L’allestimento al Piagnaro vince il Premio Architettura Toscana 2017
Non poteva certo trovare una collocazione più suggestiva del Castello del Piagnaro la mostra itinerante che illustra le opere premiate, menzionate e selezionate nell’ambito del Premio Architettura Toscana (PAT) 2017 la cui prima edizione è andata all’arch. Guido Canali. Un’esposizione che, allestita con grande cura, è una testimonianza dell’impegno delle istituzioni toscane per diffondere la cultura della qualità nell’architettura come elemento determinante per la trasformazione del territorio e nella qualità ambientale e civile.
E del resto la prima edizione del premio è nata proprio con l’obiettivo d’incoraggiare la cultura dell’architettura contemporanea in tutte le sue molteplici declinazioni. Il Premio si è rivolto a cinque diversi ambiti: opera prima; nuova costruzione; restauro o recupero; allestimento e interni; spazi pubblici, paesaggio e rigenerazione. E i cinque progetti premiati (assieme ad altri venti selezionati) sono illustrati in suggestivi pannelli che con foto e testo stanno viaggiando nei vari angoli della Toscana per spiegare queste opere architettoniche realizzate tra il 2012 ed il 2017.
E così il visitatore della mostra può immergersi nel progetto del Museo degli Innocenti di Ipostudio guidato da Carlo Terpolilli, o ancora nella riqualificazione di piazza dei Tre Re, una delle piazze medievali più antiche di Firenze, trasformata da Chiara Fanigliulo in un’inaspettata oasi verde all’interno del denso edificato storico.
E di grande impatto è anche la nuova piazza dell’Immaginario a Prato (realizzata da Ecòl e da Alberto Gramigni) che è riuscita a trasformare un anonimo spazio a parcheggi in una piazza civica per la comunità. Ma ovviamente di particolare fascino e rilievo, per noi e per il nostro territorio, sono le immagini del Museo delle Statue Stele, allestimento che si è aggiudicato il premio come migliore opera per interni.
Il progetto di Guido Canali rivela un forte carico emozionale, non solo per la natura del contenuto ma anche per la volontà d’istituire un contrasto tra il modellato delle stele e la materia grezza delle pareti, oltre a un sapiente gioco di luce radente che enfatizza il fascino di questi monumenti delle civiltà preistoriche. La commissione ha apprezzato “la capacità di far coincidere le soluzioni architettoniche e spaziali con l’ordinamento espositivo del Museo. Il progetto rappresenta un mirabile esempio di poesia e di misura”. L’esposizione della mostra è stata preceduta da una giornata di incontro e dibattito sulla architettura, in particolare legata alla musealità. (r.s.)