli edifici scolastici. “Ora è importante che l’amministrazione informi i cittadini e non faccia come in altre situazioni dove sarebbe bastato un po’ di trasparenza in più per evitare l’insorgere di allarmismi”. Attendista Francesco Mazzoni, capogruppo di “Open Pontremoli” e segretario comunale Pd, che sottolinea come “si stia valutando con attenzione gli esiti delle verifiche. Aspettiamo poi cosa uscirà dal confronto che il sindaco sta per avere con i rappresentanti scolastici. Da parte nostra non c’è alcuna volontà di strumentalizzare la vicenda ma quella di aprire un tavolo di confronto con l’amministrazione per risolvere nel miglior modo possibile la situazione”. (r.s.)