Matteo Bianchi: Elisabetta, con Maria accanto

08Maria_accantoDi Matteo Bianchi (1966) ho ben presente un “Mi ricordo” (Fernadel 2004) che sulla scorta di un titolo analogo del grande Geoge Perec era costituito da un elenco, appunto, di ricordi che senza ordine preciso o logica ci portava nella memoria individuale dell’autore provocando nel lettore una sorta di contrappunto per combinare un “revenant” in cui oggetti, nomi, personaggi e persone diventavano una sorta di specchio per agganciarlo in maniera quasi vertiginosa alla sua memoria, in una parola alla sua vita.
Confesso che Bianchi e Perec mi tengono ancora oggi frequentemente compagnia. L’autore nel prosieguo della sua attività ha pubblicato romanzi (tra cui bisogna citare almeno “Generation of love” Baldini § Castoldi 1999, poi Fandango 2016) collaborando spesso anche per radio e televisione.
Oggi si ripresenta con un romanzo “Maria accanto” (Fandango pagg.263 Euro 18). Elisabetta, detta Betty, è una ragazza di venticinque anni senza particolari ambizioni, nata a Milano vive nel quartiere di Lambrate con la madre, lavora con un felice contratto di tempo indeterminato in uno studio dentistico , si muove senza particolari eccitazioni in un rapporto di fidanzamento con un ragazzo appassionato di motori, qualche amico tra cui quelli del cuore come Vera e Luchino, nessun particolare interesse, una sorta di rassegnata normalità. Da qualche tempo pensa di avere problemi alla vista: inspiegabilmente si trova sorpresa da lampi di luce fino ad avere visioni indeterminate che ad un certo punto la portano a vedere la Madonna.
Analisi immediate, nessun disturbo neurologico nè alla vista, si acquieta finché le visioni si presentano più di frequente ed addirittura la Madonna (la Maria del titolo) non solo le compare ma la informa che ha scelto lei per aggiornarsi sulla conoscenza del mondo contemporaneo. Lo stravolgimento è inevitabilmente totale e porta la povera Betty ad immaginare inquietanti possibilità fino alle più tragiche malattie.
Ma la Madonna nella sua veste tradizionale tipica delle icone la rassicura dicendole che nessuno oltre Betty la può vedere e le chiede di accompagnarsi con lei nella sua vita di relazione spiegando altresì che nei secoli è per lei, la Madonna, necessario fare queste puntate nel mondo degli esseri umani perché, occupata com’è, ogni tanto ha bisogno di confrontarsi con questa realtà.
Ovviamente la vicenda prenderà nel suo svolgersi diverse direzioni e porterà la ragazza al consenso. Questo prevederà momenti buffi, l’aggiornamento degli abiti di Maria per essere anche nell’aspetto consona al nostro tempo, tragiche (un grave incidente con Vera), incomprensioni (quando Betty e Maria parlano, e parlano spesso, sembra che la ragazza parli da sola), buffi incidenti domestici in un vortice di trascinante varietà.
Però nel fondo pian piano la ragazza comincia a riflettere sulla sua particolare condizione e si rende conto che questa è davvero una situazione speciale. Accadrà di tutto e Maria un bel giorno dovrà tornare da un’altra parte lasciando indubbiamente il segno.
La scrittura di un autore laico come Bianchi si muove all’interno dei vari momenti costitutivi del racconto con estremo rispetto ed attenzione dell’aspetto religioso come delle diverse singolarità dei personaggi costruendo una dolce commedia assurda che ci porta a riflettere, divertendoci pure,sui valori dell’amicizia (non solo reale) e ricerca che ciascuno fa sul divenire della propria vita.
La leggerezza dei toni non deve ingannare , è la bravura dell’autore che ci porta sorridendo a riflessioni importanti.

Ariodante Roberto Petacco